
ROMA – Ha denunciato un complotto ai suoi danni, tempo 24 ore e si รจ saputo che aveva confuso l’uno con l’altro due fax: il complotto era quello tra i suoi occhi e la sua testa che non si collegavano. Ha fatto fornire quattro balbettanti versioni ufficiali, quattro versioni quattro in circa una settimana, quasi una al giorno. Ha comunicato di avere un permesso temporaneo, anzi no. Il permesso era scaduto, anzi no, in via di rinnovo. Anzi no, le multe erano state giustamente fermate da chi in “autotutela” non aveva dato loro corso. Ma chi era questo chi? Anzi no…Una pena sentirlo balbettare, vederlo annaspare. Non c’era, non c’รจ stato nulla di cui compiacersi nel contorcersi di Ignazio Marino sindaco di Roma. Sindaco oramai a dispetto dei santi e anche dei fanti.
Un uomo, prima ancora che un sindaco, travolto da un panico sciocco. Avesse detto fin dal primo minuto: volete negare al sindaco l’accesso al centro di Roma? Avesse detto: se non ce l’ho io il permesso per entrare nella zona a traffico limitato chi ce lo deve avere? Avesse detto: volete multare il sindaco perchรฉ va in centro con la sua auto? Avesse detto cosรฌ, sia pure con qualche piccola bugia e approssimazione, Ignazio Marino avrebbe ridotto la storia del pass per la sua panda per quello che รจ: una disfida della secchia rapita, un’esercitazione per comari in Consiglio Comunale, una storia di merende rubate all’asilo. Ma non l’ha fatto, non ha detto cosรฌ. Perchรฉ Ignazio Marino, avesse detto cosรฌ, non sarebbe stato piรน Ignazio Marino.
Uomo colto e di buone intenzioni Ignazio Marino. Ma al tempo stesso incontinente nell’invaghimento per se stesso. Si piace e si ama Ignazio Marino. E’ il sentimento piรน caldo che prova, quello la cui fiamma ardente brucia l’ossigeno per ogni altro fuoco. La cattiva sorte e anche la pessima gestione della cosa pubblica capitolina hanno fatto sรฌ che la cittร da lui amministrata (si fa per dire) si stia letteralmente decomponendo. Ma Ignazio Marino si compiace della cittร che pedonalizza i Fori Imperiali. Una cittร lurida, col pubblico trasporto che prenderlo รจ azzardo e rischio. Una cittร cadente nelle strade senza manutenzione. Una cittร ribelle e malmostosa, scostante e urticante nei suoi uffici e pubblici ufficiali. Una cittร butterata da campi-lager e battuta da criminalitร italiana e straniera. Ma Marino vede i Fori pedonalizzati, vede se stesso che registra i matrimoni gay. Vede solo quel che riflette il suo specchio quando Marino domanda: specchio, chi รจ il meglio sindaco del reame? Lo specchio risponde: Marino! E marino va a dormire tranquillo e pure orgoglioso.
Poi arriva l’oltraggio della realtร , magari sotto la forma del dispetto di un oppositore o della cialtroneria di un funzionario o dell’astuzia di una burocrazia finto tonta. All’oltraggio della realtร Marino non regge. L’offesa della realtร al suo onanismo estetico/politico/amministrativo lo investe, lo avviluppa, lo travolge. Va nel panico, come chi va sotto un’onda e non sa nuotare. E quello di Marino sindaco diventa subito e tutto un panico sciocco. Solo la categoria dello sciocco consente di descrivere e definire quel che Marino sta facendo su questa storia dei pass spariti/apparsi e delle multe elevate/cancellate. E solo la stessa categoria, quella dello sciocco, consente di comprendere e definire l’altrimenti incomprensibile saga della panda rossa del sindaco non piรน senatore lasciata per mesi nel parcheggio del Senato.
Scioccheria e sciocchezze da panico e sciocchezze e scioccheria da invaghimento di se stesso. Questo รจ Ignazio Marino sindaco. E, sindaco Marino dopo sindaco Alemanno, non resta che registrare al Campidoglio la prevalenza dell’inadeguato.
