ROMA – La realtà è il più abile dei tuoi nemici: è altamente improbabile che Amedeo Laboccetta, parlamentare del Pdl, conosca questa frase di Marcel Proust. Ma di certo Amedeo Laboccetta è da settimane costantemente e coerentemente impegnato in un corpo a corpo con la realtà. La realtà cui lavora il governo è quella di un condono-favore all’evasione fiscale, tutto il resto, manette e gogne, sono “ammuina”. Ammuina leghista soprattutto e per nulla partenopea ma solo e soltanto ammuina, cioè confusione mossa ad arte e ad arte alimentata. Laboccetta è uno, ma uno dei più assidui animatori dell’ammuina. Ha fatto sapere con orgoglio che “dodicimila italiani gli hanno inviato email di interesse e apprezzamento per l’iniziativa di condono fiscale, evidentemente la proposta avanzata riguarda un tema pesantemente avvertito dagli italiani. Lo rilanceremo, insieme ai tantissimi deputati che si sono dichiarati disponibili a sostenerlo”.
Nessun dubbio sui dodicimila, devono essere parte di una più vasta platea: quelli che “aderirono” al condono del 2002, aderirono, pagarono la prima rata del condono e poi non pagarono più nulla. Non si fa fatica a credere che sia fortemente “interessati” a ripetere l’esperienza. Il condono del 2002 prevedeva immunità fiscale, rateizzazione e sconti fino al 90 per cento delle tasse dovute. Bastava pagare la prima rata, circa 3.000 euro e si otteneva tutto questo, un autentico pacco-dono. E infatti molti italiani pagarono la prima rata e poi…sparirono. Anzi i più abili fecero sparire il loro patrimonio in modo che, quando lo Stato fosse loro andato a chiedere la seconda e la terza…loro risultassero nullatenenti. I più pigri neanche questa pena di sparire si sono dati, non hanno pagato più e basta. Con questo simpatico sistema hanno “fregato” 5,2 miliardi al Fisco. Cinque miliardi e passa: quanto vale, anzi valeva tutto il taglio di spesa agli Enti locali. Cinque miliardi e passa che l’Agenzia delle Entrate sta cercando di recuperare dal 2008, sei anni dopo il condono. E’ riuscita a recuperarne un miliardo scarso in tre anni, di questo passo gli “effetti benefici del condono” agli evasori saranno in cassa nel 2023: venti anni per farsi pagare dagli evasori il dieci per cento delle tasse evase. E in cambio l’immunità da “procedure coattive nel recupero del credito”. Eccolo come è fatto un condono-favore.
Come “era” fatto, possibile che ci rifacciano? Più che possibile. Gira vorticosamente tra ministri e capigruppo di maggioranza l’idea di un “accertamento di massa”. Tramite ovviamente “redditometro potenziato”. E che mai vorrà dire? Che vorrà dire in aggiunta alla “caccia alle società di comodo”, alla licenza ai sindaci di rendere pubblici i redditi dei cittadini e , niente meno, che alla minaccia di carcere e galera per i “grandi evasori”? Parole alate e tuonanti, terra terra vuol dire che se dichiari mille euro al mese e hai quattro case e tre macchine, allora ti fosso una specie di “studio di settore” sociale. Cioè stabilisco che quelle case e auto te le potevi compare solo guadagnando tremila al mese e non mille. Sulla differenza di duemila tu paghi allo Stato una percentuale, Calderoli ha detto cinque per cento, ma facciamo dieci per non esser maligni e diffidenti sulle intenzioni del governo. Tu in realtà di euro ne guadagni diecimila al mese e di tasse in totale ne dovevi pagare quattromila. Adesso, se il governo fa il condono, ne paghi duecento, il dieci per cento di duemila. Non c’è dubbio che siano migliaia, anzi decine di migliaia quelli che “avvertono pesantemente il tema” come dice Laboccetta. Tanto più che con duecento euro ti compri “l’immunità fiscale”.
Il condono che monta è “il poliziotto buono”, manette e gogna recitano, solo recitano la parte del “poliziotto cattivo”. Render noti e accessibili i redditi appare pericolosa novità solo in Italia, altrove e prassi, ovvietà. Quanto alla galera minacciata, esisterebbe già, solo che in Italia per furto al fisco in galera non si va. E se, per caso e momentaneamente ci si va, è somma sorpresa e pure scandalo, il paese reagisce con un colossale: “Ma che, davvero..?”. L’evasione fiscale esiste anche altrove, anche altrove c’è chi nasconde i soldi al fisco, ad esempio portandoli illegalmente all’estero, ad esempio in Svizzera. Il governo inglese e quello tedesco hanno raggiunto un accordo con le banche svizzere: i cittadini inglesi o tedeschi che hanno soldi nascosti in quelle banche possono scegliere tra tre strade. La prima: non pagano nulla e allora le banche svizzere comunicano i loro nomi al governo di Londra o Berlino. La seconda: le banche svizzere prendono da quei fondi una percentuale tra il 19 e il 34 per cento (tra il 19 e il 34!) e la versano al fisco inglese o tedesco. E in più versano al fisco inglese o tedesco il 48 (48!) per cento del rendimento annuale di quei soldi. Terza strada: le banche svizzere sbattono fuori dalle loro casse quei conti e quei soldi e vadano a tentar fortuna e protezione nei paradisi fiscali ad alto rischio. Insomma una multa immediata per gli evasori fiscali inglesi e tedeschi tra il 19 e il 34 per cento del patrimonio nascosto e una tassa annuale del 48 per cento sulla rendita. L’Italia ha “scudato” i capitali illecitamente esportati al cinque per cento, prepara condono al cinque/dieci per cento del reddito presunto, chiaramente inferiore a quello reale e concede “impunità fiscale”. Non è che la guerra all’evasione fiscale non si può fare, gli altri la fanno, in Italia si fanno condoni-favore conditi di tanta “ammuina”.
