Infatti non gli va e il Colosseo resta chiuso nella Notte dei Musei e di altri Beni Culturali non si sa, sono in corso consultazioni dei dipendenti con se stessi. Sindacalisti del settore spiegano che dire di sì a lavorare quella notte vorrebbe dire intascare sessanta euro netti e per sessanta euro a chi gli va di aprire il Colosseo? Spiegano anche i sindacalisti che il Colosseo, se lo apri, poi viene un sacco di gente a visitarlo e sarebbe quindi una notte di stress per chi lo ha aperto, non vale la pena. Spiegano anche che farlo aprire e controllare quella notte il Colosseo da volontari non stipendiati e non con il posto e lo stipendio garantito sarebbe attentato ai lavoratori, alla Costituzione, alla democrazia. E soprattutto al sacrosanto e inviolabile principio secondo cui il lavoro accessorio si fa nella Pubblica Amministrazione se al dipendente gli va.
C’è comunque nella Pubblica Amministrazione a Roma e in moltissimi altri Comuni qualcosa d’altro di “accessorio”. E’ il salario accessorio, l’integrazione sia a magri stipendi, sia a stipendi dignitosi, sia a stipendi eccessivi. Integrazione che bagna “a pioggia” chiunque sia un dipendente di quelle pubbliche amministrazioni locali. Si apprende dalle cronache che il salario accessorio, messo in discussione dal Tesoro proprio perché erogato a prescindere da tutto e garantito per tutti, sarà comunque pagato come sempre a maggio e poi anche a giugno. E poi, annuncia trionfante il sindaco Marino, se ne riparla su a chi e come darlo.
I sindacati restano sospettosi, la posizione unanime è che il salario accessorio è per sempre e per tutti. Automatico, obbligatorio e svincolato da parametri e verifiche. hai visto mai venisse in mente a qualcuno di pagare il salario accessorio a chi tiene aperto il Colosseo e lo fa diventare una fonte di reddito e di negarlo invece il salario accessorio e chi non gli va di aprire il Colosseo una notte per sessanta euro netti?