ROMA – Due pagine, la seconda e la terza della cronaca romana del Corriere della Sera del 16 gennaio 2013. Due pagine con cinque fatti cinque che compongono il quadro di una Roma infetta, abbandonata, perduta. Martoriata e saccheggiata dalla sua classe dirigente ma anche e simmetricamente incanaglita e avvilita per mano della sua gente.
Il primo fatto sono i lavoratori della ditta Innova che lasciano senza pasto i malati dell’ospedale San Camillo. Hanno bloccato i camion che trasportavano il vitto. E perché mai tanta disperata protesta, cosa legittima il far male perfino ai malati? L’ospedale pagava i pasti il 20 per cento più del costo medio dei pasti appunti. Arriva l’odiata spending review ma il San Camillo e la società Innova limitano i danni: per i pasti si spenderà solo il 12 per cento in meno, resta l’otto per cento di sovrapprezzo ma stai a guardar il capello…I cibi dovranno essere cucinati nella sede della Innova, niente più confezioni di porcellana e invece materiali mono uso. La Innova non licenzia nessuno, d’accordo con Cgil, Cisl e Uil viene decisa la cassa integrazione per 22 dipendenti. E con chi se la pigliano questi 22 non condannati alla fame ma condannati sì a cambiare modalità di lavoro? Con chi teneva artificiosamente alti i costi dei pasti? No, con la spending review passando sul pranzo e anche un po’ sul corpo dei malati.
Secondo fatto: Goffredo Sottile, commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, individua quattro siti per gli impianti di smaltimento: Colfelice in Ciociaria, Castelforte a Latina, Albano Laziale nell’hinterland romano e Viterbo. Per chi non sappia di geografia del Lazio, insomma un impianto per uno non fa male a nessuno, un impianto per ogni zona e provincia. Distribuzione equa del peso, ammesso che di peso si tratti. Ma dell’equità i sindaci e la gente di ogni luogo del Lazio se ne sbattono. “La ferma contrarietà” arriva da tutti i sindaci di tutte le Province. E da tutti i partiti. Sono pronte manifestazioni e ricorsi al Tar. Complessivamente è un fantastico esempio di suicidio di massa di una comunità quale raramente si vede in natura.
Terzo fatto: Alessandro Bonfigli, il sindacalista Cisl dell’Ama (l’azienda rifiuti della capitale) che aveva imbarazzato anche Raffaele Bonanni e che lo stesso Bonanni aveva bollato come “sindacalista che pensa agli affari propri”, è stato votato da 1.500 su 2.900 iscritti e quindi ha ripreso ruolo e potere. Perché si era dubitato di Bonfigli? Concordava promozioni con la direzione aziendale per se stesso e altri dieci sindacalisti “suoi”, ha fatto assumere la moglie in una controllata Ama, chiedeva via sms a cinque dipendenti 350 euro ciascuno per “recapitare regalo a casa di Ale”. Ma ora è tutto passato, a furor di voto di sindacato e lavoratori. Vuoi forse discutere il voto, il sindacato e i lavoratori?
Quarto fatto: la Corte dei conte dice che Renata Polverini imbroglia sul deficit della Regione, nasconde quasi due miliardi di deficit. La Polverini, invece il Pd ha partecipato con il “parere favorevole” di Carlo Ponzo presidente del Comitato di controllo contabile, a nascondere le spese dei gruppi consiliari (hai presente Batman-Fiorito?). Tutte le spese dei politici venivano annegate con tutte le altre spese della Regioni, alla faccia del controllo e te lo raccomando il Pd.
Quinto fatto, ci sarebbe anche quello ma in fondo è il minore: Francesco Storace candidato della destra tutta e non solo della sua alla presidenza della Regione litiga con Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) e viceversa, gli ecologisti e altri piccoli partiti sono pronti a far ricorso contro la sentenza del Tar che limita a 50 i posti nel futuro Consiglio, ne vogliono 70 come prima altrimenti i piccoli fanno fatica a trova sedia, un quotidiano racconta che il Pd starebbe pensando a Bianca Berlinguer come sindaco di Roma, a rispetto della tradizione per cui dalla Rai si passa al governo della città o della Regione. Non è stata una gran tradizione finora.
Cinque fatti di cronaca che in sole due pagine di cronaca squadernano una città sfinita e sfibrata: il cassaintegrato che si sente in diritto di bloccare il pasto al malato, il residente che non vuole nemmeno i suoi di rifiuti, i sindacati che si fanno gli affari loro e solo dei “loro”, maggioranza e opposizione in Regione inaffidabili e omertosi sui soldi, ceto politico rissoso, svagato, mediocre o peggio. Ed è solo cronaca, senza commento.