Seimila scuole e 531 ospedali a rischio frana e alluvione: e se fosse il tuo o quella di tuo figlio?

I geologi “informano”: sei milioni di italiani a rischio perché vivono su un territorio pericoloso. Sì..? Dispiace, peggio per loro, grazie della notizia e un secondo o due di attenzione all’avviso, poi la nostra mente gira velocemente pagina e passa ad altro, “l’informazione” scivola via, non ci fa né caldo né freddo. Saranno pure sei milioni infatti, ma tutti pensiamo di essere parte degli altri 54 milioni di italiani. E allora mettiamola così: ci sono seimila scuole che rischiano di essere inondate o colpite da una frana o minate nelle fondamenta dagli smottamenti del terreno. Proprio sicuro che in una di queste seimila non sia iscritto tuo figlio? Se ti danno l’elenco delle seimila scuole e scopri che in una di esse tuo figlio o tua figlia fa parte degli alunni, allora che fai? Giri la pagine della tua attenzione o salti sulla sedia, organizzi comitati, chiedi soldi e lavori per renderla sicura quella scuola?

E 531 ospedali sono a rischio di essere allagati da un fiume o torrente intorno al quale è stato piantato cemento sotto forma di strade o palazzi. Cinquecentotrentuno ospedali dove la luce può saltare perché la frana si mangia la terra intorno, dove i malati e i pazienti possono rischiare la pelle non per la malattia ma perchè gli trema il tetto sulla testa, anche in sala operatoria. Proprio sicuro che uno dei 531 non sia l’ospedale in cui domani puoi finire, in cui sta, è stato o andrà uno della tua famiglia? Che fai se sei “uno dei 531”, spallucce o l’ira di dio?

A conti fatti dovresti giudicare il pericolo “idrogeologico” più massiccio e concreto, più insopportabile del pericolo che ti rubino dentro casa. Dovresti imporre a politici e ammnistratori che spendano tutto quel che si deve per rendere sicuri almeno scuole e ospedali. Ma non lo fai, in fondo te ne freghi. Si dice che te ne freghi per rassegnato realismo, perchè sai che il mondo va così e che nessuno farà niente. Si dice che te ne freghi perchè conti e speri che non tocchi proprio a te. Ma in realtà te ne freghi, sopporti, tolleri, archivi e passi oltre perchè, inconsciamente ma non innocentemente, sai che in una di quelle seimila scuole e in uno di quei 531 ospedali puoi essere “incudine”, uno che incassa i colpi negativi di questo modo di vivere assieme sul “territorio”. Lo sai, ti può capitare, ma è relativamente raro che ti capiti. Sai anche però che molto più spesso sei “martello”, uno che i colpi li dà. Li dai quando costruisci o vai a vivere in un palazzo prima “abusivo”, poi “irregolare” e poi “sanato”. Li dai i colpi quando lavori e fai i soldi rendendo edificabile un’area che non lo è. I colpi li dai quando lottizzi pezzi di terra e ci fai seconde case. Quando incassi e sostieni l’appalto per lo sbancamento della strada o del centro commerciale. I colpi li dai e lo sai, per questo li incassi e stai zitto, anzi volti pagina quando il geologo “informa”. Sei il miglior sordo, quello che non vuol sentire.

Published by
Mino Fuccillo