Lo avete visto in tv, nei telegiornali. Non una sera ma due, sempre lì a ripetere che le “carte” gli danno ragione, che nel suo paese, Scaletta Zanclea, l’abusivismo edilizio non c’è. E Mario Briguglio le “carte” le mostra alla telecamera, hanno i timbri in regola, le firme in regola. Sulle “carte” non era abusivo neanche il palazzo costruito sulla foce del fiume, là dove l’acqua finisce nel mare. Questo sindaco e le sue “carte” sono veri, non sono inventati, sono la parabola triste dell’Italia che si crede astuta e furbamente si suicida.
Ha ragione il sindaco di Scaletta Zanclea, dalle sue parti non c’è niente di abusivo e non autorizzato. Perchè lui e sindaci come lui, gli amministratori, i funzionari, i dipendenti comunali, i periti, i tecnici, l’intera società politica e civile tutto autorizza da decenni e ogni abusivismo sana. Funziona così: costruisci e ti fai mettere il timbro, nessuno ti dice di no. “Conviene” a tutti, a chi si fa la casa, a chi se la allarga, a chi gestisce il cantiere, a chi vende i materiali, a chi ci lavora, a chi scambia sul mercato del consenso timbri e autorizzazioni in cambio di voti e anche rispetto. Alla peggio, ma non serve quasi mai, si paga una multa e l’abusivo diventa legale. Quindi, nel mondo di Mario Briguglio, un palazzo sulla foce del fiume ci può stare. Una “carta” lo autorizza.