ROMA – Tutte le cronache di tutti i maggiori quotidiani (uno per tutti Goffredo Buccini sul Corriere della Sera) riportano la curiosa circostanza per cui “confusi tra i malati campani, con le stesse maglie nere della manifestazione ma molta legittimazione in meno, tifosi della Nocerina e della Salernitana, teste calde che vogliono arrivare alla chetichella sotto Montecitorio e fare ammuina…”. La manifestazione è quella messa in atto da malati e parenti di malati (“In duecento, forse trecento accorsi qui da tutta Italia invocano il metodo Stamina“). Già, il metodo Stamina che i malati in piazza e i loro parenti, due-trecento, invocano, anzi reclamano, anzi pretendono sia loro somministrato dal Servizio Pubblico Sanitario. Mischiati, confusi se non proprio uniti, in piazza a Roma pro Stamina e …Nocerina. Qualcuno il giorno dopo proverà a precisare: tifosi della Cavese, non della Nocerina, ma sono sottigliezze, particolari: uno su dieci di quelli in piazza l’altro giorno a irrobustire il corteo non era né malato né parente, uno su dieci (venti ne ha identificati la Polizia) giocava a far lo squadrista.
E allora? Allora è davvero troppo sognare non siano solo le righe di mezzo delle cronache del giorno dopo a dire cosa accade il giorno prima. Il giorno prima e anche nei titoli d’inerzia del giorno dopo è accaduto quel che non c’è. Non solo “i malati” a far corteo e cordone e assedio, sono duecento, massimo trecento, compresi parenti e ultras. Perché pochi sono forse allora meno rispettabili? Tutt’altro. vanno rispettati come gli altri, più degli altri perché sono malati e soffrono. E la prima forma di rispetto è non mentre loro, non raccontar loro balle, non dare loro la droga della bugia. Ad esempio non raccontare loro, non essere loro complici nel falso racconto secondo il quale sono un intero popolo in lotta contro un intero Stato. Ma è davvero troppo sognare che qualcuno si curi di loro non solo e soltanto per metterli in posa e inquadratura. Loro ci credono e si cavano perfino il sangue con una siringa per spruzzarlo sulle foto dei “potenti”. Loro credono di recitare la verità ma chi li inquadra li tratta solo come attrezzi da teatro.
Davvero troppo è sognare anche che chi fa cronaca, e pure commento, riferisca, comunichi e non nasconda che nessuno vieta nessuna cura a nessuno. I convinti, i fedeli, i militanti del metodo Stamina se vogliono possono anche inondarsi di preparati del dottor Vannoni. Ma Vannoni e i suoi militanti non vogliono la libertà che hanno. Vogliono altro, vogliono che il loro metodo, o la loro fede, o la loro speranza, o la loro illusione, o la loro impresa, siano dichiarati e riconosciuti come cure. E chi deve dichiarare e riconoscere come cure mediche tutto ciò? Non i medici, men che mai l’Istituto superiore di sanità e neanche l’Oms, men che mai il governo o il Ministero della sanità. A mettere il timbro cura medica sul metodo Stamina devono essere Vannoni il papà di Stamina e i suoi pazienti-fedeli.
E a che serve questo timbro? Serve non ad avere la libertà di somministrarsi il preparato Vannoni, quella c’è e c’è sempre stata. Serve a fare in modo che il preparato Vannoni sia distribuito e pagato dalla Sanità Pubblica. Come è possibile non vedere un interesse, un possibile interesse di soldi e non di salute se a dichiarare che è “medicina” e non acqua è chi la produce? Come dimenticarsi regolarmente quando si fa cronaca o commento del fatto che il metodo Stamina è stato sottoposto a verifica scientifica e sanitaria a furor di Vannoni-pensiero in Italia e solo in Italia? Solo in Italia perché quel metodo era già stato dichiarato inesistente e potenzialmente ciarlatano dalla comunità scientifica internazionale. Ma in Italia l’alto Centro Studi Medico denominato le Iene e la politica in nome del “io non mi impiccio ” e dello “hai visto mai..?” hanno consigliato e imposto nuova verifica. Risultato: il metodo Vannoni non è una cura, almeno per la medicina.
Ma Vannoni e i suoi pazienti-fedeli vogliono sia una medicina. I poveri cristi, i malati per farsi somministrare gratis anche un’illusione. I non malati per mettere a carico della collettività la loro, diciamo così, intrapresa. Come può essere così irresponsabile e ottusa la cronaca nell’amnesia, nella cancellazione di tutto questo quando racconta? Può, eccome se può. Così come possono Celentano e Fiorello che ogni tanto rilanciano la favola finto-buona delle cure compassionevoli-miracolose che lo Stato arcigno e taccagno nega. Possono, eccome se possono. Possono ne siamo certi in buona fede e convinti di fare opera buona. Ma possono perché fanno offesa e sfregio al senno. Infatti nulla sanno Celentano e Fiorello di medicina, cure, staminali, malattie. Nulla sanno e senza senno fanno. Facendone tanto di danno. In fondo, in ottima fede, fanno anche loro quel che fanno quelli della Nocerina, Cavese e o Salernitana mischiati a malati e parenti: ammuina. Ammuina confusa e scambiate con impegno civile e umana solidarietà e questo scambio-confusione è la vera tragedia e miseria del tempo nostro.