Tar (del Lazio!) stop 7 mesi taglio ulivi pugliesi. Xylella va ai domiciliari?

Foto Ansa

ROMA – Il Tar (che sarebbe un Tribunale amministrativo e pure regionale come da acronimo) ha sospeso fino a dicembre il taglio degli ulivi malati. Taglio che era stato deciso dal governo nazionale e caldamente consigliato dall’Unione Europea. Sarà stato il Tar della Puglia, soggetto a pressioni e attento alle istanze dei tanti pugliesi che a ragione e soprattutto a torto si oppongono al taglio degli ulivi come i parenti talvolta si oppongono alla traslazione della salma del defunto...No, sorpresa! E’ stato il tar del Lazio a decretare la sospensiva.

Del Lazio!? E che c’entra il Tar del Lazio? Misteri gaudiosi e anche perniciosi della giurisdizione…Dunque questo Tar del Lazio ha accolto il ricorso dei vivaisti salentini. Anzi non proprio accolto, la decisione-sentenza del Tar del Lazio è stata un capolavoro: ha dato soddisfazione ai ricorrenti senza assumersi l responsabilità, nessuna responsabilità. Il capolavoro è infatti la sospensione comoda: Tar (del Lazio!) ferma tutto in Puglia fino al 7 dicembre, giorno in cui fissa la data dell’udienza detta “di merito”.

Sospensione…con comodo…sette mesi. In questi sette mesi bisogna supporre i giudici del Tar (del Lazio!) abbiano supposto che la Xylella che infetta e ha infettato gli ulivi pugliesi si acconci di sua iniziativa ad un regime di arresti domiciliari. Insomma come è ovvio la Xylella batterio e la cicala sputacchina che ne è il vettore, letta la sentenza del Tar (del lazio!), resteranno rispettivamente in provetta e in tana o dove gli pare. Ma per sette mesi non si azzarderanno più a volare e men che mai ad avere contatti con ulivi o ogni altro tipo di albero in tutta la Puglia. Non oseranno, è ovvio, trasgredire alla sospensiva del Tar (del Lazio!).

Il contagio sarà ovviamente sospeso in tutta la Puglia per il tempo decretato dalla sospensiva del Tar (del Lazio!). Tar che ha saputo con lungimiranza farsi agronomo, biologo, scienziato…

A quasi ogni sentenza di Tar, e quest’ultima ne è la piena conferma, si fa più chiara la natura sociale e istituzionale dei Tar, il loro ruolo insostituibile nell’Italia moderna: refugium peccatorum, il luogo che offre asilo, aiuto e conforto ad ogni peccato sociale di lobby.

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Mino Fuccillo