Una piccola nota un po’ classista: nessuno dei protagonisti di sinistra di questa vicenda gode da parte mia di particolare simpatia o solidarietà. Mi blocca un pregiudizio, del genere che ancora oggi induce Mario Cuomo, ex governatore dello Stato di New York e figlio di immigrati italiani, a parlare di lotta di classe quando ricorda che i suoi compagni di scuola anglosassoni, all’ora di cena, lo mandavano sempre via e mai una volta l’hanno mai invitato, perché era di umili origini.
I tre coinvolti nel balletto saranno tutti bravissimi professionisti, ma non possiamo dimenticare che la Berlinguer è figlia del defunto segretario del Pci del sorpasso, Di Bella è figlio di uno dei più grandi e sfortunati direttori del Corriere della Sera, Paolo Ruffini è figlio di un ministro dell’era Dc e nipote di un cardinale. Possiamo essere solidali con loro per i complessi di inferiorità che possono venire ai figli di tanti padri. Ma ci sono tanti bravi professionisti in giro, senza cognomi illustri e con i quali la vita è stata meno generosa, cui onestamente mi sento moralmente molto più indebitato.
