Sono tornate le rondini, vuol dire che davvero è primavera. Con dieci giorni di anticipo sulla mia tradizione.
Con 10 giorni di anticipo, stamattina, 16 aprile, da dietro i vetri della finestra ancor chiusa perché fuori sono 16 gradi, ho visto i primi arrivi, un paio di rondini che si lanciavano in picchiata a intercettare chissà quale insetto.
Il mio gatto non se ne è accorto ancora. Sarà una lotta sottrarre la malcapitata rondine finita nei suoi artigli. Così tutti gli anni. Nei giorni scorsi era stato impegnato in un duello-balletto con un giovane e baldanzoso corvo. Ora dorme.
Fin dall’infanzia la rondine è stata per me simbolo di primavera e quindi di gioia e speranza di vita. La retorica scolastica associava le rondini alla Pasqua, ma di solito Pasqua è in anticipo rispetto alla data delle rondini.
Quando sono venuto a abitare in questa casa a Roma Trastevere, ho scoperto un lato meno romantico delle rondini, le loro deiezioni. Credo le lancino in volo contro qualsiasi ostacolo verticale. Questo spiega perché non ne sei inondato, anche se dicono che porta bene, mentre cammini.
Conseguenza di ciò era che le mie finestre erano diventate grigie di schizzi di rondini. Decisi allora di ostacolare la costruzione di nidi nel mio tetto.
Un dirimpettaio, mi dissero un architetto torinese e comunista che veniva a trovare la fidanzata nel palazzo di fronte, si inventò una associazione degli amici delle rondini della piazza con lui unico membro e mi denunciò. Mi dicono che ora sia passato a miglior vita, cosa che è fra le punizioni inflitte da lassù a chi mi ha fatto del male.
La faccenda poi rientro grazie alla bravura dell’avvocato Antonio Villani. Io sospesi le ostilità ma le rondini probabilmente hanno capito che non era il caso e da allora le mie finestre sono più o meno pulite.