
Coronavirus, i 10 diritti costituzionali cui ci fa rinunciare lo stato di eccezione per la Salute (di tutti) FOTO ANSA
Coronavirus Pandemia, stato di eccezione, valori costituzionali.
È chiaro a tutti che il nostro Paese vive da settimane in quello che i giuristi chiamano ‘stato di eccezione’: una condizione nella quale, per ragioni di obiettiva, eccezionale gravità, tali da mettere in pericolo l’esistenza stessa di una comunità civile, viene decisa – da parte dei detentori legittimi del potere – la sospensione dei diritti o di taluni diritti fondamentali dei cittadini: quegli stessi che conferiscono e disegnano l’esser tali.
La sussistenza di queste condizioni estreme non è mai inventata o costruita ad arte per qualche diabolico complotto eversivo dell’ordine democratico.
Sono, piuttosto, la paura, il panico destati nel pubblico da quelle condizioni estreme, a suscitare la tentazione di un potere assoluto, totalitario, sulla vita e sulla morte dei cittadini, che – limitandone o eliminandone le libertà fondamentali – procuri, o anche solo prometta loro un concreto alleviarsi di quella paura, di quella angoscia collettiva , divenute insostenibili.
Non si vuol discutere qua della buona o cattiva fede di chi si propone di attuare quelle misure e quel disegno.
Non vorremmo rischiare la fine del povero filosofo Giorgio Agamben, che avendo troppo precipitosamente escluso l’esistenza di una epidemia e quindi di uno ‘stato di eccezione’, si è preso da un altro filosofo, Paolo Flores D’Arcais, l’elegante epiteto di ‘filosofo del cazzo’.
Il fatto innegabile è che certe misure, di estrema gravità, una volta adottate, mostrano – in chi le dispone e attua – una forte resistenza a rientrare nell’oscurità per cedere alla normalità.
Normalità resa possibile e garantita proprio da quei diritti, da quelle libertà civili, garantite da una Costituzione democratica e che le misure eccezionali si avventurano a sospendere.
Quali libertà, quali diritti, garantisce la nostra Costituzione, ispirata – come è noto – alla difesa rigorosa della persona umana e della sua dignità? E quali libertà, quali diritti, vengono – in nome di quali altri diritti – limitati o sospesi dalle recenti urgenti misure adottate da un governo tutt’altro che autoritario ?
Il diritto alla salute – certamente prioritario – è dichiarato supremo, di fronte alla minaccia del coronavirus.
In nome della tutela di questo diritto ‘supremo’ vengono ora limitati o soppressi altri diritti fondamentali inerenti alla persona umana e alla sua dignità.
1 Il diritto di muoversi e viaggiare (right to travel, nel linguaggio costituzionale americano ), art.16 Cost.;
2 il diritto di lavorare ( non basta assicurare misure economiche in grado di sopperire, almeno in parte al venir meno del lavoro), artt.1-4-35;
3 il diritto di iniziativa economica, art.41;
4 il diritto a una vita familiare completa e soddisfacente,artt.29 e 31;
5 il diritto all’istruzione pubblica e gratuita, artt.3,33,34;
6 il diritto alla casa ( dove vanno quelli che una casa non ce l’hanno ?) art.3 ;
7 lo stesso diritto alla salute fisica e psichica per aspetti diversi da quelli connessi all’epidemia ( praticare uno sport, passeggiare all’aria aperta ), 3,32;
8 il diritto alla solidarietà, attiva e passiva, art.2;
9 il diritto alla riservatezza (eliminata dalla prospettiva ‘cinese’ di controllare i movimenti di ciascun singolo cittadino), art.14;
10 il diritto di riunirsi liberamente tra cittadini, art.17 .
Sottolineare la sospensione di questi diritti a tempo – si teme – indeterminato non è – caro Flores D’Arcais – una ‘filosofia del cazzo’ ma solo consapevolezza dell’importanza di ciò cui si rinuncia solo momentaneamente, ed esortazione, affatto filosofica, a tenere alta la guardia affinché queste imponenti limitazioni vengano contenute nella minor misura e per il minor tempo possibili, sino all’auspicato ritorno al condizioni di normalità costituzionale e civile.