ROMA – Michele Santoro, il suo rientro in tv Rai 2 con “Italia” è stato un flop. Digitando www.ildecoder. com potete leggere, se volete, una elegante, oggettiva analisi di Davide Maggio, che nel suo blog riflette sui pessimi risultati di Michele Santoro.
Santoro, mercoledì sera, al suo ritorno in Rai con “Italia”, sul secondo canale ha registrato 1.771.000 telespettatori, share 8.14%. Un’ombra dei 9 milioni e 33% registrati con Berlusconi a Servizio Pubblico e anche meno della presentazione di Chi l’ha visto? (2.632.000, 9.99%) per non dire del programma vero e proprio (2.526.000 telespettatori, share 12.42%).
Il flop non mi stupisce, su “La verità” sono andato oltre: “Michele chi” vive ormai nel culto di se stesso, di ricordi e d’indomabili ambizioni. Perciò i suoi fastidiosi toni autocelebrativi non mi hanno stupito. Anzi, ho previsto che Santoro si inventerà qualcosa, una qualsiasi polemica politica con i dirigenti Rai, come ha sempre fatto, per provocare chiasso, uscire e continuare a scorrazzare da un network all’altro, incassando buoni contratti e nascondendo i risultati sempre più deludenti.
È stato un grande e innovativo conduttore, un attore: ora è finito, succede. Sappiamo che non è facile ritirarsi dalle lusinghe del video. Ma c’è un limite. Non so se sia un buon produttore, un imprenditore: cioè non so se gli affari gli tornino. Me lo auguro per lui, penso di sì, se è vero che sa far bene i conti.
Non conosco Giulia Innocenzi. Avendola vista alla conduzione, mesi fa ne scrissi con entusiasmo, stima e ammirazione. Avevo solo un dubbio e, dopo aver seguito la prima puntata di “Italia”, la perplessità si è rafforzata. La Innocenzi mi sembra soffocata dalla personalità, dagli indirizzi e dalle esigenze di Santoro. Per affermarsi farebbe bene a trovare altre strade.