
ROMA – La proposta elettorale con cui probabilmente Syriza vincerĂ le elezioni politiche in Grecia fissate al 25 gennaio si basa su due pilastri e un corollario.
Primo e fondamentale pilastro piĂ¹ volte illustrato dal leader di Siryza Alexis Tsipras: il “non ti pago” rivolto ai creditori della Grecia, il “non ti pago” rivolto a chi ha “in pancia” il debito pubblico greco pari a circa 300 miliardi abbondanti di euro.
E chi sono questi creditori, di chi sono queste “pance”? Non piĂ¹ speculatori finanziari piĂ¹ o meno misteriosi o privati pescecani della finanza internazionale. I privati che avevano crediti con la Grecia hanno diciamo così “giĂ dato”: i loro crediti hanno subito nel 2012 un hair cut, un “taglio di capelli” del 75 per cento. Quindi lo speculatore privato, il pescecane, la gatta maligna che affama i popoli ci ha almeno un po’ lasciato lo zampino. Contro prova ne è che alla Grecia i privati investitori soldi da allora non ne prestano piĂ¹, se erano “strozzini” si sono scottati dopo essersi ingrassati.
Da allora i soldi alla Grecia li hanno prestati i governi, gli Stati, le banche centrali e i contribuenti europei. Il 75% del debito pubblico greco è “in pancia” ai bilanci pubblici, alle banche centrali, ai contribuenti europei. Un calcolo approssimativo ma realistico dice che la Grecia deve 600 euro a ciascuno abitante dei 17 paesi dell’euro. Se Tsipras non paga in un modo o nell’altro pagheranno i contribuenti italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, olandesi…Seicento euro a testa di tasse.
ChissĂ , magari saperlo farĂ fare qualche ragionamento in piĂ¹ e spegnerĂ qualche entusiasmo tra i non pochi tifosi e aspiranti emuli di Tsipras in Italia. O forse no, forse neanche questo. PerchĂ© Tsipras stesso e anche i tifosi aspiranti emuli di casa nostra puntano sulla riuscita del bluff.
Eccolo il bluff: dichiaro che non pago il debito, che voglio sia tagliato nella sua entitĂ e che sia allungata la sua durata. Altrimenti esco dall’euro. Dall’euro non esco se voi riconoscete il taglio del mio debito. Voi vi spaventate perchĂ© non potete reggere la mia uscita dall’euro e mi tagliate il debito. Tutti felici e contenti proprio no visto che voi altri europei dovete mettere in carico ai vostri contribuenti un paio di centinaia di miliardi di euro, perĂ² ce l’abbiamo fatta a salvare capra e cavoli: la volontĂ dell’elettorato greco e l’unione monetaria.
Singolare bluff visto che è fatto a carte completamente scoperte. E bluff con grosse, gigantesche possibilitĂ di fallire. Se passa il principio, la possibilitĂ del “non ti pago”, se questo viene concesso ai greci perchĂ© mai non dovrebbe domani essere diritto anche degli spagnoli? Anche Podemos un domani non molto lontano al governo a Madrid potrebbe, farebbe di sicuro come Syriza ad Atene. Anzi, il “non ti pago” riconosciuto ai greci spingerebbe Podemos a vincere le elezioni.E perchĂ© mai il “non pago” dovrebbe essere negato agli italiani? E quindi via spalancata a M5S, Lega, Tsipras all’italiana e a quanti altri dal “non pago” sono piĂ¹ che tentati. E in Francia, in Belgio, ovunque vi siano consistenti e crescenti debiti pubblici.
Con lo sdoganamento del “non si paga” non è che salterebbe solo l’euro, in fondo è una prerogativa degli elettorati decidere se avere o no una moneta forte o se appoggiarsi a monete di cartone. Salterebbe di fatto l’Unione europea ma soprattutto salterebbe l’affidabilitĂ finanziaria e di bilancio di molti Stati costretti a chiedere credito e merci in moneta forte e a pagarli con moneta debole. Che vuol dire? Vuol dire finalmente vedersi pagato lo stipendio o la pensione da 1.300 euro in due milioni e seicentomila lire aumentate a tre milioni di lire al mese perchĂ© il nuovo governo italiano liberato di vincoli europei stampa denaro a debito. E comprarci con quei tre milioni al mese due terzi del cibo, dei servizi, delle merci che ci compravi con 1.300 euro. Il primo anno, perchĂ© dal secondo va scontata e detratta dal potere di acquisto un’inflazione non inferiore al dieci per cento se va bene.
Nessun governo europeo non fosse che per istinto di sopravvivenza consentirĂ a Tsipras il “non pago”. Altrimenti sarebbe inarrestabile diffusione del “non pago”. Quindi quando il bluff non funzionerĂ Tsipras dovrĂ scegliere se rovesciare il tavolo o ricominciare a giocare con le vere carte che ha. Se rinuncerĂ al “non pago” avrĂ probabilmente aiuti e crediti. Se non rinuncerĂ sarĂ , sarebbe, l’avvio di un conto alla rovescia elettorale-finanziario per l’Unione europea. L’ipotesi piĂ¹ probabile, e auspicabile, è che Tsipras sbatta la faccia contro il muro (augurandosi che i greci non si facciano troppo male). Non si puĂ² escludere perĂ², come con sospetto unanimismo oggi tutti si affannano a fare, che Tsipras sia il detonatore o anche meno, comunque l’ago che buca e sgonfia l’euro e l’Europa.
E il secondo pilastro della proposta elettorale? E’ quello interno: aumento delle pensioni, ripristino della tredicesima mensilitĂ , servizi come l’energia elettrica gratuiti o quasi ai meno abbienti…Ossigeno per una popolazione provata d anni di crisi e tagli. Ossigeno e progetto che affascina per la sua promessa di equitĂ sociale. Affascina ancor di piĂ¹ in un paese percorso da autentici fenomeni di pauperismo. PerĂ² il “secondo pilastro” è anche ambiguo nella formulazione di Tsipras: la giustizia sociale la pagheranno i greci che ancora non pagano le tasse come ricorda lo stesso leader di Syriza o la dovranno pagare i contribuenti italiani, tedeschi, spagnoli, francesi…non solo rinunciando ai loro crediti ma destinando altri miliardi ai prestiti alla Grecia?
Infine il corollario: per avere questi altri prestiti Tsipras non intende accettare le richieste di chi i miliardi li dovrebbe prestare, ad esempio un aumento dell’Iva greca sul turismo. E’ nel suo diritto ed è nel diritto dei greci rifiutare queste richieste. PerĂ², siccome i soldi che chiedono e hanno chiesto in prestito non sono piĂ¹ dei privati o degli speculatori ma sono soldi pubblici di tutti noi europei glieli dobbiamo prestare di fatto senza garanzie, anzi con la possibilitĂ concreta del “non pago” o almeno non tutto il prestito lo pago? E’ questa “l’altra Europa”, quella “dei popoli e non dei banchieri”, quella dove il piĂ¹ lesto e tosto frega il piĂ¹ lento e morbido? La risposta a Tsipras, ai tanti Tsipras d’Europa, se mai vorranno e potranno darla.
Un corollario scomodo della vicenda greca anche per la Bce e Mario Draghi: a fine gennaio Bce doveva, deve decidere se, come e quanti titoli di Stato europei comprare, tutti attendono la mossa se non come la manna dal cielo di certo come la benzina nel motore dell’economia continentale. Ma come farĂ , come farebbe la Bce a comprare titoli di Stato di uno Stato che dice “non pago”?
