Polverini… e scivoli “grillino”. Patrimoniale e slitti “renziano”

ROMA – Tarallucci e vino finali alla Regione Lazio, Renata Polverini che brinda alla “classe politica pulita” e rischi di diventar “grillino”. Mentre scivoli verso di là cerchi ma non trovi già pronto per aggrapparti nulla di meglio che un po’ di ironia e autoironia cinematografica, il Totò che diceva: “Poi dice che uno si butta a sinistra…”. E poi, anche se non si vedeva, era ovvio che il personaggio di quei film “a sinistra” non si buttava mai. “Poi dice che uno si butta con Grillo”…E come si fa a non pensarlo?

Leggi, apprendi l’impensabile. Non che ci sia una politica ladra, che ruba e malversa. Questa c’è dovunque, in Italia più che altrove, ma la politica ladra fa parte del panorama delle cose umane. Invece leggi e apprendi “cose che voi umani…”. I “bastioni di Orione”: consiglieri regionali, gente nel migliore dei casi normale, professionalità nel migliore dei casi standard, che hanno legali retribuzioni che vanno, tutto compreso, dai 16 ai 31mila euro netti più benefit. Perché questa gente deve legalmente guadagnare così tanto?”Cose che voi umani non avete mai visto” dice il replicante morente di Blade Runner e invece noi ora le vediamo: dai 16 ai 31mila euro netti al mese a gente che quasi mai, anzi leviamo pure il quasi, configura quel “migliore dei casi”, quell’essere normali e standard nelle competenze, lavoro e professionalità. La verità è che dai 16 ai 31mila euro netti al mese più benefit in Italia si danno per legge ai vincitori di una selezione alla rovescia: i socialmente peggiori.

E che fanno, di cosa si occupano questi da 16 a 31mila euro al mese netti più benefit? Ma “politica” ovviamente. E cosa è per loro la politica? E’ letteralmente “curare e avere rapporti con gli elettori”. E che vuol dire in concreto curare e avere rapporti? Vuol dire prendere denaro pubblico e portarci gli amici a cena o a pranzo, oppure pagargli la sala per un convegno, oppure passargli direttamente dei soldi e basta, oppure fargli avere un lavoretto pagato con soldi pubblici. Infatti almeno nel Lazio tutti i consiglieri regionali avevano almeno 100mila euro da spendere per “attività politica”. I più “bravi” arrivavano a trecentomila/mezzo milione. Ma perché in questo mondo impazzito è legale avere altri soldi per far politica? Con 16 e fino a 31mila netti al mese non ce la si fa a fare politica? Ti devono anche pagare telefono, auto e tutto il possibile rimborsabile? Se è così allora vuol dire che quei 16mila/31mila netti al mese cosa sono, il trofeo, conquistato, la vincita alla lotteria?

Anche se nessuno rubasse, è pazzesco, orribile, distorto un sistema che legalmente strapaga un consigliere regionale e poi lo innaffia e rinforza di ancora pubblico denaro per fare quello per cui sarebbe già lautamente pagato con lo stipendio. Come è pazzesco, orribile, distorto che alla politica vadano i rimborsi elettorali e poi i finanziam enti ai gruppi parlamentari e poi i rimborsi per le elezioni regionali e poi i finanziamenti ai gruppi consiliari regionali e poi i giornali politici e poi i Comuni. Anche se nessuno rubasse, nessuno truiccasse fatture, nessuno si facesse pagare il telefono della casa in Florida, nessuno lasciasse che le banconote dei soldi pubblici si attacchino come colla alle sue mani. Tutto questo succede, lo leggi, lo sai. Oggi nel Lazio, appena ieri in Lombardia, ogni giorno in Sicilia. E in Abruzzo e in Puglia e più o meno ovunque. Ma anche non accadesse mai e in nessun luogo è pazzesco, orribile, mostruoso che la politica, politica si fa per dire, sia così legalmente super pagata.

Il Lazio, la Regione per chi non lo sapesse o non se ne accorgesse in busta paga, assegno pensione o tassazione su impresa, dove le addizionali Irpef, la tassa che ogni mese si paga alla Regione, è la più alta d’Italia. E devo ogni mese pagare la sovra tassa per questi da 16 a 31mila euro netti al mese? E per questi che spendono 120 milioni l’anno solo per la Regione “istituzione”? Per questi il cui capo e massimo rappresentante, il governatore Polverini dopo aver detto che si “vergognava a uscire di casa” e che “chiudeva scusa per le ruberie” adesso annuncia “obiettivo centrato” perché forse da oggi in poi ci fanno lo sconto di dieci/venti milioni su quello che si mettono in tasca e si mangiano? Devo pagare le tasse per Batman, per Abbruzzese con due auto blu, per la loro politica che è quella di apparecchiare tavole e raccogliere commensali tanto paga lo Stato, cioè io? Rischi di diventar, scivolar “grillino”.

Tanto più che se non hai voglia di sederti a quei tavoli e metterti il tovagliolo, fuor di metafora se non vuoi stare vicino al Pdl e alla destra, allora cosa ti dice la sinistra? Ti dice che è pazzesco, orribile, mostruoso questa politica super pagata? No, ti dice che è welfare, spesa sociale, indispensabile ruolo e funzione pubblica. Sì, lo so maledizione che in termini quantitativi il problema non sono i miliardi che la politica si autoassegna, anche se ormai sono miliardi e quindi anche la quantità fa discreto volume. Sì, lo so che non tutti rubano. Sì, lo so che la politica non è azione intrinsecamente criminale e criminogena come crede ad esempio Di Pietro, come hanno sempre creduto i qualunquisti, cioè quelli che si fanno i c… loro e basta, in ogni latitudine e in ogni tempo, come credono anche un po’ di “grillini” e come, incredibile a dirsi, credono anche quelli che si credono “comunisti” senza saper bene cosa questo di nobile e ignobile nella storia sia stato. Sì, so un sacco di cose ma la “narrazione” della sinistra mi offre poco o nulla cui appigliarmi per non scivolar “grillino”.

Mi travestono da welfare gli appalti amicali e gli stipendi a prescindere nella sanità. Da servizio sociale dell’istruzione il servizio colloca prima o poi a stipendio, basso per carità, chiunque abbia preso un titolo di studio a bassissima difficoltà. Da indispensabile mano pubblica una pubblica amministrazione che è ostacolo prima ancora che allo sviluppo economico perfino alla serena convivenza. E soprattutto mi travestono da politica, politica “alta” per di più anche i loro di stipendi, finanziamenti e rimborsi. Anche, anzi soprattutto se di sinistra, uno pagato 16 mila euro al mese per fare il consigliere regionale non deve esistere e, se esiste perché così dice la legge, la sinistra in consiglio e in Parlamento deve dire che nessun altro soldo pubblico è dovuto alla politica, alla disponibilità di quel politico. Non lo dice, neanche lo balbetta e ti spinge, ti fa scivolare “grillino”.

Anzi la sinistra che forse potrebbe il prossimo anno andare a governare ti dice che se va a Palazzo Chigi metterà la patrimoniale, finalmente una tassa “giusta e equa”. Pierluigi Bersani, Susanna Camusso e Nichi Vendola appaiono più o meno d’accordo per una nuova imposta progressiva sulla casa, cioè proporzionata al suo valore, aggiuntiva dell’Imu. In modo che finalmente i ricchi paghino il prezzo e il peso della crisi. Già, ma a che cifra e valore uno comincia ad essere “ricco”? Qui di solito la sinistra si impantana e confonde perché dispone di una mappa del reddito e della ricchezza reale degli italiani se possibile ancora peggiore di quella della Agenzia delle Entrate. Da tanto tempo la sinistra in tema di ricchezza e tasse sui ricchi ragiona e calcola più o meno così: dunque, poiché la metà degli italiani dice, dichiara di vivere con ventimila euro l’anno di reddito, allora a quarantamila, facciamo cinquantamila, sessantamila e mi voglio rovinare, lì comincia la ricchezza. Peggio non si potrebbe ragionare e contare, la ricchezza privata degli italiani è maggiore perfino di quella dei tedeschi, ma gli italiani non la dichiarano, quindi Cgil e Pd dovrebbero buttare la mappa sulla quale si orientano.

Ma anche se la patrimoniale fosse davvero calibrabile e calibrata sulla ricchezza reale, anche se fosse la più giusta ed equa del mondo, pagarla per i 750mila euro annui che costano i 1.111 consiglieri regionali d’Italia? Pagarla per i miliardi di euro di spesa degli enti locali che la sinistra, sì, proprio la sinistra in prima fila, difende come tutta “sociale e di welfare”? Comprese le aziende pubbliche in perdita perché costruite e volute in maniera tale che possano solo perdere soldi perché la loro mission è appunto spargere soldi sul territorio? Compresi gli stipendi a manager che manager non sono ma solo persone in buone relazioni sociali con la politica che li nomina? Compresi i tanti ormai tantissimi che della politica, perfin senza rubar un euro, hanno fatto e la vivono come una carriera in banca, alle poste o a scuola e che però è più affascinante perché remunera dieci volte di più? Tutto welfare, tutto sociale? La patrimoniale perché la spesa pubblica possa ancora essere pari al 52 per cento del Pil? La patrimoniale non per meno tasse sulle imprese e/o sul salario, invece la patrimoniale perché questo ceto politico, in massima parte quello delle Regioni, Province e Comuni possa ancora arrivare a 16/31mila netti al mese a abbia ancora ciascuno dai cento ai cinquecentomila all’anno da spendere per far “politica”? Scivoli, sdruccioli a diventar “grillino”.

Ma qualcosa ti ferma, arresta lo scivolo. Leggi, apprendi, hai l’ulteriore conferma. Una consigliera del Pdl, sempre Regione Lazio, nelle more di un’intervista sulle sue spese, precisa: “Pagavo proprio le interviste. Con le emittenti televisive c’è questa usanza: realizzano un’intervista, un sevizio solo se a pagamento”. Non se lo inventa Lidia Nobili purtroppo questa dei giornalisti a pagamento e tariffa. Succede in Emilia, ora sappiamo anche nel Lazio e più o meno è lecito supporre succeda ovunque. Niente predica, niente morale. Però il giornalismo a tariffa, l’intervista pagata ti ricorda che la società civile, la “gente” è assolutamente omologa ai politici che vota. Di sicuro negli usi, costumi e “valori”.

Batman Fiorito molto prima che trovarlo in un Consiglio regionale lo trovi in spiaggia, al bar, in ufficio. Farsi pagare il più possibile, di dritto e rovescio, a nero, grigio, bianco, farsi pagare, prendere, allungare le mani su almeno una fettina della gran montagna dei soldi pubblici è lo sport, la cultura e la “mission” nazionale. Non puoi scivolar “grillino”, non ti resta neanche questa consolazione perché sai che la “gente” non è “meglio”. Sai che ramazzato un ceto politico, quello di Tangentopoli, ne venne fuori un altro, quello dei “berluscones”. Sai che se decentri e federalizzi, vai verso il basso, peggiora la qualità del ceto politico e amministrativo. Sai che di ramazzata popolare in ramazzata popolare si arriva inevitabilmente a un solo uomo al comando. Per chi non avesse mai letto un libro di storia, un po’ di fresca memoria su Berlusconi che era quello che andava votato perché spazzava via i vecchi politici. Sai che Grillo è un sintomo serio ma come cura non vale nulla anzi aggrava.

E resti quindi aggrappato su terreno scosceso e arido. La politica oscena e orrida, ancor prima di essere ladra. Abitata soprattutto dalla destra ma non solo dalla destra. E la sinistra che è sotto bandiera e soggezione, sotto incantamento e ricatto, sotto amor folle e cieco di ogni euro pubblico da spendere, al punto di non essere più capace distinguere e discriminare tra rendita corporativa, privilegio di casta e spesa davvero sociale. E il “grillismo” ci puoi scivolare, ma se conosci la storia lo eviti. Aggrappato ma sempre più solo, con però la tentazione a stento repressa, ma sarà giusto reprimerla, di fare una pernacchia almeno una volta, anche per interposto Grillo o Renzi, a tutte le Polverini d’Italia quando dichiarano che “esiste una classe politica pulita”.

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Mino Fuccillo