Per esempio le parole della telefonata che ho fatto ad una persona appena ho sentito in televisione che mio marito era stato ucciso, parole che la Minardi ha fatto sue. La cosa più strana è che quelle mie parole erano state verbalizzate dalla polizia il giorno stesso della morte di mio marito, cioè il 2 febbraio 1990. In un certo senso la Minardi, in alcune pagine, si è messa al mio posto… Tutto ciò non è altro che una conferma di come oltre ai documenti processuali e alle foto della tomba di mio marito qualcuno abbia potuto vedere anche i verbali delle mie testimonianze. Non c’è altra spiegazione.
– Esattamente, chi ha presentato la querela contro Notariale?
La querela è stata presentata da me e dai miei cognati Luciano e Marco, tramite i nostri avvocati Lorenzo Radogna e Maurilio Prioreschi.
– Avete presentato altre querele?
Ne abbiamo presentate talmente tante che ne ho perso il conto. Due contro “Chi l’ha visto?”, per una delle quali siamo in attesa di sentenza a giorni, l’altra invece è stata rinviata a febbraio 2012. Una querela è contro il settimanale “Gente”, una contro “Panorama”. Sono tutte cause civili per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa. Una querela è stata presentata per competenza territoriale al Tribunale di Perugia per fuga di notizie dagli atti delle magistratura romana. Infine una recentissima, a carattere penale, contro Il Messaggero.
– Ne avete presentataanche già vinta una contro Panorama. Con quali motivazioni?
La causa contro Panorama per un articolo scritto dal vaticanista Ignazio Ingrao, è stata una causa civile per violazione della privacy. La causa si è tenuta a Milano e l’ho vinta per forte violazione della privacy: il giornalista era entrato nella mia vita più intima, quella dei miei familiari. Io e mio marito abbiamo abitato per più di un anno, fino alla sua morte, in piazza della Torretta. Proprio di fronte all’Ordine dei giornalisti del Lazio nonché a due passi dal Comando dei Carabinieri. Nessuno si è accorto del “terribile bandito” che abitava di fronte a loro. Però a 15 anni dalla sua morte è diventato comodo gettargli addosso fango, dato che un morto non può certo difendersi”.
– Quali sono i punti salienti della querela contro Notariale?
Tutto ciò che è stato scritto in quel libro! Vi si riportano dichiarazioni dei cosiddetti “pentiti” della Magliana, Antonio Mancini e Fabiola Moretti, ma senza specificare che sono state rese in fase di indagini preliminari in un altro processo, quello per l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, e poi smentite dalle sentenze. A pagina 18 la Notariale riporta le accuse di omicidio formulate nei confronti di De Pedis, ma omette di aggiungere che è stato assolto con sentenze passate in giudicato. Con questo modo di procedere, che calpesta la realtà e la verità accertata dai magistrati, io potrei accusare la Notariale e la Sciarelli di qualunque delitto. Nel libro la Minardi ritorna sulla sepoltura di mio marito e su altro ancora, per poi dire a pag. 229 che Enrico si è macchiato di innumerevoli delitti quando mio marito ha avuto invece in tutta la sua vita una sola ed unica condanna, per una rapina compiuta quando aveva appena 20 anni, nel 1974, per la quale ha interamente scontato la pena. Solo nel capitolo 16, la Notariale si decide a dire che la sua eroica supertestimone è passata per ricoveri in ospedali psichiatrici. Basti dire che il capitolo si intitola “Malattie mentali in fondo a destra”. Ma allora perché avvalorarne le parole?
A pagina 194 la Minardi afferma che il 31 gennaio 1990 (2 giorni prima della morte) De Pedis è a andato a prenderla in Brasile, mentre nell’intervista rilasciata nel 2006 a “Chi l’ha visto?” la stessa Minardi dice che, fuggita in Brasile per il dolore di avere appreso che Enrico avrebbe sposato me, non lo aveva visto più visto fino al giorno prima che lo uccidessero. La Minardi afferma che il 1° febbraio ’90 Enrico la rintraccia a Monteverde e che il 2, giorno della morte di mio marito, era stata a spasso con lui. Ma che non sia vero lo dimostra quanto accertato in via definitiva. Per esempio, il giorno prima di morire Enrico era a cena a casa nostra, con amici e un fratello.
Il capitolo 19 supera tutti gli altri: Minardi parla del rapimento ed uccisione da parte di mio marito di una bambina, definita “una zingarella”, ma non sa dire perché sarebbe stata uccisa nonostante affermi che lei era presente al delitto.
– Sabrina Minardi dice che era fidanzata con Enrico De Pedis. E che lo è stata per ben dieci anni.