Donatella Galli, la esponente della Lega anti meridionali, continua a essere al centro di una controversia che ha travolto il web.
I punti fermi sembrano essere questi:
1 Donatella Galli riconosce di essere l’autrice dell’invocazione ai vulcani che facciano sparire il Meridione d’Italia sotto il mare; lo fa in una intervista telefonica a La Zanzara, su Radio 24, nella quale minimizza e riduce il tutto a una “barzelletta”, qualche parola di cattivo gusto sotto una fotografia trovata su internet; dichiarazioni telefoniche che si possono ascoltare su questo link.
“Una barzelletta stupida quanto vuole, però una barzelletta, stupida battuta, sono io la prima a dire che è pero una battuta, Avevo preso il disegno, su internet, mi sembrava buffo, e commentato con forza Etna forza Vesuvio forza Marsili, per me una barzelletta. Se mi dite che era troppo pesante, non ha fatto ridere va be’ puo anche darsi, del resto se lei racconta a una suocera una barzelletta sulle suocera questa qui s’arrabbia”.
Poi invece
“qualcuno ci ha messo del suo”
ed è cominciata la baraonda.
2 Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini prende posizione e annuncia “querele per i falsi su internet”, ma, attenti, non sul disegno che ha scatenato la polemica, dove si vede il Meridione sott’acqua, se la prende solo con le immagini che accostano i simboli della Lega a un forno crematorio. In altre parole, tutela l’immagine del partito ma prende le distanze dalla Galli.
Il post con la foto della Galli, i simboli della Lega e il forno sarebbe, secondo Salvini come secondo la Galli, un fotomontaggio frutto di una oscura manovra. La Galli afferma:
“declino qualsisi responsabilità perché io non le ho fatte, sto cercando di capire da che parte arrivino”.
3. Il mistero di Facebook: stando alle parole di Donatella Galli è poco più di un colabrodo. Infatti la Galli nega di averee tolto lei il post dalla sua bacheca, ma lo avrebbe fatto qualcuno a sua insaputa: non lo ha rimosso lei, afferma la Galli nell’intervista, è
“sparito a un certo punto dalla mia bacheca, non c’è più stato”.
Ma nel web non tutti sono convinti, tant’è che le polemiche infuriano ancora. Insomma, si chiedono in molti: è o non è la consigliera provinciale monzese Donatella Galli, leghista da anni, l’ideatrice del manifestino che auspica per i meridionali d’Italia una fine come quella che Hitler riservò agli ebrei?
E come nasce la vicenda che la vede accusata su Facebook – dal gruppo Giornalisti on Line, con 8.221 iscritti – di averlo creato lei quel manifestino? Di averlo creato, vale a dire, così come ha creato nella sua pagina Facebook il manifesto con la foto satellitare dell’Italia sprofondata in mare, eccetto la cosiddetta Padania, sotto il titolino “Il satellite vede bene, difendiamo i nostri confini”. E a fugare ogni dubbio ecco sotto quella foto il commento invocazione firmato Donatella Galli: “Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili!!!”. Marsili, lo ricordiamo, è il gemello sottomarino dei vicini vulcani delle Eolie.
Una provocazione certo, anzi “una barzelletta” secondo la sua autrice e una evidente goliardata secondo il dirigente provinciale della Lega Dionigi Canobbio, ma sicuramente di pessimo gusto. Anche perché la prima volta che è comparsa sui muri e i cavalcavia della Padania la scritta a caratteri cubitali “Forza Etna!” è stato quando negli anni ’80 la lava dell’’Etna ha minacciato a più riprese sfracelli. E auspicare l’inabissarsi in mare di due terzi dello Stivale, Sicilia compresa, in definitiva significa auspicare il passaggio a miglior vita dei due terzi dei 60.776.531 italiani censiti al 30 settembre dell’anno scorso: tra i 30 e i 40 milioni di esseri umani. Senza contare gli italiani nati nel frattempo e gli extracomunitari non censiti…
Difficile ricostruire con esattezza le date, perché nella bacheca Facebook della Galli non c’è traccia né del volantino forse anzi probabilmente apocrifo che invoca i forni crematori per i meridionali né di quello invece sicuramente autentico che invoca la scomparsa dello Stivale eccetto Padania e Sardegna.
Il punto debole delle spiegazioni della Galli è il suo sostenere che non è stata lei a cancellare dal suo profilo Facebook la foto dell’Italia troncata, ma che è scomparsa da sola. Nessuna traccia neppure della marea di insulti che hanno sommerso la bacheca della Galli non appena nella Rete ha cominciato a circolare la foto dell’Italia amputata. Anzi, nelle ultime ore è scomparsa dalla bacheca Facebook della consigliera monzese anche la foto che la ritrae sorridente in primo piano, foto sostituita dal simbolo botanico della Lega: vale a dire, dalla famosa foglia a sei punte dentro un cerchio, il tutto rigorosamente color verde padano.
Sta di fatto che della goliardata dell’Italia inghiottita in gran parte dal mare hanno parlato e parlano decine e decine di siti on line, comprese le edizioni locali – dal Nord alla Sicilia – di giornali come Monza Today e Catania Today. Ne parla anche un blog del sito Internet del settimanale L’Espresso.
La marea monta, pare che nel web siano improvvisamente comparsi vulcani virtuali come l’Etna, il Vesuvio e il Marsili per fare a gara a chi erutta più insulti e maledizioni contro la malcapitata leghista. A un certo punto lo tsunami sbarca nella pagina Facebook Giornalisti on Line: due iscritti al gruppo pubblicano il manifestino che Salvini e Galli affermano essere falso. L’effetto è quello del drappo rosso agitato davanti al toro. Avanzo per prudenza l’ipotesi, con un apposito commento, che si tratti di un fotomontaggio perché mi sembra impossibile ci possa essere chi fa certe cose, ma nessuno smentisce l’autenticità della strana goliardata. Non la smentisce neppure Donatella Galli, la cui bacheca Facebook appare stranamente priva di qualunque riferimento alle polemiche dilaganti. E, cosa strana, nessuno l’ha smentita neppure dopo l’accusa di falso e l’annuncio di querele da parte di Salvini, tant’è che ancora oggi il dileggio e gli insulti contro la consigliera provinciale si sprecano. Anzi, ci sono altri gruppi Facebook – come per esempio “Donatella Galli,uno dei Tanti Politici da Cancellare”, che mostrano sempre più indignati proprio quel manifestino.
Se si tratta di un falso siamo i primi a esserne contenti. Ed è bene che scrivendone sia scoppiato il caso, altrimenti chissà cosa poteva ancora partorire il web a danno anche della stessa Galli attribuendole di tutto. Peccato però che non sia un falso la goliardata della vulcanica invocazione scherzosa di far sprofondare in mare oltre metà dell’Italia. E degli italiani.
Peccato soprattutto perché Donatella Galli non è una giovane studentessa: è un consigliere provinciale di una delle province più ricche e importanti d’Europa. Anche se Monti ha deciso di eliminarla dalla scena amministrativa, Monza è una delle zone principali d’Italia e l’idea che esprima una classe politica di questa leggerezza goliardica non può che inquietare. Perfino da dentro il partito di Berlusconi gridano: basa con le barzellette.