Donatella Galli e la sua “barzelletta” sul Meridione finito sott’acqua: credo di poter chiudere la storia con una ricostruzione precisa, che conferma il grave errore di giudizio da parte della stessa Galli, aggravato dalla carica pubblica da lei ricoperta, ma che apre anche una finestra inquietante sulle trappole e sui pericoli che si incontrano a ogni click nella giungla di internet.
Alla fine, però, nonostante trucchi, e-mail false e bugie varie, abbiamo appurato come sono andate realmente le cose per quanto riguarda la chiusura della pagina Facebook della Galli, che non lascia certo un alone di santità nemmeno attorno agli implacabili nemici della Galli stessa, gli aderenti alla Polizia Postale Web Site Fans.
Donatella Galli, come è ormai noto, aveva goliardicamente tifato per lo sprofondamento in mare di tutto il Sud Italia più la Sicilia: su questo ormai non ci sono dubbi, come non ci sono dubbi, che la si veda da sinistra come da destra, sulla gravità morale e sull’errore politico del gesto della Galli.
Allo stesso modo e con altrettanta chiarezza dobbiamo escludere , e su questo abbiamo qualche punto fermo, la responsabilità della Galli per quanto riguarda il manifestino attribuito alla stessa Galli, quello che auspicava addirittura camere a gas e forni crematori per i meridionali.
1) – A decidere di chiudere il suo profilo Facebook è stata la stessa Galli il giorno successivo alla seduta dei 36 membri del Consiglio Provinciale di Monza del giorno 8 novembre. A quanto ha rferito il consigliere provinciale Alberto Dell’Oro, dell’Italia dei Valori, nel corso della seduta, infatti, la “barzelletta” della Galli, come lei stessa l’aveva definita in una intervista al sito del Corriere della Sera, è stata duramente stigmatizzata dai consiglieri dell’Italia dei Valori e da quelli del Pd ed è stata inoltre criticata anche dallo stesso presidente della Provincia, Dario Allevi, ex An. Lo stesso Allevi già il giorno 5 aveva dichiarato di prendere “inequivocabilmente ed in maniera netta le distanze dal Consigliere Provinciale Donatella Galli che, sulla sua bacheca di Facebook, avrebbe augurato al Sud dell’Italia “disastri e catastrofi naturali””. Queste le altre parole di Allevi:
“Devo dire che sono senza parole, mentre siamo tutti concentrati a difendere la Provincia di Monza e Brianza, c’è chi la mina con dichiarazioni farneticanti. Quelle usate dal Consigliere Galli sono parole intollerabili ed ingiustificabili sotto ogni punto di vista ed è per questo che chiedo scusa, come rappresentante legale dell’Ente, ai tantissimi cittadini che ci hanno inondato di mail di protesta e che si sono giustamente sentiti offesi da un amministratore provinciale. Ora, però, mi auguro che arrivino anche le scuse del Consigliere per mettere una pietra tombale sopra questa triste vicenda”.
Scuse che però non ci sono affatto state, motivo per cui il giorno 8 è arrivata la bordata di critiche dai colleghi del Consiglio provinciale. Preso atto della situazione, il giorno dopo la Galli anziché scusarsi ha deciso di sparire da Facebook.
2) – L’ufficio stampa del social network ieri mi ha avvisato che è falsa l’e-mail firmata “Giuly User Operation Facebook” inoltratami dal fondatore della pagina Polizia Postale Web Site Fans, signor Andrea Mavilla, a riprova che la scomparsa della Galli è avvenuta su sua segnalazione. Mi è stato spiegato anche che nello staff italiano non esiste nessuna Giuly. L’e-mail a firma “Giuly” in un primo momento era parsa in regola a chi avevo consultato all’interno del social network, ma poiché nutrivo dei dubbi ho chiesto verifiche e controlli a livello più elevato. Il responso non lascia adito a dubbi.
3) – L’indebita auto attribuzione di meriti è stata resa possibile dal fatto che Donatela Galli ha chiuso la sua pagina inaspettatamente e senza darne notizia alcuna. Per giunta, non me aveva neppure accennato nelle interviste. Nel clima avvelenato dall’eccesso di polemiche e accuse infuocate era prevedibile che una scomparsa così repentina e priva di annunci potesse ingenerare equivoci e millanterie. E infatti…
Destava qualche sospetto sia il tono stranamente amichevole della mail firmata “Giuly” sia la mancanza della data di spedizione della mail alla quale “Giuly” rispondeva: mancava cioè la data all’e-mail con la segnalazione che Mavilla sosteneva di avere inviato allo staff di Facebook. Meglio però stare al gioco perché se fosse stato infine appurato che si trattava di un falso ci sarebbe stata finalmente una possibile traccia per la pista più importante: chi può avere avuto interesse a costruire o ad avvalorare l’altro volantino attribuito alla Galli? Quello cioè con l’invocazione dei forni crematori per i meridionali che ha fatto tracimare la marea di proteste in insulti e offese non solo contro Donatella Galli e la incolpevole Lega Nord.
E’ un fatto che il volantino apocrifo nasce dopo che Andrea Mavilla ha postato sulla pagina dei Fans un commento relativo a quanto scritto da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, sulla propria bacheca. Nel suo commento il fondatore dei Fans fa notare che quando la Galli tifa per i vulcani perché facciano sparire mezzo Stivale ne “implora il risveglio in modo da sterminare e distruggere l’intero Sud Italia”. Commento incendiario, visto che ha provocato una massa di commenti infuocati da parte dei Fans inviperiti.
Mavilla su Facebook racconta che l’anno scorso per tendere assieme alle Iene di Canale 5 una trappola al “più grande truffatore seriale, che da circa 10 anni, truffa quotidianamente centinaia di utenti”, ha creato un falso profilo Facebook, come spiega dettagliatamente qui. . Non si può quindi escludere che il demenziale volantino col forno crematorio per i meridionali, che ha giustamente fatto infuriare Salvini, sia stato confezionato da qualche ammiratore di Polizia Postale Web Site Fans memore del falso già operato con le Iene.
Il mio articolo intitolato “Donatella Galli e Facebook: il giallo non copra parole d’odio” nella versione originale si concludeva non a caso così:
“Se scoprirò che sono rimasto vittima di una inganno, di un fake come si dice in gergo, cosa peraltro possibile perché non ho il dono dell’infallibilità, sarà comunque stato utile sollevare l’intera vicenda con l’annesso can can. Infatti, visto che Donatella Galli sostiene che pur essendo suo il volantino “vulcanico” è invece falso quello che auspica i forni crematori per i meridionali, avremo finalmente una possibile pista per capire chi sono i falsari. E la consigliera provinciale avrà quindi di che ringraziarci”.
Tale parte finale però, per evitare di insospettire gli “insospettabili” di Polizia Postale Web Site Fans, all’ultimo momento si è deciso di tagliarla.
Mavilla nella bacheca dei Fans mi ha voluto gratificare definendomi “uno dei migliori giornalisti italiani”. Le laudi eccessive mi hanno sempre insospettito, e in questo caso hanno aumentato i sospetti che già nutrivo. Strano comunque che Mavilla abbia creduto che quello che per lui è “uno dei migliori giornalisti italiani” non sarebbe andato fino in fondo a questa bruttissima faccenda.