E poiché don Vergari era il rettore della basilica di S. Apollinare dove fino a quattro anni fa dormiva il sonno eterno De Pedis, ecco che le schegge del tormentone fatto esplodere da “Chi l’ha visto?”, sulla base di una poco attendibile telefonata anonima, hanno colpito sia pure solo di striscio anche don Vergari. Il quale non s’è mai curato di nominare un avvocato, tant’è che gli è stato consigliato, anche da me quando l’ho intervistato, di nominare qualcuno che conosceva bene la materia visto che lui di questi vari “misteri” ignora assolutamente tutto.
Avvocato di Vergari è stato infine nominato Maurilio Prioreschi, che conosce vita, morte e miracoli, tra l’altro, anche del pluriassassino Antonio Mancini, accusatore smascherato dai magistrati più volte come inattendibile già nei processi degli anni ’90, quando ha tentato invano di passare per pentito per non restare in carcere a vita. Cionondimeno Mancini è teste attendibile sia per Federica Sciarelli, conduttrice del succitato programma televisivo e coautrice con lui del libro “Con il sangue agli occhi”, che per Fabrizio Peronaci, che lo ha intervistato sul Corriere della Sera.
Purtroppo a questa ulteriore tappa della via crucis di don Vergari si sono prestati in studio Pietro Orlandi, la sorella Natalina e suo marito Mario Ferraris, forse troppo stanchi e non troppo lucidi a causa del sit-in iniziato alle 9 in piazzale Clodio per protestare contro l’eventuale archiviazione. Dicevamo delle memorie di opposizione presentate dai quattro legali. Quello di Pietro Orlandi, avvocato Massimo Krog, è il documento che punta più decisamente sulla cosiddetta banda della Magliana.
Cosa molto strana, Krogh ha virato di 180 gradi rispetto alla “superteste” Sabrina Minardi, che dagli schermi di “Chi l’ha visto?” prima ha negato a lungo di sapere qualcosa del mistero Orlandi e poi dagli stessi schermi ha accusato il prezzemolo in ogni minestra De Pedis. In tutte le interviste date nel frattempo Krogh si è sempre mostrato molto scettico sull’attendibilità della Minardi.
Ora invece sono diventate l’asse portante della sua opposizione alla richiesta di archiviazione: 14 pagine dove si sorvola sul fatto che nel frattempo i magistrati hanno cestinato la “supertestimonianza” Minardi cercando nel contempo di avere nei suoi confronti una certa pietà umana. A suo tempo prostituta “d’alto bordo”, come lei stessa ha ammesso con i magistrati, è stata più volte ricoverata in centri di disintossicazione dalla droga e infine ricoverata in un centro per malattie mentali. Quello nel quale l’ha scovata “Chi l’ha visto”.