Napolitano in ogni caso si frega le mani. A occhio e croce pare evidente che punta a un nuovo settennato al Quirinale. Ora che ha messo sotto tutela anche il Cavaliere e il suo governo, superando così gli attriti precedenti, chi più di Giorgio Napolitano può dare garanzia di essere super partes e rappresentare tutti gli italiani anche nel caso che Bossi faccia davvero cadere Berlusconi? Gianni Letta, ufficialmente il candidato di Berlusconi? Giuliano Amato, l’eterna “riserva della Repubblica” ormai finita nel dimenticatoio? Suvvia, siamo seri: con la manna insperata della guerra in Libia l’attuale capo dello Stato in fatto di garanzie surclassa tutti. Perfino l’età, ancor più avanzata alla scadenza del settennato, diventerebbe in tal caso un punto a favore del Grande Vecchio quirinalizio.
Ma a proposito di Libia: è possibile immaginare come andrà a finire, con la cosiddetta “rivoluzione” dopo due mesi ancora ferma più o meno ai nastri di partenza? Gheddafi, per quanto detestabile, è ancora in sella con tutta la sua famiglia e annesso grande clan tribale. Sì, uno scenario è possibile immaginarlo: ed è quello – già rodato con successo sull’altra sponda dell’Adriatico – della balcanizzazione, che non è detto debba essere solo della Libia. Ma è bene cominciare il discorso parlando, in apparenza, d’altro.
Strano. L’egiziano Mohamed El Baradei, premio Nobel per la pace nel 2005 ed ex-direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), che vigila per impedire la proliferazione di armi nucleari, pubblica un libro contemporaneamente in Italia e nel mondo dal titolo maledettamente interessante, ”L’Età dell’Inganno. Le minacce nucleari e l’ipocrisia delle nazioni”, ma a parte Blitzquotidiano.it non ne ha parlato quasi nessuno. Perché? Perché nelle 372 pagine El Baradei ha scritto troppe frasi che in piena guerra “umanitaria” contro la Libia suonano scomode, frasi come questa: ”La guerra irachena ha insegnato che l’inganno deliberato non è solo praticato da piccoli Paesi governati da spietati dittatori”.
