La creazione dello Stato della Palestina e la sua ammissione all’Onu come osservatore è stata appoggiata a rande maggioranza dal Parlamento europeo. La mozione di appoggio alla richiesta che il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas, noto anche come Abu Mazen, presenta oggi 29 novembre all’Onu, è nata su proposta dei Verdi Europei e ha raccolto ben 447 voti contro 113 contrari e 65 astensioni.
Cosa incredibile, la risoluzione è avvenuta lo scorso giovedì 22, ma in Italia non ne ha parlato assolutamente nessuno, eccetto un paio di pagine su Facebook e il sito Assopace dell’ex vicepresidente del parlamento europeo Luisa Morgantini.
La clamorosa novità – che al Palazzo di Vetro vuole il non ancora nato Stato della Palestina sullo stesso piano dello Stato del Vaticano, osservatore per ora senza diritto di voto – è contenuta nel paragrafo 6 dei 9 che costituiscono la mozione approvata, reperibile in versione integrale con questo link.
Questo il testo del paragrafo: “[Il Parlamento Europeo] sostiene, a tale proposito, la domanda presentata dalla Palestina per diventare uno Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, ritenendolo un passo importante al fine di conferire maggiore visibilità, solidità ed efficacia alle richieste della Palestina; invita gli Stati membri dell’UE e la comunità internazionale, a questo riguardo, a trovare un accordo in tale direzione”.
La novità è stata ovviamente accolta con contrarietà alla Casa Bianca e anche con stizza dal governo di Tel Aviv, messo però in imbarazzo da un particolare: l’artefice del successo della mozione di appoggio allo Stato della Palestina è stato l’ex leader della contestazione giovanile francese Daniel Cohn Bendit, figlio di genitori entrambi ebrei e pertanto, almeno dal punto di vista identitario, ebreo anche lui.
“Francamente non capisco il perché del silenzio dei mass media italiani su una risoluzione che sta creando attese e forti polemiche in molto Paesi europei”, ci ha detto Paolo Bergamaschi, consulente per la politica estera dei Verdi nel parlamento europeo.
E ha concluso: “Nonostante quello che si crede, il nostro parlamento funziona. E pur in assenza di una politica estera comune della Comunità Europea sa prendere decisioni importanti anche in questo fondamentale settore”.