Pino Nicotri

Plastica andata male, l’allungamento del pene non è riuscito, il chirurgo delle star deve pagare 30 mila euro

Plastica al pene, non tutte le ciambelle riescono col buco. Anche nel campo dell’allungamento e ingrossamento chirurgico del pene. Il chirurgo plastico delle celebrità Zeferino Biscaia Fraga, famosissimo e spesso sui giornali per gli interventi alle star sue clienti, è stato condannato a pagare un risarcimento di 30 mila euro a un suo paziente. A costui, oggi 65enne, nel 2010 aveva aumentato le dimensioni del pene. 

La Corte d’Appello di Lisbona, ribaltando la sentenza di primo grado, ha sentenziato che il risultato dell’intervento non è stato quello atteso.

Perché il paziente è rimasto affetto da disfunzione erettile. Nella sentenza si legge questo.

Non gli si alzava più dopo la plastica, ha tentato il suicidio

L’uomo in questione:

“Ha sofferto frequenti stati depressivi con isolamento, cambiamenti di umore, periodi di maggiore aggressività con due tentativi di suicidio. Nonostante i vari interventi correttivi a cui è stato sottoposto, ha delle conseguenze. Sia sul piano estetico, sui fenomeni dolorosi. E soprattutto sul piano sessuale ed emotivo”.

Nel 2010 l’allora 54 enne cliente di Biscaia Fraga si è sottoposto a vari trattamenti chirurgici di abbellimento, compresa la liposuzione e il ringiovanimento del viso. Poi però ha notato che non tutto andava per il verso giusto. La sentenza infatti rileva:

“Il pene non aveva l’elasticità che fino a quella data reggeva, era morfologicamente difettoso. E, quando in posizione erettile, presentava noduli per tutta la sua lunghezza. Che gli provocavano un dolore insopportabile e gli impedivano di compiere qualsiasi atto sessuale, che lo portava lui estremamente preoccupato, disgustato e infelice”. 

E rileva anche che  il paziente

“aveva una grave disfunzione erettile, una grave deformazione del corpo del pene, (…) la presenza di più noduli sottocutanei”, tra gli altri problemi “.

Un difficile intervento di chirurgia plastica

Motivo per cui il paziente in questione nel 2013 e 2014 si è sottoposto a due interventi di ricostruzione del pene. Ma la situazione semmai è solo peggiorata. Nella sentenza infatti si legge:.

“Ha sofferto frequenti stati depressivi con isolamento, cambiamenti di umore, periodi di maggiore aggressività con due tentativi di suicidio. Nonostante i vari interventi correttivi a cui è stato sottoposto, ha delle conseguenze, sia sul piano estetico, sui fenomeni dolorosi e soprattutto sul piano sessuale ed emotivo ”.

Come se non bastasse, la donna con la quale aveva una relazione amoroso la ha mollato. 

Biscaia Fraga si difende affermando che il paziente ha avuto un aumento significativo delle dimensioni del pene, ma non si è mai presentato alle periodiche sedute di controllo. Motivo per cui per il chirurgo non è stato possibile controllare in particolare l’uso del dispositivo estensore.

Biscaglia Fraga alla stampa afferma che il suo paziente

“non si è presentato per le visite di controllo postoperatorie. Inoltre, ha saltato sessioni di fisioterapia e non rispettava le regole minime”.

I 30 mila euro li paga l’assicurazione

I 30 mila euro li pagherebbe comunque non il chirurgo, bensì la compagnia d’assicurazione con la quale per prudenza e senso di responsabilità ha stipulato una polizza da molti anni. Ma “per amore dell’onore professionale” Biscaia Fraga, mai condannato in vita sua, è deciso a ricorrere al Tribunale Supremo di Giustizia. 

Conclusione: il pene a quanto pare non è stato allungato a dovere, però in compenso è sicuro che viene ancora allungato il già lungo iter giudiziario. 

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Marco Benedetto