Promosso maggiore dopo avere prestato servizio in Angola e partecipato alla guerra in Guinea Bissau, de Calvalho aderì al Movimento delle Forze Armate e promosse la costituzione dell Giunta di Salvezza Nazionale. Promosso generale nel ’74 e nominato comandante della Regione militare di Lisbona, nel marzo ’75 entrò a far parte anche del neonato Consiglio della Rivoluzione. Sconfitto dagli ambienti conservatori militari perse le elezioni a presidente della Repubblica del ’76, venendo infine processato e condannato con l’accusa di avere appoggiato frange estremiste e terroriste dell’esercito.
Lourenço ha rivelato che
”Nella progettazione delle operazioni della rivoluzione Macedo fu di enorme importanza. Il suo ruolo è stato decisivo nel conquistare e organizzare lo spazio dove venne installato il posto di comando del Movimento delle Forze Armate. Con la sua unità, la RE1, ha organizzato, preparato e coordinato le operazioni da Pontinha, dove Otelo Saraiva de Carvalho e il suo team hanno diretto tutte le operazioni”.
Intervento decisivo
In una delle operazioni chiave Luís Macedo era corso nella grande Praça do Comércio (Piazza del Commercio) di Lisbona. Per portare aiuto decisivo al capitano 29enne Salgueiro Maia, reduce anche lui dalla guerra coloniale. E diventato famoso col film Capitani d’aprile. Nel film, presentato al festival di Cannes del 2000, la figura di Maia è stata interpretata da Stefano Accorsi. Nel frattempo però anche Maia era stato spinto ai margini dal blocco militare conservatore. Che prese a perseguitare i protagonisti del Movimento dei Capitani. Maia tornò nell’ombra e morì malato e dimenticato agli inizi degli anni ’90.
Macedo non ha avuto sorte migliore. Lourenço si è infatti rammaricato che sia stato successivamente
“una delle vittime dell’emarginazione e della persecuzione che la struttura politico militare ha sottilmente promosso contro i Capitani di Aprile, inducendolo a ritirarsi dalla carriera militare e andarsene a vivere in Mozambico. Il suo carattere e la sua etica non gli hanno permesso di andare d’accordo con incompetenza, ipocrisia e cieca ignoranza. L’esercito ha perso uno dei suoi uomini migliori”.