Ma tutto ciò era chiaro già da parecchio tempo e non era sufficiente a convincere Parigi e Berlino ad apprestare cinture di salvataggio a prova di default. Meno noto è che nel caso del Portogallo, altro paese a rischio, sono le banche spagnole ad essere le più esposte, circa 85 miliardi, seguite nuovamente da quelle tedesche (36 miliardi) e francesi (27). Quando poi nel novero dei debiti sovrani a rischio sono entrate la Spagna e l’Italia, Parigi e Berlino si sono rese conto che non si poteva più far finta di niente: ancora una volta le banche dei due paesi più forti dell’euro erano le più esposte. Ad esse si debbono aggiungere le banche inglesi: la Gran Bretagna è fuori dall’euro ma gli istituti di Sua Maestà sono ben dentro l’occhio del ciclone, inzeppati come sono di titoli dei Piigs. Non è un caso che ultimamente anche d’oltre Manica si siano levati pressanti inviti a interventi in difesa dell’euro.
Per parlare solo dell’Italia, basti ricordare che oltre la metà del nostro immenso debito pubblico è nelle mani di investitori stranieri (trattasi di circa 800 miliardi di euro) e, ancora una volta, Francia e Germania, con Stati Uniti e Cina, sono i più appassionati collezionisti di Btp (o perlomeno lo erano fino a pochi mesi orsono: oggi se ne libererebbero volentieri ma temono le perdite in conto capitale e i relativi contraccolpi sulla loro stabilità finanziaria). In Germania, per la verità, le aziende di credito si sono date da fare per alleggerire la loro posizione sull’Italia. Ma, si sa, queste operazioni hanno il fiato corto, innescano circoli viziosi: in una situazione di insicurezza, la vendita di una quota dei titoli posseduti può provocare cadute più che proporzionali nel valore di quelli che rimangono in portafoglio e risultare una cura peggiore del male.
Comunque, tra il 2008 e quest’anno, le banche tedesche si sono liberate di oltre 70 miliardi di euro di titoli pubblici italiani, mentre quelle francesi ne hanno venduti un po’ di più ma gliene rimangono in portafoglio quasi il triplo di quelli detenuti dai tedeschi. Nel loro complesso le aziende di credito europee si sono disfatte di circa 350 miliardi di titoli italiani: sarebbe interessante sapere a quanti clienti li hanno rifilati garantendo loro un buon affare!
