Di recente è intervenuto più volte sull’argomento Carlo De Benedetti, affermando fra l’altro: “Sono favorevole a una patrimoniale strutturale ad aliquota bassa, su tutto, non solo sugli immobili, che vada ad abbattere il carico fiscale che pesa sulle imprese e sul lavoro”. De Benedetti, nettamente a favore di un’imposta non mirata a un’immediata riduzione del deficit bensì alla ripresa delle attività produttive e dell’occupazione, incidentalmente evoca il maggior punto dolente della proposta: “su tutto, non solo sugli immobili”.
Ma il problema è, appunto, che tutte le forme di patrimoniale sperimentate, anche quando si proponevano come imposte generali sulla ricchezza, di fatto hanno colpito eclusivamente o quasi il patrimonio immobiliare. Allora, o ci si dice come colpire gli altri tipi di patrimonio, in primis la ricchezza finanziaria, ma sappiamo bene quanto sia più facile sottrarre questi cespiti alla scure del fisco, tanto più quanto più sono cospicui, oppure tanto vale chiamarla con il nome più appropriato di imposta sugli immobili. Se ricadiamo in quest’ultima fattispecie dobbiamo essere ben consapevoli di alcune cose. Innanzitutto che il gran parlare di patrimoniale ha già da qualche tempo messo in crisi gli investimenti immobiliari e in particolare le società quotate in Borsa che operano in questo settore. Bisogna inoltre tener conto che di patrimoniali sulla proprietà immobiliare già ne esistono diverse.
In particolare esiste l’Ici, di fatto un’imposta patrimoniale ordinaria sulle seconde case e sugli immobili non destinati ad abitazioni. Semmai bisognerebbe mettere in discussione, ma lo fanno solo i radicali, le esenzioni dall’Ici concesse alla Chiesa anche per gli immobili non destinati ad attività di culto o di assistenza, come gli alberghi gestiti da religiosi. Inoltre colpiscono come una patrimoniale i beni immobiliari le imposte di registro, catastali e ipotecarie che si pagano all’atto della compravendita di un’immobile e si configurano quindi come patrimoniali straordinarie: con aliquote agevolate gravano anche sulla prima casa.
La stessa Irpef, imposta sul reddito per eccellenza, quando colpisce il reddito catastale rivalutato delle seconde case o delle abitazioni date in comodato gratuito colpisce in realtà dei non-redditi ed è quindi una sorta di patrimoniale. Se poi il problema è tartassare maggiormente la prima casa, attualmente esentata dall’Ici e dall’Irpef (quest’ultima esenzione viene oggi rimessa in discussione) ma non dalle altre imposte, allora è tempo di aprire un nuovo capitolo.
