Allo stesso tempo le banche cercano di alleggerire il loro fardello di titoli pubblici dei paesi deboli, contribuendo al precipitare della crisi e al ballo degli spread, e hanno tagliato drasticamente i prestiti interbancari per mantenere un po’ di liquidità. Inoltre sembra inevitabile che il “credit crunch” si approfondisca e tagli i viveri alle imprese e le gambe a qualsiasi ottimistica speranza di ripresa. In questo quadro, le aziende di credito hanno una impellente necessità di ottenere prestiti: gli Stati hanno poco da scialare, mentre la Bce, su garanzia, concede solo crediti a brevissimo termine, da pochi giorni a un anno circa. Insomma l’acqua rimane ben prossima alla gola.
Ora si prospetta una modifica a questo ingorgo che potrebbe avere notevoli effetti benefici: la Bce starebbe infatti studiando la possibilità di concedere quattrini alle banche per durate più lunghe, fino a due o tre anni. Ciò allevierebbe la loro situazione, rendendole meno schiave di costosissimi rinnovi dei propri bond o della cessione dei titoli pubblici nei loro caveau a prezzi di svendita. E in qualche modo renderebbe meno intensa la pressione al ribasso sui titoli pubblici e lo strozzamento delle economie.
Questo è quanto: due “piccoli” marchingegni che però potrebbero portare a risultati notevoli. E chissà che la fantasia degli economisti e dei governanti non ne partorisca al più presto qualcun altro.
