Pd, mandi a casa Martina e lanci la crociata contro il populismo, è l’appello di Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Al Pd non serve un dibattito di un anno. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,Ladyblitz – Apps on Google Play] Deve solo organizzare una crociata contro il populismo, chiamando a combattere tutti quelli che ci stanno, compreso Berlusconi.
Leggo da qualche parte che qualcuno (forse il reggente Martina?) avrebbe proposto per superare la crisi del Pd un anno di amichevoli discussioni centrate su tre temi: protezione, cura, comunità. Io, che sono un maniaco, aggiungerei anche la crisi dell’Occidente, l’evoluzione della Cina, l’intelligenza artificiale, i voli su Marte.
In realtà, questo Martina (è proprio lui) vuole stare un anno a discutere con Bersani, Speranza, Stumpo e non so chi altro. Ma di che cosa? Del loro non saper fare politica? Del loro essere rimasti attaccati a un secolo che se n’è ormai andato?
La crisi del Pd non richiede un anno di pensamenti (è già mezzo morto adesso, se si chiude in cantina a discutere ne parleranno gli archeologi).
Il Pd ha davanti, fortunatamente, una grande occasione. E dovrebbe fare solo una cosa: una lotta senza quartiere al populismo dilagante. Questa è la vera malattia del secolo.
Contro il populismo il Pd deve organizzare una specie di crociata, chiamando tutti quelli che ci stanno (compreso quindi Berlusconi, si proprio lui).
Fare una crociata contro il populismo significa sgombrare il terreno dalle sciocchezze che questi hanno appreso sul web. Non è vero che alla povertà si pone rimedio stampando moneta (cosa che peraltro ci è proibita). La povertà si cura con la crescita. E la crescita non si fa distribuendo denaro a tutti quelli che passano per la strada e che sono nostri amici.
Si fa mettendo il Paese in condizioni di crescere. Tagliando le cose inutili e lasciando liberi gli spiriti animali degli imprenditori.
Il che significa: fare le riforme.
Esattamente quelle riforme che sono state bocciate il 4 dicembre. La crisi di oggi non è mica perché ci è caduto un asteroide in testa. Il paese ha detto no alle riforme e adesso sta affondando nel ridicolo e non riesce a crescere.
I populisti pensano di poter superare la cosa distribuendo denaro (inesistente) come caramelle.
Va spiegato a tutti che aver bocciato le riforme, e non averne pensate delle altre, ci lascia in questa melma.
Bisogna costruire, insomma, un fronte europeo e anti-populista, una crociata.
Martina, se vuole, può ritirarsi all’Osteria del Sole a discutere di protezione, cura e comunità con quattro amici fidati e rileggere i classici. Non lo saprà mai nessuno.
Il Pd, intanto, raccolga le armate, le sue signore furibonde e tanti militanti davvero incazzati, e parta per la guerra santa. Non c’è altro da fare. Il populismo esiste, è una scemenza pericolosa e gli va fatta la guerra, senza quartiere e senza fare prigionieri.
En marche, lasciando a casa Martina e quelli che la pensano come lui. Gli ex Pd, usciti con Bersani e D’Alema vanno abbandonati dove sono, nella terra di nessuno. Emiliano e i suoi amici, in un partito non dico leninista, ma appena appena serio, sarebbero già stati cacciati a furor di popolo.