
Pena di morte, sondaggi da brivido, in Italia cresce la voglia. Nella foto Lisa Montgomery, la prima donna che sarà giustiziata in Usa dopo 67 anni
Cresce la voglia di pena di morte, cala la fiducia nella democrazia. È il verdetto choc di due sondaggi di ottobre condotti da due rigorose società.
Cosa c’è dietro a tanta insensatezza e violenza? “Una società che cambia profondamente e in fretta” dicono i sociologi. Più duro lo psichiatra Claudio Mencacci, 67 anni: “ Questa esplosione di comportamenti aggressivi e prevaricanti sono l’indice di una gerarchia valoriale completamente ribaltata”. Non c’è più il senso della collettività.
L’ego come religione unica.
PROGRESSIVO IMBARBARIMENTO E PENA DI MORTE
Siamo di fronte ad un progressivo imbarbarimento. Arroganza, prepotenza, tracotanza sono i nuovi valori. Si è fatto un clima di derensponsabilità morale,forte e sistematico. Aleggia una totale mancanza di fiducia nel futuro. La conferma ci viene data dalla indagine IPSOS. Quasi sei intervistati su dieci sono delusi dalla attuale forma di governo percepita come “ lenta e costosa “.
È una disaffezione crescente. Il 78,7% vede di buon grado una svolta verso la democrazia diretta. Piacciono i referendum, si invocano leggi di iniziativa popolare. “Questi politici sono inaffidabili “. Al CNEL, dove è stata presentata la ricerca (metà ottobre), hanno visto impallidire il presidente Tiziano Treu, politico navigato, ministro di tre premier (D’Alema, Prodi, Dini ).
I CORPI INTERMEDI
L’indagine demoscopica sulla popolazione italiana è sta realizzata su un campione di circa duemila persone. Con una attenzione di fondo. Eccola: quale ruolo giocano o possono giocare i cosiddetti “ corpi intermedi “? Laddove per corpi intermedi si intendono quelle formazioni sociali che si collocano in posizione appunto “intermedia” tra il pubblico e il privato.
Cioè le associazioni dei consumatori, gli enti no profit, il Terzo settore ( cooperative sociali,ONG,ecc.). Non c’è dubbio: la democrazia è in crisi. Almeno la democrazia così come l’abbiamo nella versione del Secondo Novecento in Occidente.
Urge un cambiamento. Ma sempre la stessa indagine certifica che – nonostante ci sia chi parla di questi tempi Covid di “dittatura sanitaria”, solo il 30% teme la deriva autoritaria.
