C’è un’isola maledetta nella laguna veneziana. È Poveglia, l’isola dei fantasmi a sud della costa veneziana, talmente piena di presenze negative e di apparizioni da essere stata protagonista, tempo addietro, anche di una trasmissione americana sulla ricerca dei fantasmi: Ghost Adventures.
Ma cosa c’è di così particolare in quest’isola abbandonata, dove nessuno può entrare? Come mai questa nomea di maledizione e di apparizioni negative?
Si racconta che la fama sinistra dell’isola sia dovuta al fatto che un tempo fu sede sia di un lazzaretto sia, successivamente, di un manicomio, ma anche altre isole furono sedi di lazzaretti per la peste, ma non portano con sé leggende nere.
E allora?
La storia di Poveglia è un po’ più complessa e affonda le sue radici nel medioevo. Attorno al Trecento l’isola era infatti prospera e abitata da ricchi possidenti. Tutto questo fino al 1379, alla guerra di Chioggia, guerra tra le due Repubbliche marinare Venezia e Genova. Vista la posizione strategica dell’isola, essa fu completamente sgomberata per permettere la costruzione di postazioni militari a difesa di Venezia.
E così l’isola non fu più praticamente abitata fino al Settecento, quando allo scoppio della peste Poveglia seguì il destino di altre isole e divenne una sorta di lazzaretto. I cadaveri dei morti per la peste dovevano essere portati là e bruciati.
Ma poi capitò qualcosa d’altro, come racconta il sito Enightm
are:
“Poveglia divenne l’isola della quarantena, dove individui ancora coscienti, a volte non ancora contaminati, venivano condotti a morire lontano da Venezia. Uomini, donne e bambini morirono lentamente, consumati dalla malattia. La testimonianza di questo strazio si trova nel terreno di Poveglia stessa, dove sotto placidi vigneti, vengono ancora oggi rinvenuti migliaia di corpi”.
Da allora sono iniziate le storie sulle apparizioni nell’isola, fantasmi di coloro che erano stati portati a morire lentamente e lontano da tutti. Anime inquiete che ancora oggi si aggirano tra le mura dei vecchi edifici militari. E non solo.
Nei primi anni del Novecento a Poveglia viene costruito un edificio che apre la strada a nuove leggende nere. Nel 1922 fu infatti eretto un edificio che ufficialmente era una casa di riposo per anziani, ma che in realtà pare fosse una clinica per malati di mente.
Il manicomio, attivo fino al 1946, anno in cui fu ufficialmente chiuso, ospitava povera gente con turbe psichiche; spesso raccontavano di vedere i fantasmi di coloro che secoli prima erano morti di peste, ma ovviamente non erano creduti, anzi sembra fossero trattati da cavie per alcuni esperimenti, effettuati proprio dal direttore del manicomio.
Scrive ancora il sito Enightmare:
“Trattandosi di individui classificati come “malati di mente”, i loro racconti non vennero mai presi in seria considerazione e, anzi, funsero da pretesto per soddisfare i sadismi del direttore, che la leggenda ci descrive come un sadico lobotomizzatore. I mezzi adoperati nel manicomio di Poveglia per la cura dei malati di mente sembra fossero atroci e primitivi, per le conoscenze di oggi”.
Ovviamente, come tutte le leggende che si rispettano, anche questa finisce con la morte del cattivo, in questo caso il dottore che, tormentato dagli spiriti dei pazienti da lui uccisi, si uccise buttandosi da un campanile. Altre fonti riportano invece che la sua morte fu dovuta a qualche evento soprannaturale, ma come si può ben capire, nulla è certo. Con la morte del medico e la chiusura del manicomio, Poveglia diventa un’isola disabitata e acquista la nomea di isola maledetta e custode di fantasmi ancora oggi intrappolati nel loro luogo di morte.