
Quelli che odiano Renzi

ROMA – “Quelli che odiano Renzi” รจ il titolo dell’articolo di Gisueppe Turani pubblicato su Uomini e Business.
La domanda รจ semplice: perchรฉ odiano Renzi? E chi sono?
La risposta รจ piรน complicata. Quelli che odiano Renzi sono di due tipi, quelli interni al Pd e quelli fuori. Quelli interni al Pd hanno un loro preciso interesse a sbarazzarsi di Renzi. Si tratta del potere di nomina di amici e parenti nei posti chiave della pubblica amministrazione e nelle varie strutture degli enti locali, nelle partecipate e in quelle ancora sotto controllo pubblico. In piรน ci sono i posti elettivi: consigli regionali, provinciali, comunali, senza trascurare il parlamento. Difficile, se non impossibile fare una stima sul numero di queste poltrone. Forse 50-60 mila, ma forse moltissime di piรน.
Se รจ vero, come risulta da una ricerca della Uil che in Italia quasi un milione e mezzo di persone (a tutti i livelli) vive di politica, poichรฉ di questa politica il Pd rappresenta almeno un terzo. La quota di โanimeโ di competenza di questo partito (e quindi del suo segretario) va portata a almeno 500 mila. La famosa โdittaโ alla quale Bersani ha fatto spesso riferimento รจ questa: 500 mila persone, e si va dal compagno che in cambio di un piccolo salario (magari in nero) tiene puliti i pavimenti della sezione allโoligarca che sta nel consiglio di amministrazione di un grande ente, con segretaria, autista e ricco stipendio, fino ai ministri e corte relativa.
La โdittaโ in sostanza รจ una cosa molto piรน grossa, fisicamente, di quello che si poteva pensare. E non si tratta solo di numeri: appena si sale un poโ di livello, cโรจ anche il potere. La โdittaโ, quindi รจ un mix di poltrone e di potere.
Tutti questi, ovviamente, non amano i cambiamenti ai vertici della ditta: i loro patti sono stati scritti con i vecchi padroni. Il cambio di segretario e di gruppo di vertice li spiazza e lascia loro immaginare la fine della carriera.
Tutti questi detestano ovviamente Renzi.
Ma, in un certo senso, sono anche quelli meno importanti, meno preoccupanti. I guai grossi sono fuori. E qui per capirci basta fare una premessa molto semplice: la politica debole, inconcludente, pigra, lenta piace a quasi tutti: affaristi, gruppi di potere, grandi e piccole lobbies, truffatori, appaltatori disonesti.
E la politica italiana, negli anni e supportata da una Costituzione scritta apposta perchรฉ nessuno potesse davvero comandare (si era appena usciti da ventโanni di fascismo e la paura principale era quella) ha lasciato spazio a ogni sorta di clientele.
Ma questa cosa non funziona piรน. Intanto il mondo รจ cambiato, siamo entrati nellโera delle decisioni rapide, delleย scelte importanti, la classe operaia รจ quasi scomparsa e dietro di sรฉ ha lasciato unโumanitร che vive di terziario, di interscambio, di commerci, di modeste attivitร . E che รจ anche molto mobile.
In piรน in decenni di gestione consociata (governo, opposizione, sindacati) la societร italiana รจ invecchiata e piena di debiti. Oggi lโItalia (anche se Renzi cerca i spargere ottimismo) รจ una specie di balena spiaggiata sulla riva e tenuta in vita perchรฉ nessuno puรฒ mandarla a fondo: troppo grande.
Perรฒ, cresce meno degli altri, ha piรน disoccupati di tutti gli altri, ha un benessere inferiore a tutti, mese dopo mese perde colpi, รจ meno produttiva. E con un debito che puรฒ soffocarla in ogni momento.
Tutto ciรฒ nasce dalla sua storia recente. Con una precisazione importante. Il paese boccheggia, ma nonostante questo รจ riuscito a riservare a unโรฉlite abbastanza corposa ricchezze e tenori di vita fra i migliori dโEuropa. รlite che, in genere, non si รจ guadagnata i suoi privilegi grazie al merito o a chissร quali imprese. No, lโItalia รจ la patria del familismo amorale: ci sono, ad esempio, 99 universitร , di cui almeno 80 non valgono assolutamente niente. Perรฒ si tratta di migliaia di posti, di migliaia di studenti, professori e assistenti, soldi e incarichi che girano.
Nella burocrazia รจ la stessa cosa. Il familismo amorale ha prodotto una sorta di โeconomia parentaleโ che comporta molte attivitร inutili, ma di solito ben retribuite.
Insomma, la macchina gira ma spara molti palloncini i pieni dโaria in alto, ricordandosi perรฒ di distribuire buoni stipendi in basso.
Bene, tutto questo mondo di economia โartificialeโ, inutile, che non produce niente, non รจ interessato a alcun cambiamento. Anzi, ha il terrore che cambiย qualcosa perchรฉ sa di essere la vittima designata: se una scure deve cadere, รจ lรฌ che cadrร .
E quindi non vogliono unโItalia diversa, che faccia cose sensate e che metta ordine nei propri conti.
Tutta questa Italia, e non รจ poca cosa, รจ contro Renzi e il suo tentativo di imporre una diversa politica e diverse regole. La sconfitta al referendum del 4 dicembre ha questa spiegazione e anche le polemiche di questi giorni allโinterno del Pd.
Certo, ci sono anche questioni personali e di potere, ma il grosso blocco anti-Renzi nasce per ragioni concrete e precise: chi sta bene, non vuole cambiare, chi ha trovato il modo di campare dentro la bolla artificiale dellโeconomia italiana, non se ne vuole andare, non vuol perdere la Freccia Alata di Alitalia e nessun altro privilegio. Poi Bersani & C. la mettono in politica, ma รจ solo difesa delle posizioni conquistate, di soldi e di potere. Niente altro.
Come si puรฒ reagire? Intanto, non si puรฒ pensare (come a volte lascia intendere Renzi) che si possa fare tutto in due settimane. La battaglia sarร lunga e complessa.
E va segnalato un pericolo. Dopo lโopposizione netta e il tentativo di buttare Renzi fuori dal ring (tentativo fallito perchรฉ il popolo del sรฌ ha recuperato il suo campione), adesso si tenta lโaccerchiamento: facciamo squadra, facciamo una formazione piรน larga cosรฌ vinciamo, come รจ accaduto in passato.
In realtร , lโobiettivo รจ quello di rimettere in piedi una formazione politico-governativa che assicuri che nulla di sostanziale verrร cambiato: caminetti dei big, mediazioni, compromessi, un poโ alla Confindustria, ma senza dimenticare la Camusso, che deve pur vivere insieme alla sua inutile organizzazione. E, naturalmente, le benemerite cooperative.
Ormai la guerra si รจ spostata dentro lo stesso Pd. Non รจ bastata la scissione dei dalemiani, altri si preparano a contestare.
Lโobiettivo formale รจ fermare Renzi. Lโobiettivo vero รจ fermare il cambiamento, รจ fermare il percorso che porta a unโItalia non piรน pigramente consociativa, ma liberal-democratica e competitiva.
Sarร , si diceva, una battaglia lunga: da una parte tutta lโItalia del familismo amorale, delle lobbies, dei lavori inutili e dallโaltra lโItalia del sรฌ, quasi 14 milioni, determinati e decisi, ma minoranza. Solo che a volte le minoranze, la spuntano.
