
ROMA – Cade la Lazio, frena la Juventus, bloccata dal Genoa sull’1-1. A Torino partita avvelenata nel finale. La Juve contesta l’arbitro Guida, di Torre Annunziata, per un presunto rigore non concesso (tocco col braccio in area di Granqvist in pieno re4cupero). Indecorosa la gazzarra scatenata da Conte al fischio finale. L’allenatore bianconero schizza in campo e a muso durissimo affronta gesticolando il direttore di gara, colpevole, secondo lui, di non aver concesso il penalty. Il parapiglia dura alcuni minuti con i giocatori della Juventus a fare capannello attorno a Guida, protestando in modo veemente.
Spunta un giallo per Liechsteiner e nulla più. Negli spogliatoi Conte ci mette il carico da undici. Riferisce che Guida gli ha confessato di avere considerato il tocco di braccio del difensore genoano da rigore ma di non essersela sentita di fischiare la massima punizione. L’arbitro di porta, Romeo, avrebbe confermato di aver segnalato a Guida l’irregolarità. Marotta rincara la dosa e afferma che Guida non avrebbe fischiato il rigore perché l’arbitro è napoletano e dunque implicitamente lo accusa di aver voluto favorire il Napoli, principale antagonista della Juventus nella corsa scudetto. Preziosi contrattacca: “Parole da ufficio inchieste”. La grana è servita.
Alcune considerazioni a caldo. Il tocco di Granqvist non sembra volontario tuttavia un regolamento strampalato e assurdo impone di fischiare il rigore se il braccio aumenta il volume del corpo ecc ecc e dunque è verosimile che il rigore potesse essere fischiato. Appare chiaramente irregolare semmai un tocco di mano dello juventino Vucinic nel primo tempo (il braccio va chiaramente verso il pallone) non sanzionato da Guida. La Juventus lamenta un altro paio di episodi irregolari nell’area di rigore genoana. Insomma, il consueto copione che avvelena partite terminate con un risultato insoddisfacente per una delle contendenti.
Guida può avere sbagliato nella valutazione sull’episodio di Granqvist, ma la sceneggiata di Conte è assolutamente inaccettabile e non si sbaglia a pensare che se non fosse l’allenatore della Juventus sarebbe stato espulso. Per dirla ancora più, Guida ha sbagliato a permettergli di aggredirlo con una protesta tanto plateale, senza prendere provvedimenti. Per comportamenti infinitamente meno scomposti e violenti altri allenatori sono stati allontanati dal campo. E dunque nell’episodio l’arbitro campano ha certamente peccato per omissione. Si spera che i suoi superiori (Braschi e Nicchi) non gliela facciamo passare liscia. Non dovrebbe passarla liscia neppure Conte e sono curioso di vedere che cosa Guida scriverà nel suo referto. Non sembravano complimenti le frasi che il tecnico ha rivolto all’arbitro.
Anziché scaricare tutte le colpe sul direttore di gara, Conte farebbe bene a interrogarsi sui problemi contingenti della Juventus. Per tutto il primo tempo la squadra campione d’Italia ha combinato poco e niente e ha cozzato senza idee contro un Genoa rigenerato da Ballardini e disposto con sagacia. Nella ripresa la Juventus è cresciuta di tono, è andata in vantaggio (Quagliarella, a digiuno di gol da novembre) ma si è fatta riacchiappare dal gol dell’ex Borriello, mandato in campo opportunamente. In avvio infatti il Genoa si era presentato con l’inedita coppia avanzata Immobile-Floro Flores.
Un palo di Giovinco su punizione e qualche sfuriata offensiva è tutto ciò (rigore invocato a parte) che la Juve ha prodotto sull’1-1. Troppo poco per una squadra che tutti pronosticano dominatrice quasi incontrastata del torneo. Mancava Pirlo, d’accordo, e qualche bianconero ha pagato la faticaccia di coppa contro la Lazio. Ma insomma dalla Juve ci si aspettava qualcosa di più. Le infinite voci di mercato non devono aver giovato alla serenità dell’ambiente. E Anelka, annunciato in arrivo, non sembra precisamente quel top player capace di imprimere un’ulteriore spinta in alto alla squadra. La Juve ha comunque guadagnato un punto sulla Lazio e non è detto che il Napoli sbanchi Parma e si riporti sotto. Calma e gesso, dunque. Conte si faccia una bella doccia fredda e eviti in futuro di perdere le staffe.
Il Genoa è sembrato un’altra squadra rispetto alla tremebonda congrega presa a schiaffi ripetutamente durante la gestione Delneri. A Ballardini il compito di assemblare il meglio pescando dalla folta pattuglia arrivata dal mercato di gennaio. Si parla delle partenze di Granqvist e Borriello. Fossimo Preziosi ci penseremmo due volte prima di liquidare due colonne portanti della squadra.
