Calciomercato. Inter, Balotelli per Sneijder. Al Milan Saponara basta?

Wesley Sneijder (LaPresse)

ROMA –  Wesley Sneijder ci deve pensare, deve pensare se accettare la munifica offerta del Galatasaray, ingaggio di 5,3 milioni di euro a stagione, più 25 mila euro ogni partita disputata, contratto fino al 2016, un anno in più dell’impegno sottoscritto con la Inter.

Inter ha già trovato l’accordo col club di Istanbul, nove milioni di euro (più un milione di bonus) per scaricare Sneijder. Il fantasista olandese in realtà attende il rilancio di un club più prestigioso, il Liverpool, che però non dispone dei denari del club turco e non disputa la Champions League. Insomma, il tormentone porrebbe durare fino alla scadenza del mercato invernale e nel frattempo Stramaccioni è costretto a fare le nozze con i fichi secchi.

Contro il Pescara, debole in retrovia e velleitario davanti, la Beneamata dei milanesi l’ha sfangata. Vittoria per 2-0 raccolta con qualche logica sofferenza, tenuto conto delle numerose assenza (in difesa ci si è arrangiati con Silvestre, Cambiasso e Chivu) e di attacco inedito imperniato sulla coppia Cassano-Palacio (Milito è rimasto in manca, acciaccato).

La novità lieta porta il nome di Marco Benassi, diciotto anni, che ha giostrato in regìa con la freddezza e la personalità di un veterano. Presto per dire se il giovanotto sarà capace di risolvere il problema numero uno dell’Inter, la mancanza di un uomo d’ordine in mezzo al campo. Ma è certo che l’esordiente orienterà le scelte di mercato, Lodi – conteso dal Milan, – potrebbe restare a Catania e se arrivassero i denari di Sneijder, Branca e Ausilio potrebbero dirottarli sul centrocampista brasiliano Paulinho, antico oggetto del desiderio nerazzurro, meno probabile un tentativo sull’argentino del RiverCirigliano, vent’anni, che in Argentina accostano per caratteristiche a Mascherano.

In attenda che Snejider smetta di sfogliare la margherita e decida che cosa farà da grande, Stramaccioni registra i primi malumori di Cassano, già emersi nella disfatta di Udine. Sostituito a metà della ripresa, Fantantonio è uscito manifestando disappunto (eufemismo) e insomma si sa come vanno le cose col talento barese. Dopo qualche mese di euforia e buoni proposito, affiorano i malumori e le inquietudini. E’ accaduto a Madrid, alla Sampdoria, al Milan, perché l’Inter dovrebbe fare eccezione? Stramaccioni, comunque lo si giudichi sul versante tecnico, non gli farà sconti e dunque Cassano minaccia di trasformarsi in una mina vagante. Eventualità perniciosa perché il tasso di classe non è un optional e l’addio di Sneijder impoverirebbe sensibilmente la potenzialità dell’attacco, affidato a trentenni (Cassano e Palacio) e a due che vanno o hanno già toccato i 35 anni (Milito e Rocchi), visto che il giovane Livaja potrebbe andare a farsi le ossa altrove.

Se Moratti fosse il Moratti di due-tre anni fa, il ritorno di Balotelli all’Inter sarebbe un’opzione realistica, allo stato invece resta un’ipotesi scolastica. Il ds Auslio ha puntualizzato che l’Inter vanta un’opzione da far valere con il Manchester City se decidesse di liberarsi di Supermario, eventualità sempre meno corposa visto che Balo sta nel cuore dello sceicco Al Mansour bin zayed al nahyan, il ricchissimo proprietario del club.

E se mai si scatenasse un’asta attorno al talentuoso e ingestibile attaccante, sarebbe il Milan a farsi avanti con buoni argomenti. Buoni ma non ottimi vista la politica di austerity inaugurata da Berlusconi che ha pure pubblicamente bocciato Balotelli (“E’ una mela marcia. Non lo voglio”) ma con lui non si sa mai e spesso i fatti contraddicono le parole (ricordate Ibrahomovic? Berlusconi aveva escluso che arrivasse e invece…) Il Milan punta sui giovani, il primo portato alla corte di Allegri si chiama Riccardo Saponara, prelevato in comproprietà dallo Empoli, sarà a Milanello a giugno e ne sentirete parlare. E’ un talento vero, a livello di El Shaarawy, meno attaccante forse ma capace di invenzioni e accelerazioni importanti.

A proposito di Milan, il futuro di Allegri è appeso ad un filo, Berlusconi gli ha già inviato un preavviso di licenziamento e soltanto una rincorsa prodigiosa, culminante nel terzo posto finale, potrebbe rimettere in discussione l’ukaze del presidente. Allegri ha osservato che se si vuole rifondare il Milan, come ha proclamato il Cavaliere, occorre avere pazienza e non pretendere tutto e subito.

Logica cristallina che non farà breccia nel cuor duro di Berlusconi, sempre pronto a scaricare su qualcun altro gli eventuali insuccessi della sua squadra del cuore. Galliani tiene duro, lui crede in Allegri ma non può certo alzare la voce col principale, al quale continua a dare del lei, nonostante i decenni di fitte frequentazioni. Se se ne parlerà sarà a giugno.

 

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Marco Benedetto