FIRENZE – Il colpo che stende la Fiorentina e spegne le speranze di centrare il terzo posto e la qualificazione alla Champions League lo vibra l’ex Osvaldo, con un malandrino colpo di testa che confeziona il sedicesimo successo personale del bizzoso bomber argentino e regala alla Roma tre preziosissimi punti che la proiettano al quarto posto con 58 punti a sole tre lunghezze dalla Viola. Il traguardo del terzo posto si allontana.
Se il Milan batte il Torino, consolida a quattro punti il vantaggio in classifica a tre turni dal termine. Montella ha abbandonato il consueto fair play e alla fine ha protestato con l’arbitro Mazzoleni per un possibile calcio di rigore negato alla sua squadra. E per la tolleranza che l’arbitro bergamasco ha esibito nei confronti delle rudezze della Roma. Sfortunata la Fiorentina (due pali, Joventic e Pizarro) ma anche colpevole di non aver saputo inquadrare la porta romanista.
Fortunata la Roma, che molto ha subito, soprattutto nel secondo tempo, ma ha trovato il colpo di reni al limite del fischio finale. Osvaldo si è confermato un grande goleador (quattro centri nelle ultime due partite), è arrivato pure l’endorsement di Totti che vorrebbe che l’argentino restasse in giallorosso. Se parte Cavani, Napoli è una destinazione probabile. Partita piacevole tra due squadre maestre nel palleggio e inclini a cercare di fare gioco.
In definitiva, Fiorentina e Roma – squadre affollate di ex, il più illustre è Montella – si assomigliano, e la partita, molto tattica, lo ha dimostrato, nel bene e nel male. Cuadrado, uomo ovunque, ha innescato le iniziative più insidiose dei suoi, ben contenute dalla difesa giallorossa che ha chiuso gli spazi con puntualità. Meglio la Viola, comunque, più motivata a cercare i tre punti. La Roma si è raggricciata nella sua tre quarti campo, fiondando qualche ficcante ma innocuo contropiede. Nel primo tempo la miglior palla gol è sgusciata fuori da un rimpallo, sulla battuta di Jovetic (peraltro molto anonimo. Distratto dalle voci di mercato?), il palo ha rispedito in campo il pallone con un piccolo ma decisivo aiuto da parte di Lobont, nell’intervallo sostituito da Goicoechea per via della frattura del setto nasale rimediata in uno scontro con Rodriguez.
Quasi solo Fiorentina nella ripresa, con Ljajic in grandissimo spolvero e Borja Valero e Pizarro in cattedra nella terra di mezzo. Roma schiacciata e incapace di replicare, Lamela sparito dai radar e sostituito da Pjanic, Osvaldo isolato e Totti costretto a tamponare con i compagni, Francesco si esalta quando può interpretare la parte preferita del creatore di gioco. Andreazzoli si è sgolato per indicare a Lamela i movimenti che si aspettava da lui, messaggio non pervenuto, il giovane argentino si è autoescluso allargandosi all’eccesso e costringendo il suo tecnico a sostituirlo.
Gol sfiorato a ripetizione dalla Viola (con Ljajic, Pizarro e Aquilani), ma appunto, soltanto sfiorato. Gol sbagliato gol subito, secondo una antica legge non scritta del calcio. Peraltro barcolla ancora il palo colto allo scadere del 90’ dall’ex Pizarro, ma come sosteneva il sommo Fulvio Bernardini (non a caso ex di entrambe le squadre), un palo è un gol sbagliato. Poi Osvaldo ha colpito e addio Fiorentina.
Polemiche su un tocco col braccio in area di rigore di De Rossi, non sanzionato da Mazzoleni. Altri arbitri in circostanze analoghe avrebbero fischiato il rigore, ma la colpa dell’incertezza e delle differenti valutazioni risale al regolamento che ha confuso le idee degli arbitri e propiziato pericolose incertezze. De Rossi allarga il braccio ma è anche vero che all’arrivo del pallone tenta di sottrarlo al contatto col medesimo, ritraendolo. E insomma qualunque decisione avesse assunto, Mazzoleni si sarebbe attirato critiche e fescennini.