TORINO – Se la Juve vince il derby e il Napoli non prende i tre punti a Pescara (difficile, ma non impossibile, il Pescara ha imposto l’1-1 alla Roma in trasferta), Madama già domenica prossima festeggia il tricolore. Altrimenti la festa sarà rimandata di una settimana. Quattro punti ed è fatta.
Altri tre punti, Milan battuto su rigore (Vidal) ma la partita è stata una delusione e anche una pena per gli amanti del bel calcio. La Juve non ha dato spettacolo, al contrario. Ha lucrato il risultato, atteggiamento che dovrebbe far infuriare l’achilleo Conte. Adesso conta solo chiudere i conti e cucirsi lo scudetto sul petto.
Il Napoli resta a meno undici in classifica, con cinque partite da giocare.Il Milan perde definitivamente contatto col Napoli, che sta al secondo posto con sette punti di vantaggio e sente il fiato sul collo della Fiorentina (59 punti a 58). L’obiettivo di Allegri diventa ora la difesa del terzo posto che vale la qualificazione ai preliminari di Champions League.
Strana e stracca Juventus, nel primo tempo. Francamente inguardabile, remissiva, e raggrinzita nella sua tre quarti, a difesa dello 0-0. Subisce senza reagire il palleggio insistito del Milan, un reticolato di tocchi che vorrebbe scimmiottare il tiki taka del sommo Barca ma si risolve in quella che il grande Brera avrebbe definito “onanismo grillesco” (senza riferimenti ai Cinque Stelle, è ovvio). Sarà che davanti non incrociano Mezzi, Iniesta e Sanchez ma Pazzini, El Shaarawy e Robinho? Absit iniuria verbis, ma è tutta un’altra cosa…
La Juve non fa nulla, ma proprio nulla per alzare il livello dello spettacolo. Conte l’ha schierata ancora come a Roma, con Vucinic unica punta, supportata dalle incursioni (rare in verità, come le mosche bianche) di Marchisio. In mezzo gran trepestio di Pogba, Pirlo, Vidal, assistiti sugli esterni da Lichsteiner e Asamoah. Allegri ha schierato il Milan col tridente El Shaarawy, Pazzini, Robinho (Balotelli sconta la seconda e ultima giornata di squalifica per le parolacce di Firenze). Boateng è rinculato a centrocampo, con Ambrosini (nella ripresa Muntari perché il capitano si è acciaccato una caviglia) e Montolivo.
La difesa è a quattro (Abate, Mexes, Zapata, Constant). Gli spazi sono talmente esigui che i tagli dei milanisti si risolvono quasi sempre in pura fuffa, anche perché Chiellini, Barzagli e Bonuci chiudono con tempi pressoché perfetti. E insomma i primi 45’ si risolvono in una noia pazzesca. L’unico intervento importante lo compie Abbiati, avvitandosi su se stesso per andare a togliere dalla porta una punizione calciata da Pirlo e corretta da Ambrosini. Il portiere del Milan si infortuna ad una gamba e deve lasciare ad Amelia. Ne grigiore generale un po’ meglio il Milan che almeno ci prova. La Juve sembra disinteressata all’ipotesi di prendere i tre punti, traccheggia e persino Pirlo sembra in letargo come gli orsi in inverno. Dov’è finita la squadra guerriera costruita e voluta da Conte? Appagamento da (quasi) scudetto? Mah…
Nella ripresa, la lagna non cambia. Fortunatamente per il pubblico le squadre tendono ad allungarsi e qual cosina si comincia a vedere. Ma si vedono anche errori da scuola calcio, evidentemente le fatiche della stagione impiombano le gambe dei preclari atleti, ma non si capisce perché Conte, di solito spiritato in panchina, reti adagiato in uno stato di coma profondo e non metta mano alla strampalata, sonnecchiante Juve che contraddice tutti i suoi dogmi. A spezzare la noia serve un errore e provvede Amelia con una uscita a rotoloni su Asamoah che procura alla Juve il decimo calcio di rigore stagionale che Vidal trasforma. incastrando il pallone all’incrocio dei pali.
Bello ma rischioso. Vantaggio ingiustificato ma che colpa ha la Juve se Amelia è un pasticcione? Finalmente la partita si accenda di qualche lampo di gioco. Niente di speciale ma almeno la Juve alza il baricentro e sfruttando gli spazi concessi dal Milan cerca il bis. Allegri tira via l’esangue Robinho e butta dentro Bojan e il Milan graffia un po’ di più, col catalano che fa il guastatore fra le linee. Praticamente non accade più niente se non il simpatico siparietto fra i livornesi Allegri e Banti (l’arbitro) che non produce effetti. Allegri aveva chiesto troppo platealmente l’ammonizione di Chiellini, per un’entrata su Bojan, neppure sanzionata con il fallo. Sarà che Chiellini è pisano?