ROMA – La Magna Juventus si “magna” pure il Carpi e quasi non fa più notizia la striscia di vittorie bianconere. Le truppe di Allegri sono ormai concentrate sulla finale di coppa Italia del 18 maggio a Roma, avversario il Milan, non proprio uno spauracchio, povero Brocchi che dirà addio all’effimera panchina rossonera anche in caso (improbabile) di successo.
Sgomitano alle spalle della primatista tricolore Napoli e Roma. Distanze invariate, due punti, ma una partita in meno (ne restano due) e il calendario favorisce il Napoli che renderà visita al Torino e ospiterà il Frosinone. La Roma deve sperare in un mezzo inciampo del Ciuccio e battere Chievoverona all’Olimpico e Milan a San Siro. Si può fare, probabilmente tuttavia non basterà.
A Genova sponda rossoblù l’Impero romano ha nuovamente incoronato Francesco Totti condottiero e duce, immagino le facce di Pallotta, Spalletti e di tutti quelli che lo vogliono ai box. Perdeva 1-2 di fronte ad un Genoa sfacciato ed arcigno, la “Maggica”. L’ingresso finalmente non tardivo del capitano ha ribaltato il tavole consegnato i tre punti alla squadra giallorossa. Strepitoso il gol segnato su punizione (per il 2-2. Un missile terra aria che ha gonfiato la rete dell’esterrefatto Lamanna. Francesco ha segnato un gol ogni 14’ di gioco. Ora Totti pretenderà il contratto da calciatore e Pallotta dovrà cedere per evitare insurrezioni di piazza. Totti sulle corte distanze è ancora un califfo e beato chi ce l’ha e se lo godrà fino all’ultimissimo giro.
Il Napoli non ha sudato granché a liquidare l’Atalanta, doppietta di Higuain (gol numero 32 in 33 partite, a 3 reti da Nordahl). Si attende di capire se il matrimonio de Laurentiis-Sari proseguirà nella reciproca letizia o se sarà divorzio. Il tecnico toscano per me ha fatto quanto poteva, le squadre da scudetto non s’inventano in un botto, si costruiscono con paziente lavoro e doveroso impiego di capitali.
Nella lotta salvezza non mollano carpi e Palermo, ora appaiate al terz’ultimo posto a 35 punti. Spareggeranno fra loro, immagino, se Udinese (38 punti) e Sampdoria 840 punti)n saranno capaci di raggranellare un punticino nelle ultime due gare. Difficile immaginare che il Palermo sbanchi Firenze, più realistica ma comunque impervia la vittoria casalinga del Carpi contro la Lazio, risorta battendo l’Inter e condannandola al quarto posto. Non escludo sorprese, però, come insegna la storia, antica e recente del campionato. Nella coda alberga sempre una bella dose di veleno e guai a chi abbocca e se lo mangia.