ROMA – La Roma batte il Parma, 2-0 (Totti segna il suo gol numero 226 e altri due li sfiora) e aggancia a 47 punti i cugini della Lazio, rocambolescamente caduti sul patinoire innevato dell’Olimpico di Torino. Decide il gol del brasiliano Jonathas, una meteora sconosciuta, appena entrato in campo nel finale di partita. Era destino. La vittoria attesa da Petkovic non arriva, arriva invece una cocente sconfitta, l’ennesima, per colpa dell’espulsione precoce di Ciani che lascia la Lazio in dieci per 75’.
Pesano anche le numerose assenze, la Lazio senza Klose, Floccari, Hernanes, Ederson e Konko non è la stessa squadra che maramaldeggia in Europa. Lunedì 8 aprile si gioca in posticipo notturno il derby del Cupolone. Ne vedremo delle belle.
Roma-Parma 2-0. Non è la Roma pazzerella e squilibrata di Zeman, ma anche con Andreazzoli in panca ci si diverte ad assistere alle performance giallorosse. La squadra è rimasta frizzante e propositiva ma oggi più gioca un calcio meno avventato,con otto-nove e anche dieci giocatori sotto la linea della palla. Il ritocco tattico è radicale, tuttavia non la esime da patire brividi assortiti procurati da un Parma che,subito sotto (Lamela, su tiro sballato di De Rossi) la squadra di Donadoni rischia il naufragio la Roma coglie due volte la traversa (Perrotta e Totti), punge decisa in contropiede, ma piano piano perde scioltezza e si concede al forcing via via più convinto del Parma che diventa padrone del campo s schiaccia la Roma nei suoi venti metri finali.
Morale, anche il Parma coglie una traversa,con Paletta, Stekelemburg regala palla ad Amauri che non ne approfitta e la ripresa si trasforma in una via crucis romanista. Partita avvincente nelle sue mille imperfezioni, sferzata nell’ultima fase da una pioggia battente. Chissà perché Donadoni lascia in panca fino a metà ripresa la freccia Biabiany, l’arma ideale per bucare l’allegra difesa romanista, regolarmente in difficoltà ad arginare gli inserimenti in velocità sugli esterni.
L’equilibrio precario, di gioco e risultato, lo spezza, definitivamente, Francesco Totti – e chi se no? – che segna su punizione il suo gol numero 226. Un fenomeno ineguagliato e ineguagliabile. Tredici punti in sei partite nella gestione Andreazzoli 8una sola sconfitta, all’esordio a Genova, contro la Sampdoria) sono il bilancio della Roma senza Zeman, di nuovo in corsa per l’Europa. Raggiungibile anche attraverso la vittoria in coppa Italia, alla’andata 2-1 sull’Inter all’Olimpico. Il ritorno si giocherà in aprile. Inevitabile il cattivo retropensiero: dove sarebbe questa squadra se fosse stata in mano dal’inizio ad un allenatore normale?
Torino-Lazio 1-0 La solita Lazio, che dissipa in trasferta quel che raccoglie tra le mura di casa. Ma stavolta lo 0-1 rmediato nella Torino granata ha mille attenuanti. Le penati assenze di Klose, Floccari, Hernanes, Ederson, Konko, le condizioni ambientali pessime (ma valevano anche per gli avversari) e soprattutto lp’aver dpvuto giocare quasi 80’ in inferiorità numerica per l’espulsione di Ciani per doppia ammonizione. Due gialli nel giro di 50 secondi. Un record. Fatto sta che la Lazio perde terreno dalle primissime e deve difenbdersi dal ritorno della Roma. Il Toro respira e sale a centro classifica. La salvezza è ad un passo.
Se questo è calcio, tanto vale travestirsi da pinguini e indossare i pattini da ghiaccio. Miracoli di equilibrismo, sul patinoire dell’Olimpico torinese tormentato da una fitta nevica, trasformato in un tappeto bianco appiccicoso e traditore, da parte dei volenterosi calciatori di Torino e Lazio. Non si dovrebbe giocare in condizioni ambientali e climatiche pessime, Mamma tv (a pagamento) però non se ne dà per intesa e allora avanti i carri. L’arbitro Tagliavento fa cominciare e porta a termine una partita che si trasforma in un crudele esercizio da fachiri. Torino e Lazio si prodigano e tutto sommato lo spettacolo che ne esce risulta più che accettabile. Petkovic attendeva conferme nostrane da una Lazio imperiosa in Europa e timida entro i confini domestici.
L’espulsione di Ciani (doppio giallo) dopo appena un quarto d’ora di gioco, ha ovviamente tagliato le ali all’aquila biancazzurra. Il Toro di mastro Ventura è stato il solito tetragono ostacolo, comunque lo si affronti si rischia di rompersi le ossa. Cerci, fresco di convocazione azzurra, ha provato le celebri accelerazioni di fascia ma non è mai riuscito a trovare la zampata sull’erba fradicia e scivolosa. Nonostante l’inferiorità numerica, la Lazio ha evitato di rattrappirsi a difesa della porta di Marchetti. Caparbia ha continuato a fare gioco cercando il gol dei tre punti. Il gol invece lo ha subito, un’invenzione di Jonathas, subentrato a Barreto da cinque minuti. Cuore Toro. Per la Lazio, un pareggio e tre sconfitte esterne nel 2013. Un disastro.
