GENOVA – Buona la prima delle nove finali che aspettano l’Inter, in palio un posto in Champions. Rodrigo Palacio affonda la Sampdoria con una doppietta. Sublime vendetta per l’ex genoano (fischiatissimo) e ossigeno puro per la Beneamata. Quinto posto agganciato a 50 punti in condominio con la Lazio, il terzo posto, occupato dal Milan, sta sette gradini più in alto. Lontano ma teoricamente raggiungibile, purché l’Inter non perda più un colpo. Purtroppo a frugare dentro la vittoria si ritrovano auspici niente affatto fausti.
La Sampdoria ha tirato in porta il triplo dell’Inter che ha raccolto il massimo esprimendo il minimo. Brutta, partita della squadra nerazzurra, illuminata dai lampi di Palacio le buio della notte. Squadra slegata, giocate estemporanee, un filo del gioco smarrito. Cassano, appannato e forse emozionato di fronte al suo vecchio pubblico, è stato sostituito a metà ripresa. L’Inter si è giovata della vena di Palacio, del talento sicuro di Kovacic, delle parate di Handanovic e degli interventi difensivi portati senza complimenti (Banti avaro di gialli con i nerazzurri) da Ranocchia e Juan Jesus nella difesa schierata prudentemente a quattro.
Il resto, da dimenticare. Stramaccioni ha parlato nel dopogara di “grandi passi avanti”. Beato lui. Ma il gioco dell’Inter dov’è? Tre quarti di gara è rimasta in mano, anzi nei piedi della Sampdoria dei giovani virgulti. Icardi, conclamato oggetto del desiderio dell’Inter, non era in serata: appena un paio di colpi di testa e molti appoggi anche elementari sbagliati. Sansone ha frullato pungente ma senza sfondare. Al resto ha provveduto Handanovic, strepitoso in un paio di occasioni (su Icardi e su Kristic) e sempre assolutamente perfetto su ogni pallone diretto tra i pali.
La difesa a quattro ha retto gli assalti blucerchiati, Ranocchia e Juan Jesus hanno giocato con modi alquanto spicci ma efficaci. Jonathas improponibile, Pereira si è salvato servendo a Palacio l’assist del primo gol, Gargano ha fatto legna in mezzo al campo (e ha legnato chiunque gli capitasse a tiro), insomma lo spirito non è mancato e a quello deve attaccarsi l’Inter per sperare.
La Sampdoria ha avuto il torto di non concretizzare le numerose folate offensive orchestrate sull’asse Poli-Obiang, e condotte al largo da De Silvestri ed Estigarribia, meglioil primo del secondo. Palombo da centrale di difesa è stato grandioso, salvo nel’occasione del primo gol, ma lì è stato un drago Palacio a intrufolarsi tra l’ex centrocampista blucerchiato e Gastaldello e a girare di testa nel sacco. Con Sensibile e Ferrara Palombo era stato emarginato, messo addirittura fuori organico. Con Osti e Rossi è ridiventato un pilastro della Sampdoria. Alla squadra è mancato il colpo del ko, ma sotto il profilo del gioco la squadra di Delio Rossi è stata encomiabile e giustamente l’allenatore ha definito “commovente” la generosità dei suoi ragazzi. Sconfitta che brucia ma il calcio è questo: chi la butta dentro alla fine ha sempre ragione.
