Scudetto sempre più Juventus col 2-0 alla Lazio

 

Vidal esulta: auoi i due goldella Juventus alla Lazio

Juventus, prendilo! Lo scudetto è lì, ad un passo. Conte si schermisce e tocca ferro, eppure la vittoria sulla Lazio per 2 a 0 è il visto sul titolo.

Undici punti sulla seconda, il Napoli, sono una dote indistruttibile per una squadra quadrata, convinta delle proprie virtù e padrona del gioco come la Juventus ammirata a Roma. Lo choc per l’uscita dalla Champions, se c’è stato, è già stato assorbito.

Non altrettanto si può dire della Lazio, che ha non solo pagato sul piano mentale l’ingiusta eliminazione dall’ Europa League, ma è alle prese con defezioni pesanti. Radu, Biava e Lulic squalificati. Dias, Konko e Pereirinha fuori combattimento. Troppo per una squadra stanca, che ha già dato molto. Ora si tratta di difendere il quinto posto a 51 punti con i cugini della Roma, 1 di vantaggio sull’ Inter. L’Europa League è un obiettivo più che realistico.

La Juve lamentava i forfait di Chiellini e Giovinco, Conte ne ha approfittato per ridisegnare la squadra, schierata con una sola punta, Vucinic, sostenuta da un ricco e plastico centrocampo, in cui Marchisio ha svolto il doppio ruolo di interno e di attaccante aggiunto.

Risultato, il totale controllo del gioco per l’intero primo tempo, impreziosito dalla dopppietta di Vidal, autore di una prestazione eccellente. Il primo su calcio di rigore ineccepibile – sciagurata entrata da dietro di Cana su Vucinic -, il secondo al termine di una veloce azione corale.

La Lazio? Travolta dalle giocate avvolgenti della Juventus, padrona delle due fasce con Lichtsteiner e Asamoah, non è riuscita a produrre repliche decenti, Cana ha avuto il pallone buono sottomisura, ma l’ha ciccato e la litania bianconera è ripresa, inarrestabile. Pogba ha agito con grande personalità a fianco di Pirlo, dimostrando una volta di più di avere personalità e classe per diventare imprescindibile. Quanto a Vidal, Marotta dovrà riflettere a lungo prima di lasciarlo andare. A volte è troppo irruente (vedi l’ammonizione di ieri sera che ha fatto infuriare Conte) ma il suo apporto in termini di corsa e inventiva è prezioso.

Nella ripresa, Petkovic ha mandato dentro Ederson per Mauri e Kozak per Hernanes, ridisegnando la Lazio con la difesa a tre, quattro centrocampisti, una mezza punta e due attaccanti. E la sua squadra si è finalmente riaffacciata alla ribalta. Niente di eccezionale, ma almeno è entrata in partita. La Juventus peraltro non ha rinunciato a cercare il tris (Marchisio si è divorata una grande occasione) ma è rimasta guardinga a difesa del doppio vantaggio. E non ha faticato troppo per conservare l’imbattibilità di Buffon. Salvando anche i diffidati: Pirlo, Matri, Bonucci, Padoin. Nel posticipo di domenica sera, ospite il Milan, la Juventus potrà mettere l’ulteriore sigillo alla conquista dello scudetto.

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Marco Benedetto