L’Inter naviga in acque molto più perigliose. Mazzarri che è un pozzo di scienza (calcistica) ha annusato l’aria che tira in società e misurata la forza obiettiva della squadra, si è fatto vivo dalle parti di Thohir. Se mi chiedete di portare a tutti i costi la quadra nei primi tre posti, vi rispondo che garanzie non posso darne – il succo del discorso del tecnico di San Vincenzo – Si sa che Tohir intende svecchiare l’organico e alleggerire drasticamente il monte ingaggi, ma la linea verde ha una forte controindicazione. Necessita di tempi medio lunghi. Mazzarri era arrivato a Milano convinto di trovarsi in mano una squadra attrezzata se non per lottare subito per lo scudetto, o al peggio costruita per centrare le primissime piazze. L’arrivo del tycoon indonesiano ha ribaltato tutte le prospettive interiste e Mazzarri non è un allenatore che gradisce lavorare sui giovani, né proiettarsi in tempi lunghi. Il chiarimento fra lui e il club si impone. Prima è meglio sarà. Voci indicano contatti con Franck De Boer, tecnico dell’Ajax. Specialista in giovani. La logica darebbe forza all’indiscrezione, anche perché Mazzarri non è uno che sta in paradiso a dispetto dei santi.
La squadra è grosso modo la stessa che lo scorso anni terminò a distanze siderali dal vertice, il pieno recupero di Jonathan e Alvarez da solo non basta a colmare il gap con Juve, Roma e Napoli. Milito è usxcito dai radar e a giugno probabilmente tornerà in Argentina, al River Plate. Icardi si è eclissato, complice un brutto infortunio e le vicende amorose con Wanda Nara, la moglie di Maxi Lopez. Belfodil è acerbo e non ha mai inciso. L’intero peso dell’attacco è ricaduto su Palacio, sublime finalizzatore, ma troppo solo in avanti, come si è visto anche a Napoli. Guarin è, volta a volta, un formidabile incursore o un peso morto e comunque è un giocatore di difficile collocazione tattica. Possibile che venga sacrificato (lo vuole Mourinho al Chelsea) per fare cassa e investire i denari su un attaccante e un centrocampista. Anche la difesa ha bisogno di puntelli urgenti, l’esibizione di Napoli è stata imbarazzante e se si mette a sbagliare anche Handanovic… Il Napoli nel reparto arretrato sta poco meglio dell’Inter ma perlomeno può contare su un formidabile reparto offensivo. E questo, essenzialmente, ha fatto la differenza nel 4-2 del San Paolo. Mazzarrui si lamenta dell’arbitraggio di Tagliavento. Gli ricordo il benevolo giudizio di Renzo Ulivieir, suo maestro dichiarato: “Walter sarà perfetto quando ammetterà i meriti dell’avversario”. Ecco, sottoscrivo.
L’impresa del Torino, vittorioso a Udine, si commenta da sé. Reduce dal brillante 3-3 di Napoli, l’Udinese si è afflosciata come un castello di carte di fronte al brio e alla sagacia tattica del Toro, magistralmente disposto in campo da Giampiero Ventura. Il 2-0 (Farnerud e Immobile) lancia i granata, che scalano la classifica, salgono a 22 punti, al settimo posto, lontani dalla zona calda. La vittoria al Friuli mancava al Toro dalla bellezza di 29 anni! Guidolin deluso e amareggiato torna a parlare di dimissioni. E’ pronto ad andarsene se la società glielo chiederà. Pozzo gli rinnova piena fiducia. Opportunamente. Guidolin, beato chi ce l’ha. L’Udinese vale più o meno la classifica che ha, non si può continuare a chiedere a Di Natale di mascherare i limiti della squadra.
Nella zona medio-bassa fa un passo da gigante la Sampdoria, vtoriosa sul campo del Chievo grazie al sesto gol stagionale di Eder (uscito poi per infortunio, come De Silvestri). Mihajlovic ha raccolto 8 punti in 4 gare e, quel che più conta, ha letteralmente trasformato la squadra, infondendole lo spirito guerriero che non si era mai mostrato durante la gestione di Delio Rossi (9 punti in 12 gare). Il tecnico serbo ha fatto anche di più, ha dato quadratura tattica alla Sampdoria convertendola al modulo 4-2-3-1 che esalta le qualità dei giocatori della rosa. Sul mercato di gennaio ci saranno almeno un paio di interventi importanti (un attaccante e un difensore, forse anche un portiere) e a questo punto la salvezza, che un mese fa pareva una chimera, diventa un traguardo del tutto accessibile. Si arresta viceversa la marcia del Chievo di Corini, prima sconfitta dopo il “pieno” di nove punti in 3 gare di campioanto. La squadra clivense ha disputato una partita confusa e, specie nel primo tempo, inoffensiva. Tardivi gli innesti di Pellissier e Paloschi, che hanno dato la scossa all’attacco veneto. Due palle gol in 90′ non giustificano recriminazioni sul risultato.
Stanno peggio il Catania (pari interno bianco col Verona, che conserva il sesto posto in classifica) inchiodato all’ultima posizone della graduatoria, nonostante qualche segnale di reazione, il Bologna e il Livorno, che chiudono la lista a 12 e 13 punti rispettivamente. La squadra di Pioli (confermato dalla società che non sarebbe in grado di sopportare l’ingaggio di un nuovo tecnico, economicamente naviga in acque difficili e Pioli ha tre anni di contratto) è stata strapazzata (3-0) da una Fiorentina tornata ai migliori livelli stagionali. Nonostante la prolungata assenza di Gomez la squadra di Montella non soffre certo del problema di segnare dei gol. Rossi consolida con 13 reti il primato fra i cannonieri (delizioso il pallonetto del 3-0 viola) e a questo punto l’interesse si sposta, momentaneamente, sull’Europa League, alla Viola è toccato l’Esbjerg, al Napoli lon Swansea e alla Lazio il Luidogorets. Sorteggio morbido, se la Juve che ha pescato i turchi del Trabzonspor (un destino…), ai quarti potremmo assitere ad uno scontro diretto tra bianconeri e viola, e addio pronosticata (da Montella) finale tutta italiana.
A proposito di Lazio, Klose (doppietta e un palo) ha salvato la panchina di Petkovic, col quale comunque Lotito consumerà il divorzio, al più tardi a giugno, visto che il feeling con l’allenatore bosniaco si è interrotto (nonostante l’endosement a suo favore da parte di Hernanes) e che Petkovic ha un accordo sulla parola per guidare, dopo il Mondiale brasiliano, la Nazionale elvetica. Lotito, glaciale, ha commentato: “Una rondine non fa primavera” e dunque il destino immediato del tecnico resta appeso ai risultati. Domenica prossima Verona-Lazio certificherà se i biancocelesti sono o no usciti dal coma.
Il Livorno torna sui carboni ardenti, la scoppola patita all’Olimpico laziale non lascia spazio a recriminazioni né ad attenuanti. Difesa sbarellante, e pure alquanto sfortunata nelle occasioni dei due gol, ma Klose ha goduto di eccessiva libertà in area di rigore e la squadra non è mai sembrata in partita. Spinelli mastica amaro ma difficilmente licenzierà Nicola, che peraltro ha poche colpe.
Insipido il pareggio fra Parma e Cagliari, Cassano (ammonito per aver scaraventato via il pallone) salterà la sfida di Marassi contro la Sampdoria. Si intensificano le voci che lo vorrebbero prossimo al rientro nell’amata Genova. Con la maglia della Sampdoria, naturalmente. Il Cagliari deve mettere fieno in cascina a gennaio Naingollan e Agazzi potrebbero salutare la compagnia (Cellino tratta il primo con la Juve). Il Ggenoa spreca un’eccellente occasione per staccarsi dalla zona pericolo, in vantaggio sull’Atalanta fino a pochi istanti dal fischio finale (gol di Bertolacci) subisce in extremis il pareggio di De Luca. Gasperini ha dovuto ridisegnare la squadra a causa delle assenze, pesanti, di Kucka (stagione finita) Portanova (rientro previsto nel 2014), Vrsaliko e Manfredini (squalificato). Domenica, all’ora di pranzo, a Bologna il Grifone dovrà fare legna a nuti i costi per evitare di trascorrere un Natale amaro.
