Serie A, il punto: Juve in fuga, stop Roma, ok Napoli

Il Milan esulta dopo il pareggio di Muntari (LaPresse)

ROMA – Serie A, sedicesima giornata. Il punto di Renzo Parodi.

Chiamiamo le cose con il loro nome. La Juve è in fuga. Ha già cinque punti sulla Roma, che resta imbattuta ma a Milano pareggia col Milan (2-2) e spreca l’occasione per restare in scia ai campioni d’Italia. Il Napoli, seppure vittorioso sull’Inter, è a 8 punti dalla capolista, difficile prevedere la rimonta immediata. Le altre arrancano a distanze siderali. La Fiorentina è a -13, l’, l’Inter a -15. Un altro campionato.

In coda all’agevole successo sul Sassuolo, tritato senza pietà (tripletta di Tevez e singola di Peluso), Conte si è tolto qualche sassolino. “Se avessimo passato il turno in Champions scrivereste di una Juve stratosferica e si parlerebbe di Juve favorita per centrare il Triplete. Così invece qualcuno non vede l’ora di celebrare il nostro funerale. Siamo usciti dalla Champions perché a Istanbul non si è giocato al calcio e anche un po’ per colpa nostra, non dovevamo ridurci a cercare il passaggio del turno all’ultima partita”. Ineccepibile. La Juve è caduta per fatalità nella sfida dentro-fuori ma anche a causa dei suoi limiti contingenti nelle precedenti partite, in particolare i pareggi di Copenhagen e a Torino contro il Galatasaray. Ma ora è tornata la Juve cannibale e in campionato sarà dura per tutte le rivali, perché il carattere e l’abitudine a vincere di Madama non hanno eguali. Buffin è imbattuto da 730′, il turno di Europa League contro il Trabzonspor (già avversario della Lazio)non è proibitivo, insomma è tornata la vera Juve e punta al piccolo Triplete (campioanto, Europa League e Coppa Italia). Perché no?

La Roma ha sprecato un jolly a San Siro, due volte in vantaggio con Destro e Strootman si è fatta rimontare sul 2-2 da un Milan rimodellato in partenza da Allegri con l’albero di Natale (Kakà e Montolivo in appoggio a Balotelli), per poi passare alle due punte, affiancando a Mario il solito Matri. Berlusconi aveva chiesto a Balotelli di giocare più vicino alla porta, Mario ha provato ad ubbidire, purtroppo il rendimento di un attaccante dipende soprattutto dai rifornimenti che riceve. Garcia si è giustamente dichiarato soddisfatto della cifra di gioco della Roma, sempre brillante e propositiva, meno del rendimento della difesa, che ha incassato in un solo match quasi la metà dei gol subiti in tutti gli altri. Sette reti al passivo restano comunque un eccellente score e se la Roma non vincerà lo scudetto, potrà riprovarci l’anno prossimo, probabilmente giocando anche la Champions. Si è rivisto nell’ultima mezzora di gioco Totti, dopo una lunghissima assenza per infortunio. Dal rendimento del capitano dipendono le sorti della squadra. Un altro Totti Garcia non ce l’ha e non ce l’hanno neppure le rivali.

I 19 punti in classifica come Parma e Cagliari sono una miseria ma questo è il Milan di oggi. Allegri si consola pensando che da qui a febbraio, quando inizierà la disfida di Champions contro l’Atletico Madrid (brutta bestia, è la squadra più in palla) il Milan avrà compiuto significativi progressi. Servirà anche un aiutone dal mercato di gennaio, Rami e Honda sono già nei quadri, vediamo se Berlusconi vorrà farsi un regalino.

Il Napoli avrebbe ancor più titolo della Juve di lamentare l’esclusione dall’Europa che conta. Fuori a 12 punti e per un solo gol di scarto, roba mai avvenuta nella storia. Benitez e il suo progetto messi in discussione dopo la doppia caduta di Torino e col Parma in casa, sono tornati nel cuore della gente e del presidente De Laurentiis che nell’immediato dopopartita con l’Arsenal si è espresso con lo stile del gentiluomo e la chiarezza del comandante in capo. L’eliminazione in Champions non interrompe il processo di crescita del Napoli, anzi paradossalmente fornisce nuovo combustibile alle ambizioni della società e della città. Si cresce tutti insieme, società, squadra tifosi e media – lo dico per aver vissuto in prima linea l’epopea della Sampdoria di Paolo Mantovani, ineguagliato maestro di calcio e di vita – e quindi, calma e gesso, amici napoletani. State vicini alla squadra e al presidente. Benitez è una garanzia, lasciatelo lavorare in pace. A gennaio credo che arriveranno i due rincalzi assolutamente irrinunciabili per centrare, almeno, il traguardo della qualificazione in Champions. Higuain è il miglior cecchino del campionato, ma alla difesa serve agilità e al centrocampo un uomo che detti i tempi della manovra e innervi la forza fisica di Behrami, Inler e Dzemaili con una massiccia dose di tecnica calcistica. Quantoi agli esterni (Mertens, Callejon, Maggio, Zuniga, Armero) nessuno sta meglio del Napoili e quando Hamsik tornerà in perfetta efficienza ne vedremo delle belle.

L’Inter naviga in acque molto più perigliose. Mazzarri che è un pozzo di scienza (calcistica) ha annusato l’aria che tira in società e misurata la forza obiettiva della squadra, si è fatto vivo dalle parti di Thohir. Se mi chiedete di portare a tutti i costi la quadra nei primi tre posti, vi rispondo che garanzie non posso darne – il succo del discorso del tecnico di San Vincenzo – Si sa che Tohir intende svecchiare l’organico e alleggerire drasticamente il monte ingaggi, ma la linea verde ha una forte controindicazione. Necessita di tempi medio lunghi. Mazzarri era arrivato a Milano convinto di trovarsi in mano una squadra attrezzata se non per lottare subito per lo scudetto, o al peggio costruita per centrare le primissime piazze. L’arrivo del tycoon indonesiano ha ribaltato tutte le prospettive interiste e Mazzarri non è un allenatore che gradisce lavorare sui giovani, né proiettarsi in tempi lunghi. Il chiarimento fra lui e il club si impone. Prima è meglio sarà. Voci indicano contatti con Franck De Boer, tecnico dell’Ajax. Specialista in giovani. La logica darebbe forza all’indiscrezione, anche perché Mazzarri non è uno che sta in paradiso a dispetto dei santi.

La squadra è grosso modo la stessa che lo scorso anni terminò a distanze siderali dal vertice, il pieno recupero di Jonathan e Alvarez da solo non basta a colmare il gap con Juve, Roma e Napoli. Milito è usxcito dai radar e a giugno probabilmente tornerà in Argentina, al River Plate. Icardi si è eclissato, complice un brutto infortunio e le vicende amorose con Wanda Nara, la moglie di Maxi Lopez. Belfodil è acerbo e non ha mai inciso. L’intero peso dell’attacco è ricaduto su Palacio, sublime finalizzatore, ma troppo solo in avanti, come si è visto anche a Napoli. Guarin è, volta a volta, un formidabile incursore o un peso morto e comunque è un giocatore di difficile collocazione tattica. Possibile che venga sacrificato (lo vuole Mourinho al Chelsea) per fare cassa e investire i denari su un attaccante e un centrocampista. Anche la difesa ha bisogno di puntelli urgenti, l’esibizione di Napoli è stata imbarazzante e se si mette a sbagliare anche Handanovic… Il Napoli nel reparto arretrato sta poco meglio dell’Inter ma perlomeno può contare su un formidabile reparto offensivo. E questo, essenzialmente, ha fatto la differenza nel 4-2 del San Paolo. Mazzarrui si lamenta dell’arbitraggio di Tagliavento. Gli ricordo il benevolo giudizio di Renzo Ulivieir, suo maestro dichiarato: “Walter sarà perfetto quando ammetterà i meriti dell’avversario”. Ecco, sottoscrivo.

L’impresa del Torino, vittorioso a Udine, si commenta da sé. Reduce dal brillante 3-3 di Napoli, l’Udinese si è afflosciata come un castello di carte di fronte al brio e alla sagacia tattica del Toro, magistralmente disposto in campo da Giampiero Ventura. Il 2-0 (Farnerud e Immobile) lancia i granata, che scalano la classifica, salgono a 22 punti, al settimo posto, lontani dalla zona calda. La vittoria al Friuli mancava al Toro dalla bellezza di 29 anni! Guidolin deluso e amareggiato torna a parlare di dimissioni. E’ pronto ad andarsene se la società glielo chiederà. Pozzo gli rinnova piena fiducia. Opportunamente. Guidolin, beato chi ce l’ha. L’Udinese vale più o meno la classifica che ha, non si può continuare a chiedere a Di Natale di mascherare i limiti della squadra.

 

 

Nella zona medio-bassa fa un passo da gigante la Sampdoria, vtoriosa sul campo del Chievo grazie al sesto gol stagionale di Eder (uscito poi per infortunio, come De Silvestri). Mihajlovic ha raccolto 8 punti in 4 gare e, quel che più conta, ha letteralmente trasformato la squadra, infondendole lo spirito guerriero che non si era mai mostrato durante la gestione di Delio Rossi (9 punti in 12 gare). Il tecnico serbo ha fatto anche di più, ha dato quadratura tattica alla Sampdoria convertendola al modulo 4-2-3-1 che esalta le qualità dei giocatori della rosa. Sul mercato di gennaio ci saranno almeno un paio di interventi importanti (un attaccante e un difensore, forse anche un portiere) e a questo punto la salvezza, che un mese fa pareva una chimera, diventa un traguardo del tutto accessibile. Si arresta viceversa la marcia del Chievo di Corini, prima sconfitta dopo il “pieno” di nove punti in 3 gare di campioanto. La squadra clivense ha disputato una partita confusa e, specie nel primo tempo, inoffensiva. Tardivi gli innesti di Pellissier e Paloschi, che hanno dato la scossa all’attacco veneto. Due palle gol in 90′ non giustificano recriminazioni sul risultato.

Stanno peggio il Catania (pari interno bianco col Verona, che conserva il sesto posto in classifica) inchiodato all’ultima posizone della graduatoria, nonostante qualche segnale di reazione, il Bologna e il Livorno, che chiudono la lista a 12 e 13 punti rispettivamente. La squadra di Pioli (confermato dalla società che non sarebbe in grado di sopportare l’ingaggio di un nuovo tecnico, economicamente naviga in acque difficili e Pioli ha tre anni di contratto) è stata strapazzata (3-0) da una Fiorentina tornata ai migliori livelli stagionali. Nonostante la prolungata assenza di Gomez la squadra di Montella non soffre certo del problema di segnare dei gol. Rossi consolida con 13 reti il primato fra i cannonieri (delizioso il pallonetto del 3-0 viola) e a questo punto l’interesse si sposta, momentaneamente, sull’Europa League, alla Viola è toccato l’Esbjerg, al Napoli lon Swansea e alla Lazio il Luidogorets. Sorteggio morbido, se la Juve che ha pescato i turchi del Trabzonspor (un destino…), ai quarti potremmo assitere ad uno scontro diretto tra bianconeri e viola, e addio pronosticata (da Montella) finale tutta italiana.

A proposito di Lazio, Klose (doppietta e un palo) ha salvato la panchina di Petkovic, col quale comunque Lotito consumerà il divorzio, al più tardi a giugno, visto che il feeling con l’allenatore bosniaco si è interrotto (nonostante l’endosement a suo favore da parte di Hernanes) e che Petkovic ha un accordo sulla parola per guidare, dopo il Mondiale brasiliano, la Nazionale elvetica. Lotito, glaciale, ha commentato: “Una rondine non fa primavera” e dunque il destino immediato del tecnico resta appeso ai risultati. Domenica prossima Verona-Lazio certificherà se i biancocelesti sono o no usciti dal coma.

Il Livorno torna sui carboni ardenti, la scoppola patita all’Olimpico laziale non lascia spazio a recriminazioni né ad attenuanti. Difesa sbarellante, e pure alquanto sfortunata nelle occasioni dei due gol, ma Klose ha goduto di eccessiva libertà in area di rigore e la squadra non è mai sembrata in partita. Spinelli mastica amaro ma difficilmente licenzierà Nicola, che peraltro ha poche colpe.

Insipido il pareggio fra Parma e Cagliari, Cassano (ammonito per aver scaraventato via il pallone) salterà la sfida di Marassi contro la Sampdoria. Si intensificano le voci che lo vorrebbero prossimo al rientro nell’amata Genova. Con la maglia della Sampdoria, naturalmente. Il Cagliari deve mettere fieno in cascina a gennaio Naingollan e Agazzi potrebbero salutare la compagnia (Cellino tratta il primo con la Juve). Il Ggenoa spreca un’eccellente occasione per staccarsi dalla zona pericolo, in vantaggio sull’Atalanta fino a pochi istanti dal fischio finale (gol di Bertolacci) subisce in extremis il pareggio di De Luca. Gasperini ha dovuto ridisegnare la squadra a causa delle assenze, pesanti, di Kucka (stagione finita) Portanova (rientro previsto nel 2014), Vrsaliko e Manfredini (squalificato). Domenica, all’ora di pranzo, a Bologna il Grifone dovrà fare legna a nuti i costi per evitare di trascorrere un Natale amaro.

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Alberto Francavilla