Anche Rafa Benitez merita una citazione di merito. Ha cambiato faccia (e spirito) al Napoli che comunque Mazzarri aveva condotto al miglior risultato possibile, nbelle condizioni date. Non si può tuttavia evitare di rimarcare l’andamento ondivago del Napoli in campionato, l’eliminazione dall’Europa “grande” grida vendetta ma così vanno le cose nel calcio. Restano, a motivo di vera consolazione, alcune performance europee di grande spessore.
De Laurentiis si prepara ad operare sul mercato d’inverno due-tre ritocchi (un difensore, un centrocampista, un esterno di centrocampo), vuole mettere le ali ad una squadra che non sembra al momento attrezzata per i massimi traguardi. Non ha premura il presidnete e non ce l’ha Benitez che si sgola a predicare pazienza. Soltanto col tenpo il motore del Ciuccio girerà al massimo. Lo prendo in parola.
Palacio con un colpo di tacco (e di genio) nel finale ha deciso a pro dell’Inter un derby della Madonnina confuso e nervoso (Espulso Muntari nel finale), giocato meglio dal Milan nei primi 45′ e recuperato alla distanza nel gioco e nel risultato dall’Inter. Le assenze per squalifica di Alvarez e Montolivo non spiegano le brutture viste in campo, troppi mezzi grandi giocatori sgranati nelle due squadre (nell’Inter neppure un italiano!) per giustificare le ambizioni di primato.
I tre punti rilanciano l’Inter, ora è quinta e ha scavalcato in classifica il sorprendente Verona, ma i problemi nerazzurri restano sul tappeto e deve essersene accorto anche Thohir, che ha bagnato l’esordio da presidente battendo l’altra esordiente, Barbara Berlusconi, guadagnando ai suoi nuovi colori una vittoria portafortuna, almeno lo sperano i discepoli della Beneamata che soffre di evidenti squilibri tattici.
Palacio è un gigante ma non può sempre tirar fuori dal fuoco tutte le castagne dell’attacco. Il centrocampo è mevrile ma difetta di fantasia e nell’occasione pure Handanovic ha infilato tre papere che potevano costare care. Il Milan è calato vistosamente alla distanza, Balotelli si è esibito in alcuni numeri di alta scuola ma non è riuscito ad incidere come ci si aspettava dal suo enorme talento calcistico. Si è rivisto Pazzini dopo sei mesi di black out, augiri a lui. E al Milan. La classifica di Allegri rimane più che desolante – dodicesimo posto con 19 punti – la stagione è compromessa e tanto vale lavorare subito per il futuro.
Con un supergol (segnato col piede sbagliato, il destro) del solito Pepito Rossi, la Fiorentina ha sbancato il campo del coraggioso (e talvolta temerario) Sassuolo e consolidato il quarto posto in classifica, a tre sole lunghezze dal Napoli. L’obiettivo stagionale – la qualificazione alla prossima Champions League – è del tutto accessibile. Sarà interessante scoprire come rimodellerà la squadra l’ottimo Montella, il giorno in cui, finalmente, riavrà a disposizione Gomez. Difficile ipotizzare interventi radicali sul mercato di gennaio, la squadra ha una propria coerenza e soltanto un rinforzo di primissima fascia potrebbe alzarne ancora il tasso tecnico.
