Verona e Torino sono le rivelazioni del momento. I veneti hanno strapazzato la Lazio, la panchina di Petkovic resta più che mai appesa al classico filo e la riflessione notturna annunciata da Lotito prelude al 99% al suo siluramento. Il sostituto-traghettatore sarà scelto tra Di Carlo, Bollini (allenatore della primavera biancazzurra) e Reja, costui è però poco convinto di accettare l’incarico pro tempore.
Mandorlini ha costruito una squadra che gioca un calcio allegro e redditizio, Toni è letteralmente risorto dalle proprie ceneri e qualche bel talento (Iturbe, Jorginho) attira già le attenzioni dei grandi club. Se resisterà alle lusinghe invernali, la società potrà chiedere al tecnico qualcosa di più di una tranquilla salvezza.
Anche il Toro raccoglie punti e consensi, Ventura che un mese fa era finito sotto il tiro dei tifosi più oltranzisti, adesso è idolatrato come il demiurgo capace di innalzare una onesta squadra di medio valore in una splendida realtà. Immobile e Cerci sono le stelle che brillano più luminose, ma sarebbe ingiusto trascurare l’apporto degli “operai”, tipo Glick, Vives, Darmian & C.
Il Cagliari continua a stupire per la padronanza del gioco e il carattere che non arretra di fronte agli ostacoli, come dimsostra il pareggio che ha imposto al Napoli. Umiliato dalle rovine fra le quali il Cagliari è costretto a disputare le sue partite interne (il sant’Elia è ridotto alla capienza di appena 5mila posti), il presidente Massimo Cellino ha annunciato che per quanto riguiarda non tratterrà nessuno dei suoi che gli chiedesse di emigrare. Ottimo alibi per far digerire ai tifosi la cessione, più che certa, di Nainggolan, (Milan in vantaggio su Inter e Juve) e quella probabile del dissidente Agazzi. Se lì si fermerà l’epurazione, il Cagliari si salverà senza patemi. Altrimenti saranno guai.
Nella zone basse annaspano assieme al derelitto Catania, il Livorno, battuto in casa dall’Udinese, Chievo e Sassuolo. Corini è alla seconda sconfitta filata, il gol iniziale di Thereau aveva illuso che fosse l’ora del colpaccio ma il ritorno prepotente del Toro ha cancellato le illusioni.
Il Sassuolo gioca un bel calcio, Di Francesco ha idee moderne ma qui non gli si chiede di dare spettacolo ma di condurre in porto una dignitosa salvezza. La trasferta nella Genova rossoblù, alla ripresa, sarà un test molto probante. Respira il Bologna, che il presidente Guaraldi, in settimana, aveva tentato di affossare intrevviando una trattativa open air con Baggio, candidato a sostituire Pioli.
Se Guaraldi voleva verificare da che parte stavano i giocatori adesso lo sa. Tutti con Pioli. E con Pioli sta anche la curva Andrea Costa del Dall’Ara, schierata compatta col tecnico, che resta ovviamente al suo psoto. Diamanti segnando il gol-vittoria e prodigandosi come un umile gregario, ha trascinato i compagni al successo su un Genoa sempre più timido e dimesso, che non vince dal 10 novembre (2-0 al Verona).
Da allora, appena tre pareggi e due sconfitte per la squadra che Gasperini aveva rilanciato e adesso si ritrova in discesa rapida. All’opposto dei cugini della Sampdoria che pure si sono fatti imporre il pareggio casalingo da un Parma brillante e caratterialmente d’acciaio, nonostante le assenze, pesanti, di Paletta, Gargano e di Cassano, voci sempre più insistenti lo danno in partenza con destinazione proprio la Sampdoria. Mihajlovic ha signorilmente denunciato in pubblico che la sua squadra nell’occasione non ha affatto meritato il pareggio.
In effetti, la vittoria il Parma se l’era meritata in virtù di un gioco estremamente concreto e a tratti spettacolare, che ha costretto la Sampdoria ad una affannosa difesa per quasi tutta la ripresa. Brave le due squadre a disimpegnarsi sull’indegno tratturo nel quale è trasformato il prato (si fa per dire) dello stadio Luigi Ferrraris. Rizollatura in vista, la millesima e meglio non chiedersi a quanto ammonterà il conto di questi interventi di emergenza che a Genova si definiscono “tappulli”, ossia rappezzi alla buona.
Il bilancio della Sampdoria di Mihajlovic resta comunque molto positivo, cinque gare senza sconfitte con due vittorie e tre pareggi, hanno fruttato i nove punti che l’hanno sradicata dai bassifondi. La classifica reclama ancora attenzione ma i tempi bui sembrano superati. E se davvero Cassano tornerà ad indossare la maglia blucerchiata, beh allora ci sarà da divertirsi, sulla sponda sampdoriana del mar Ligure.
