Serie A, il punto: Juve unta dal Signore, duello Napoli-Roma. Cassano in azzurro

Cassano esulta a San Siro: il Parma ha battuto il Milan (foto Lapresse)

ROMA – Campionato di Serie A. Il commento di Renzo Parodi alla 28° giornata.

Se vince anche le partite che meriterebbe di perdere la Juventus è davvero unta dal Signore del pallone. Vittoria numero 24 su 28 partite anche a Genova, sponda rossoblù. Buffon e Pirlo gli eroi di giornata. Il portiere annulla un calcio di rigore, il regista confeziona su calcio di punizione il bon bon che vale tre punti. Inutile fare calcoli, battuta l’Udinese, la Roma resta sotto di 14 gradini, seppure con una partita da recuperare contro il Parma. Il Napoli ha scippato al Torino una immeritata vittoria e arranca a 17 lunghezze dalla capolista. Lo scudetto è dunque virtualmente assegnato, vedano Roma e Napoli di regolare la questione del posto d’onore che vale l’accesso diretto alla Champions League.

Madama ha sofferto e rischiato di colare a picco contro il miglior Genoa della stagione, che Gasperini, vecchio cuore bianconero, ha disposto in versione aggressiva, con marcature a uomo su Pirlo (l’ottimo Matuzalem) e sulle punte, Osvaldo e Llorente, soffocate dalla coppia De Maio-Burdisso. Squadra stanca, Conte lo ha ammesso. E votata totalmente al campionato. Tre scudetti di fila restano negli annali, la vittoria in Europa League non darebbe lo stesso gusto. Pronto il check up di Firenze, giovedì nel ritorno di coppa. Se la Juve agguanta la qualificazione (si parte dall’1-1 dell’andata) allora bisognerà togliersi il cappello di fronte a siffatta nobilitate. La Fiorentina ha riavuto Gomez, quasi al meglio della forma, e ha domato il Chievo senza dissanguarsi. Ora si appresta a giocarsi un bel pezzo di futuro nello spareggio europeo.

Classifica fluida nelle prime posizioni, alle spalle della Juve, s’intende. Nei posticipi il Napoli contro il Toro ha patito le pene dell’inferno, irretito dalla tattica a sopresa di Ventura che ha preservato per il finale di gara la coppia d’oro Immobile-Cerci, mandando dentro all’inizio Meggiorini e Barreto, con la consegna di spremersi a pressare i difensori avversari in uscita. Miussione compiuta, il Napoli ha balbettato un calcio inane e bastava guardare al faccia di Benitez, in panca, per misurarne la delusione. Due legni colpiti, da Bovo e Meggiorini, un paio di superparate di Reina e una costante superiorità tattica granata che ha costretto il Napoli a raggrumarsi nella propria metacampo, rinunciando a replicare. Pari stretto fino a due minuti dal 90′, poi Higuain ha tramutato in gol un micidiale contropiede, forse viziato da uno sgambetto involontario del centravanti su Glik. L’arbitro Doveri ha convalidato, il Napoli si è portato a casa tre punti che lo tengono in corsa per il secondo posto. Giustamente il Toro (quinta sconfitta filata) è furibondo. <Mai visto nulla di simile>, il commento di Ventura sul gol.

La Roma con enorme fatica ha superato una vivacissima e indomita Udinese, tornata due volte in partita, con Pinzi e Basta, dopo i gol di Totti (233 centri in 551 gare), Destro e Torosidis. Col capitano in campo la Roma è un’altra Roma, poche storie. Lunga vita a Francesco, allora. Garcia dovrà rivedere qualcosa negli equilibri fra i reparti. Attaccata, la Roma è capace di fulminee ripartenze ma spesso è pure vittima di preoccupanti sbandate difensive. L’ex De Sanctis ha preso due gol ma ne ha sventati almeno altri quattro. Non è un bel segnale per chi nutre ambizioni di altissima classifica.

Chi avrà il coraggio di sostenere che Cassano non merita la Nazionale? Nella desolante miseria tecnica che affligge i quadri azzurri in vista del Mondiale non è il caso di imbastire guerre di religione. E’ sufficiente osservare senza pregiudizi la realtà delle cose. Spero che Prandelli si ponga la domanda che le esaurisce tutte. Cassano può essere utile alla Nazionale? La risposta viene dal campo ed è multipla perché Cassano (undici gol)da quando ha risolto il tormentone di gennaio (vado via e torno alla Sampdoria o resto a Parma?) è ridiventato l’uomo squadra dell’eccellente Parma di Donadoni. Fare la festa al Milan attuale non è gran cosa, ma c’è molto di suo nel 4-2 che ha spedito il Diavolo all’inferno. Per di più il Parma deve recuperare la gara di Roma . Fossi Garcia non starei per nulla tranquillo.

Al momento Cassano è difficilmente arginabile. Quando si sente amato, come sta accadendo con Donadoni, Fantantonio dà il meglio di sé. Il Parma e Parma sono il nido ideale per riscaldare i suoi sensi ipersensibili, moderarne i bollori, incanalare il suo straordinario talento a pro della collettività. Basta guardarlo in faccia per comprendere quanto sia felice il barese. E peggio per la Sampdoria e per Mihajlovic che a gennaio con uno schiocco di dita avrebbero portuto ripotatarselo a casa e hanno deciso di passare la mano: Perché -spiegazione ufficiosa ma autentica – con Cassano lo spogliatoio va in pezzi. Fosse per Antonio, nonostante gli allori emiliani, ancora ci metterebbe un amen a riprendere la strada del mare. Ma ormai il sogno sembra destinato a restare tale e Ghirardi, giustamente, annuncia che vuole tenerselo stretto, lui e Donadoni, che ormai viaggiano in simbiosi.

Nel frattempo l’Italia di Prandelli ha bisogno di Cassano che si è pure deciso a lanciare il canonico appello al ct. Prandelli tace: e Medita. Pare che un referendum interno tra i calciatori della Nazionale abbia dato luce verde al ritorno di Antonio. Lui terrebbe da morire a disputare il suo primo (e ultimo) Mondiale. Donadoni garantisce per lui: per gestirlo non serve altro che tatto e buonsenso. E soprattutto farlos entire importante.

Se tornasse in azzurro Cassano sarebbe importante oltre che per la squadra anche per Balotelli, sempre più alla deriva, vittima delle sue ubbìe e prossimo a sprofondare nell’abisso dei suoi insondabili malumori. I tifosi milanisti lo considerano il colpevole principale del disastro, assieme ad Adriano Galliani, immemori dei colpi che il dirigente aveva messo a segno in quasi tre decenni di successi. Ingrati.

Non c’è dubbio che gli assist sopraffini di Cassano risveglierebbero Balotelli dal grande sonno nel quale sembra irreversibilmente piombato. Senza talenti nel calcio non si fa molta strada. Avrà ragione Sacchi a predicare che conta la quadra e non il singolo calciatore. Personalmente non ricordo una grande squadra che non potesse contare su grandi calciatori e soprattutto grandi uomini. Cassano si raccomanda nella prima delle due versioni, in una competizione breve. Il Mondiale, che si brucia in un mese, non reclama necesariamente prototipi di saggezza. Meglio un Cassano sempre sul punto di sbroccare che una pletora di mediocri soldatini, ligi agli ordini, ancorché incapaci di innalzare il tono delle loro giocate. Così la penso e continuerò a pensarla. Ora tocca a Prandelli decidere. Cassano non vede l’ora di rispondere signorsì.

Il talentuoso barese ha passeggiato da par suo sui resti del Milan (terzo sconfitta filata, seedorf ne ha già Ciccate sette). Un grande calciatore non diventa necessariamente un illustre allenatore, gli annali rigurgitano di esempi. Berlusconi (Silvio e Barbara) hanno preteso da Galliani la tEsta di Allegri e ora si vede quanto poco abbiano pesato i presunti errori del Conte Max nel miserevole bilancio stagionale del povero Diavolo. Neppure due acquiasti azzeccati (Rami e Taarabt), ma certamnente non tali da ribaltare la scala complessiva dei valori del campionato, hanno rimesso il Milan in linea di galleggiamento. I tifosi ce l’hanno con Galliani e anche Berlusconi (padre) sembra aver fatto pollice verso all’antico sodale.

Accusato di aver costruito male la squadra, dilapidando i soldi del patron. Seedorf non sarebbe in pericolo, Berlusconi assicura di non aver cambiato idea sull’olandese, già virtualmente confermato per la prossima stagione. Tra i tanti ex milanisti sparsi in giro per il mondo, chissà perché il quieto Donadoni non ha mai avuto, né avrà a quanto pare, una chance di allenare il Milan. Il perché è intuibile. Donadoni non fa la ruota, non lancia proclami, è l’antipersonaggio, specialmente davanti ad una telecamera. Ergo non collima con lo stile Milan. Non conta, evidentemente, che abbia salvato Cassano dall’autodistrutzione e potrebbe anche ripetere il miracolo con Balotelli, avviato pure lui sulla via del suicidio sportivo.

Galliani a fine torneo sarà esautorato e il bastone da maresciallo passerà nelle mani dell’ambiziosa lady Barbara. Auguri e figli maschi, povero Diavolo. La rifondazione si annuncia dolorosa. Seedorf si è lasciato inmgolosire dall’0offerta del Milan e non ha avuto la pazienzxa di attendere che la ruota smettesse di girare. Avesse atteso gli eventi, tirando gli ultimi calci al pallone nel Botafogo, in estate Clarence sarebbe ripartito in panchina dal Milan con forze e programmi freschi. Mondo da ogni accusa per la stagione andata a rotoli. Così pagherà dazio pure lui con i tifosi. A proposito,. Davvero una pesisma idea accettare il confreonto con chi ti accoglie a insulti e sputi. Ma nel calcio come nel resto si sono persi i confini dei rispettivi ruoli ( e dunque dei doveri che incombono a ciascuno) e anche parecchio d’altro.

L’Inter viceversa fa festa, ha scalato la classifica (quattro successi nelle ultime sei partite, appena due gol incassat), A Verona non ha mai perso la tramontana come le accadeva in passato. Colpito subito l’avversario con palacio, ha atteso paziente la sfuriata dei veneti e ha chiuso la partita con il rifiorito Jonathan, uno dei pupilli di Mazzarri. L’allenatore toscano ha ripreso in mano il filo del lavoro impostato in estate che gli era un po’ sfuggito di mano. L’arrivo di Hernanes e D’Ambrosio gli consegna due valide alternative per il suo 3-5-2. Icardi prima o poi diventerà un crack, in area di rigore pochi hanno il suo istinto del gol. La difesa ha ritrovato in Ranocchia un eccellente alternativa a Juan Jesus e Samuel. La squadra è tatticamente bene assestata e gioca con sufficiente padronanza per domare quasi tutti gli avversari. Se centra l’Europa League (e magari il quarto posto) l’Inter troverà in Thohir un presidente sollecito nell’investire ancora. Vidic è un ottimo acquisto, il bomberino madrileno Morata lo sarebbe ancor di più. La ricostruzione è già in corso, mentre suill’altra sponda di Milano ci si aggira tra le macerie.

Ogni turno regala qualche colpo di scena. La Lazio è risorta a Cagliari, ritrovando lontano dalla contestazione dell’Olimpico le energie migliori. Per la volata europea l’Aquila biancazzurta proverà a volare in alto. Lotito riesce sempre a schivare i colpi più duri e resta in piedi a dispetto dell’esecrazionme popolare. Se gli riuscisse di tornare in Europa potrebbe disarmare i suoi nemici ricordando loro che la Lazio il suo dovere l’ha fatto. Ma non sarà impresa semplice.

La Sampdoria pareva aver preso coscienza delle ambizioni coltivate dal suo tecnico. Mhajlovic alla vigilia aveva chiesto aiuto addirittura al padre Dante, nei panni del motivatore. Aveva declamato una terzina dell’Inferno (“fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza”) per indicare ai suoi la rotta di Ulisse verso l’ignoto delle Colonne d’Ercole. La squadra lo ha ripagato tornando a masticare il calcio asfittico dei tempi derelitti di Delio Rossi ed è stata giustamente bastonato dalla solita Atalanta casalinga, feroce e micidiale. Il tecnico serbo schiumava rabbia a fine partita e ha promesso che da oggi in poi farà scendere in campo solo gli uomini, purché dotati di attributi, specialità che allo stadio Azzurri d’Italia è risultata latitante. Colantuono ha spremuto il sangue nobile da una squadra non eccelsa ma compatta e capace di esaltarsi con i suoi tenori, Bonaventura e Denis. Il dg Marino è un asso sul mercato e il vivaio della Dea resta il più prolifico d’Italia. Prendano esempio le altre.

Nell’autodafe di Reggio Emilia e Livorno, l’hanno spuntata Sassuolo e Livorno su Catania e Bologna. Il ritorno di Di Francesco ha rigenerato gli emiliani che sono tornati in corsa per salvarsi. Di Carlo ha ricostruito una squadra batagliera che sbaglia qualche colpo (vedi Genova) ma si riscatta a stretto giro di posta. Lotta dura senza paura. A occhio, Catania e Bologna stanno peggio delle altre tre rivali. Chievo, Livorno e Sassuolo. Con dieci partite davanti e trenta punti sul tavolo, tutto è ancora possibile. Nel bene e nel male.

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Alberto Francavilla