ROMA – Il punto di Renzo Parodi sulla 30° giornata di Serie A.
Inter-Juve 1-2
“Un altro mattoncino…”,commenta serafico Antonio Conte a fine gara. La Juve si è sbarazzata dell’Inter 2-1, con i gol di Quagliarella e Matri, gli attaccanti di complemento, posto che davvero la coppia Giovinco-Vucinic (oggi assente) sia davvero titolare nella squadra dei tutti utili nessuno (o quasi) è indispensabile, secondo il credo dell’allenatore pugliese. A proposito, ha fatto scalpore la boutade di Conte, disponibile, un giorno, ad allenare persino l’Inter o il Milan,ossia gli arcinemici della Juve . Messaggio cifrato a Marotta? Il plenipotenziario bianconero si è affrettato a garantire che Conte resterà a lungo l’allenatore della Juventus.
La partita. Gran primo tempo bianconero, aperto dal gol di Quagliarella, un missile dai 25 metri che ha ingannato Handanovic. In Italia soltanto Balotelli calcia da fermo forte e preciso come Quagliarella. Partita in salita per l’Inter che Stramaccioni ha schierato con la difesa a tre – imperniata sul rientrante Samuel – e con Alvarez alle spalle delle due punte, Cassano e Palacio. La Juve che Conte ha sottoposto ad un modesto turnover in vista del match di Monaco di Baviera (Lichtsteiner, Pogba e Giovinco sono partiti in panchina, Vucinic è rimasto a Torino) è rimasta a lungo padrona del gioco e tuttavia Cassano e Palacio hanno impegnato severamente Buffon. D’altronde Vidal e Pirlo non sono riusciti a trasformare in gol il pallone del possibile 2-0. Migliore l’Inter nella ripresa, dopo che Stramaccioni ha inserito Guarin al posto di Alvarez, sempre troppo evanescente. E il gol di Palacio è arrivato come il giusto premio al forcing nerazzurro. Ma la Juve è la Juve, una squadra matura, padrona dei propri sentimenti, che sa approfittare di ogni debolezza dell’avversario. E il duetto fra Quagliarella e Matri che ha fruttato il raddoppio dell’ex bomber del Cagliari è stata la ciliegina candita nell’uovo di Pasqua di Conte. L’Inter ha amentato un possibile fallo da rigore di Chiellini su Cassano, rivisto alla moviola non sarebbe stato scandaloso se l’arbitro Rizzoli lo avesse fischiato. L’arbitro di porta avrebbe potuto assisterlo meglio. L’Inter comunque è uscita a testa alta contro l’avversaria che sta ammazzando il campionato.
Brutto episodio nel finale. Cambiasso, subentrato a Ranocchia, è entrato a tacchetti spianati sulla caviglia di Giovinco, che aveva sostituto Quagliarella. Fallo da rosso che Rizzoli ha decretato prontamente. Cambiasso si è scusato immediatamente con lo juventino, rimasto a terra dolorante (incerto il suo recupero per il Bayern).Un fallo di frustrazione insolito in un giocatore di solito molto corretto, per lui mai un espulsione in 177 partite di campionato in Italia. Incidente chiuso anche per l’intervento di Conte che ha trascinato via il reprobo. Cambiasso è torneto a scusarsi con Giovinco negli spogliatoi. Ma il suo gesto inconsulto è un segno del nervosismo che serpeggia nell’Inter, sempre più lontana dal terzo posto che qualifica alla Champions 2013/2014. Cassano è uscito dal campo acciaccato, si spera di recuperarlo mercoledì per la sfida alla Sampdoria,. Una partita che Antonio non vorrebbe perdersi per tutto l’oro del mondo.
Torino – Napoli 3-5
Quello che accade negli ultimi 17’ minuti del match fra Torino e Napoli è il romanzo del calcio. Un epilogo fantastico, che mette il risultato in altalena, in bilico sulla bellezza di quattro gol. Due gol del Toro e e tre gol del Napoli. Due li segna Cavani in soli 25’ di gioco! E fanno 105 gol in serie A, 97 con la maglia del Napoli, 22 in questo campionato che il Matador domina da capocannoniere. Il conto finale dice 5-3 per il Napoli, che conserva il secondo posto in classifica e mantiene il Milan sotto di due lunghezze. La lotta per la Champion “diretta” è ormai cosa loro. E si annuncia incerta e palpitante.
In quel fatale 28’ della ripresa, il Napoli conduce per 2-1, grazie alla doppietta dell’ex Dzemaili, inframmezzata dal gol di Barreto, che non segnava da 892 giorni! Il Napoli ha in pugno la gara e controlla le rare sfuriate del Toro, sempre più scorato. All’improvviso invece il match si incendia. Il Torino ribalta il risultato. Un calcio di rigore provocato da un tocco di braccio di Cavani e trasformato da Jonathas e un gol di rapina di Meggiorini – assist di Cerci ed erroraccio di Britos – lo proiettano verso la vittoria. Ma non è affatto finita. Il bello deve venire. Il Napoli si scuote e ancora con Dzemaili, che scarica nella porta di Gillet un siluro imprendibile, agguanta il 3-3. A quel punto saltano schemi e cervelli, e Cavani, subentrato al 20’ a Insigne, trasforma magistralmente un calcio di punizione dai 20 metri e quasi allo scadere infila di testa il 5-3 per il Napoli! Incredibile e bellissimo! Il calcio allo stato puro.
Pesano nel bilancio finale il calcio di rigore fallito da Hamsik sull.1-1 (fallo di Darmian su Maggio, parata di Gillet) e il penalty provocato sul 2-1 per il Napoli da un tocco di braccio di Cavani, che l’arbitro Giannoccaro, su segnalazione del collega Gervasoni, arbitro di porta, ha sanzionato appunto col penalty. Si può discutere se l’interpretazione arbitrale sia corretta. Il cervellotico regolamento varato dalla Fifa impone che si sanzioni col fallo il tocco col braccio se il braccio aumenta in maniera irragionevole il volume del corpo. Vai a sapere come si valuta il volume naturale del corpo in uno sport dinamico come il calcio. In precedenza il Toro aveva reclamato un rigore per una arrotata subita in area da Meggiorini ma l’arbitro aveva sorvolato.
Sembrava che il Torino avesse raddrizzato la gara quando ormai sentiva di averla perduta. Ma il doppio capolavoro di Cavani – che Mazzarri inizialmente aveva lasciato in panchina, stanco per l’interminabile anabasi dal Sudamerica – ha ucciso le speranze granata: e rilanciato quelle napoletane, Con sommo gaudio delle migliaia di tifosi convenuti all’Olimpico. Ottimo Napoli a Torino, nonostante le assenze pesanti (De Sanctis, Campagnaro, Inler e fino a metà ripresa, anche Cavani). Mazzarri sa tenere i suoi sempre sulla corda e a giudicare dalla cifra tecnica espressa all’Olimpico granata, la squadra sta ritrovando vena e ispirazione. Dzemaili eccellente, ha recitato tre parti in commedia; a centrocampo ha rotto e impostato e si è tolto lo sfizio di segnare addirittura una tripletta. Ottimo anche Hamsik, suggeritore raffinato (suoi gli assist dei gol) ma lo slovacco ha sulla coscienza il rigore fallito, anzi parato da Gillet, sull1’1-1. Un errore che poteva costare caro al Napoli. In difesa un paio di terribili errori di Britos hanno favorito la rimonta granata. Non è la prima volta che il difensore brasiliano la combina grossa. Urge il recupero di Campagnaro e magari un test severo per Rolando. Il Toro ha combattuto da Toro, è riuscito a raddrizzare il risultato, addirittura si è ritrovato in vantaggio nel finale del match ma ha subito i colpi di classe di Cavani, inarrestabile nei suoi momenti di vena. Cerci si è prodotto in preclare accelerazioni che sono rimaste fini a se stesse. Ha tirato in porta poco e male. Una volta sotto per 1-2 Ventura ha messo mano a Meggiorini e a Jonathas, ignorando Rolando Bianchi, ormai un separato in casa, il suo contratto scade a giugno e Cairo non lo rinnoverà. Il Toro ha 35 punti ed è quasi salvo ma sarà bene chiudere al più presto la pratica e vivere sereno.
Chievo-Milan 0-1
Il Milan vola, nell’appassionante testa a testa col Napoli. Eppure la vittoria di misura sul Chievo (1-0) non è stata una passeggiata. La squadra di Corini ha personalità, è messa bene in campo e Thereau è un attaccante completo, peccato sia vicino alla trentina, la Fiorentina peraltro avrebbe già raggiunto l’accordo col Chievo per portarlo a Firenze. Il Chievo è rimasto in partita fino all’ultimo secondo, persino quando era ridotto in nove: Dainelli espulso per doppio giallo, Dramè in campo con una spalla fuori posto. E con Luciano ha sfiorato l’1-1, negato da una grande parata di Abbiati. Il Milan in contropiede ha sprecato parecchie palle-gol, colpa anche del terreno di gioco, gonfio d’acqua. Balotelli ha ingaggiato un duello personale con Puggioni, che ha bersagliato con tiri dalla media e dalla lunga distanza. Da una di queste bordate, non trattenuta dal portiere veronese, è uscito il gol-partita, Montolivo è stato lesto a ribattere in gol il pallone sfuggito all’estremo difensore gialloblu.
Il Milan aveva davanti quel punto oltre un’ora di gioco per arrotondare il punteggio e, alternativamente, il Chievo poteva confidare di recuperare il risultato. Gol viceversa non se ne sono più visti, eppure la partita è rimasta aperta e divertente. Balotelli ha confermato lo stato di grazia, non ha fatto gol ma è stata una mina vagante nella difesa del Chievo. Ha beccato un giallo per gioco scorretto senza però caduto nelle provocazioni e ha badato a giocare per la squadra, E’ rimasto all’asciutto anche El Shaarawy ma a giudicare dalla cifra della sua partita non si può che assolverlo. Il ragazzo forse ci aveva abituato troppo bene all’esordio, il suo apporto al gioco del Milan resta cruciale. A vent’anni Stephan è già un attaccante maturo. E la coppia Balotelli-El Shaarawy è titolare nell’Italia di Cesare Prandelli. Che si vuole di più?
Le chiacchiere sul futuro di Allegri, che Galliani strenuamente ha sempre difeso e appoggiato, alla luce della marcia trionfale del Milan nel 2013, suonano fasulle. Se poi Berlusconi volesse davvero voltar pagina, certamente Max non resterebbe disoccupato. Lui ha confessato di non vedersi su un’altra panchina italiana (la Roma lo punta), lo attira un’esperienza all’estero. Oppure, un giorno, la Nazionale. Perché no?
Palermo-Roma 2-0
Il Palermo batte la Roma (primo successo nel 2013) e riemerge, nella corsa alla salvezza. Appena tre i punti che lo separano dal Genoa (combattuto 2-2 al Ferraris contro il Siena, terz’ultimo), che resiste al quart’ultimo posto, a 27 punti. E per le bizzarrie del calendario, la squadra di Sannino, domenica prossima, sarà di scena a Genova, ma contro la Sampdoria che ha pareggiato (0-0) a Bergamo e a 36 punti è virtualmente salva. A Palermo ha deciso la doppietta di Ilicic e Miccoli (sesto gol a testa per i due attaccanti) segnata nel primo tempo.
Brutta la prova della Roma, il tecnico Andreazzoli non è andato in cerca di alibi. “Abbiamo giocato senza l’equilibrio che deve avere una squadra di valore”, ha commentato a caldo. La rincorsa alla zona Champions si spezza bruscamente, la Roma staziona a 47 punti, sesto posto in coabitazione con l’Inter, battuta a domicilio dalla Juventus. Massimo obiettivo l’Europa League, lunedì prossimo il derby contro la Lazio svelerà tutte le ambizioni giallorosse.
Lazio-Catania 2-1
La Lazio ha salvato la giornata (e il quinto posto, a 50 punti) rovesciando in due minuti, nel finale di partita, lo svantaggio contro il Catania, passato con un rocambolesco gol di Izco. Negativa la prima apparizione di Saha, Petkovic lo ha assolto. “Non giocava da mesi, non potrà che migliorare”. Cercasi Klose, disperatamente. Il centravanti tedesco sarà pronto per la stracittadina. Il Catania non abdica ai sogni europei, ma un successo a Roma avrebbe proiettato alle stelle il morale della squadra di Maran.
Cagliari-Fiorentina 2-1
Cade la Fiorentina, battuta dal Cagliari nel “forno” silenzioso di Is Arenas. Da quando è costretto a giocare nello stadio deserto, il Cagliari vola. Forse Galliani intendeva rilevare questo fatto, quando ha accusato le autorità locali di falsare il campionato, costringendo il Cagliari a giocare le partite casalinghe a porte chiuse. Battuta la Sampdoria infatti, il Cagliari h steso anche la Fiorentina (doppietta di Pinilla) che in trasferta mantiene un’andatura zoppicante. La Viola conserva il quarto posto, a 51 punti, ma perde contatto col trio di testa, composto da Juventus, Napoli e Milan, Dovrà guardarsi alle spalle, anziché coltivare sogni; verosimilmente proibiti, di raggiungere la zona Champions.
Parma-Pescara 3-0
Affonda definitivamente – manca solo il sigillo dell’aritmetica – il Pescara, battuto secco a Parma e relegato all’ultimo posto (21 punti). Nella tranquilla vittoria per 3-0 della squadra di Donadoni spicca il gol in rovesciata di Amauri, un gioiello raro. Goleador i giornata i difensori Belaouane e Paletta. Il Pescara aveva cominciato il torneo con Stroppa in panchina, lo aveva avvicendato con Bergodi e tre settimane fa con l’esordiente Bucchi. Risultati? Zero. La serie B ormai è una realtà e il presidente Sebastiani sta pensando a rifondare la squadra. Difficile il ritorno in panchina di Zeman, inviso a una parte del pubblico che gli rimprovera l’addio dopo la promozione. Lo stesso Sebastiani ha ammesso: “Ha un altro anno di contratto con la Roma e aspettative diverse”.
Genoa-Siena 2-2
Palpitante la sfida di Marassi tra Genoa e Siena, una sorta di spareggio per scampare alla serie B. Invariata resta la posizione in classifica, le due squadre procedono separate da un solo punto, ma i toscani devono scontare la pesantissima penalizzazione (sei punti) ricevuta per le vicende del calcio scommesse. Genoa più vicino alla vittoria, le parate di Pegolo e imprecisione di Borriello, Immobile e Jankovic fanno sfumare la vittoria, importantissima nell’economia del finale di campionato.
Il Siena di Iachini, ex blucerchiato fischiatissimo dal pubblico genoano, ha lottato con le unghie e con i denti. Settimo gol di Emeghara, che ha rimesso in carreggiata la partita, aperta dal gol di Borriello su punizione (con deviazione decisiva di Della Rocca). Jankovic ha poi pareggiato il vantaggio toscano, maturato su calcio di rigore trasformato da Rosina, fischiato da Rocchi dopo una spinta veniale di Bovo su Sesto, che aveva poco prima reclamato un altro fallo subito in area di rigore da parte di Moretti. Probabilmente l’arbitro fiorentino ha compensato. Il Genoa è atteso domenica dalla trasferta di Napoli, poi sarà derby contro la Sampdoria, che deve recuperare mercoledì la gara interna contrò l’Inter.
Atalanta-Sampdoria 0-0
La squadra di Rossi conta di arrivarci già salva. Il punto strappato a Bergamo è prezioso. Primo tempo troppo remissivo, la Sampdoria ha rischiato in due-tre occasioni di subire il gol. Atalanta spigliata e generosa. Lo spirito pugnace della squadra bergamasca si è spento nella ripresa, la Sampdoria ha finito in crescendo e ha rischiato di vincere ma sarebbe stata troppa grazia. Icardi di testa ha sprecato una ghiotta palla-gol servitagli da Obiang. L’Atalanta, ridotta in dieci (espulsione di Lucchini a 10 dalla fine per doppio giallo), aveva tirato i remi in barca.
Udinese-Bologna 0-0
Pari in bianco fra Udinese e Bologna, ma la notizia è che Di Natale ha sbagliato un calcio di rigore, anzi se l’è fatto parare da Curci, col quale Totò si è signorilmente congratulato in campo, porgendogli il cinque. Un gesto esemplare. Guidolin non ha voluto censurare l’errore del capitano: “A Di Natale andrebbe fatto un monumento alto così”, ha chiosato il tecnico. L’Udinese galleggia nella terra di nessuno, nono posto a 42 punti. Difficile l’aggancio all’Europa, ma nessuno può eccepire. La squadra raccoglie quello che la società ha seminato e la permanenza in serie A, raggiunta con largo anticipo, era il ragionevole obiettivo stagionale. Guidolin resterà in Friuli, nel ruolo di allenatore-manager che si sta ritagliando. Una garanzia in più.
A 36 punti, il Bologna è virtualmente salvo, gli basterà raccogliere quattro punti nelle prossime otto partite. Facile, Pioli ha fatto un ottimo lavoro e resterà ancora sotto le due Torri. Il Napoli dovrà guardare altrove se vorrà/dovrà sostituire Mazzarri, al quale De Laurentiis ha offerto un sontuoso contratto triennale a tre milioni netti a stagione.