Seedorf ha agguantato un punto sul campo della Lazio, perseguitata dalla contestazione senza quartiere dei suoi tifosi contro l’ineffabile presidente Lotito. Seedorf ha avuto da Galliani gli otto giorni, non è un mistero. Berlusconi ha scoperto che l’allenatore che aveva preteso sulla panchina del Milan, al posto dell’odiato Allegri, non ha la personalità e l’esperienza giuste per guidare la squadra fuori dalle sabbie mobili. Bella scoperta davvero! Il presidente è stato costretto a reinvestire Galliani dei pieni poteri sull’allenatore e l’antico Adriano non esiterà a tagliare la testa di Clarence se il Milan dovesse perdere male a Firenze. Tassotti sarà il traghettatore verso la panchina di Inzaghi, sempre che il presidente non cambi nuovamente idea. Possibile ma difficile, Pippo gode anche della stima di lady Barbara. Auguri.
Balotelli ha giocato poco più di mezz’ora subentrando a Honda. Ha colto un palo e non ha inciso come del resto gli capita da mesi. La sua è una crisi nella crisi del Milan (ormai relgato nella parte sinistra della classifica) e se Balo non starà sul pezzo potrebbe scoprire che Prandelli non avrà bisogno di lui, a Rio. Peccato, Mario è il talento più limpido del calcio italiano. Deve smetterla di caracollare per il campo come se giocare al calcio gli facesse schifo… Prenda esempio da Di Natale, un giovane di 36 anni con lo spirito di un ventenne. La Lazio è a coinque punti dalla zona-Europa, Reja ha il suo daffare a tener unita la squadra, sballottata nella guerra senza quartiere fra la tifoseria e il presidente. L’eccellente stagione della Roma sparge sale sulle ferite biancocelesti e non sarà facile salvarsi in corner acchiappando una qualificazione in Europa che sarebbe, comunque, una cura palliativa.
Ospitando il Genoa al Tardini, il Parma ha raccattato un punto che prolunga a 17 la serie delle partite utili ma lo imbottiglia al quinto posto, fianco a fianco all’Inter, ai limiti della zona-Europa. Osservato in tribuna dal ct azzurro Prandeli, Antonio Cassano ha imbastito una delle sue prestazioni più scipite, risultando praticamente ininfluente nell’economia della partita. Il turn over di Donadoni e Gasperini (imitato da quasi tutti i colleghi) in vista dell’impegno infrasettimanale ha prodotto più guasti tra i Ducali, che hanno giocato senza nerbo né idee. La fatica della rincorsa comincia a farsi sentire. Il Genoa è stato più tosto e pratico, ha segnato con Cofie, ha subito il pari di Schelotto senza mai andare in affanno. Ha concesso tre-quattro occasioni da gol agli avversari ma non ha mai dato l’impressione di essere sul punto di franare. La cura Gasperini dispiega tutti i suoi benefici effetti.
L’altra squadra genovese, la Sampdoria, ha letteralmente stracciato il Verona a Marassi. Mihajlovic in settimana aveva strigliato i suoi, colpevoli della resa senza condizioni di Bergamo. Lo 0-3 si è tramutato prodigiosamente in un 5-0 troppo severo per il Verona che ha avuto le sue brave occasioni per segnare ma si è trovato di fronte il miglior Da Costa della stagione. Crivellato di critiche, il portiere brasiliano della Sampdoria ha risposto alla grande. Dando ragione, ancora una volta, alle scelte di Mihajolovic che si sta rivelando un eccellente allenatore e un motivaztore perfetto. Sa alternare bastone (parecchio) e carota (a piccole dosi) sulla schiena di una squadra giovane e dunque soggetta ad alti e bassi assai bruschi.
Da segnalare (anche a Prandelli) la doppietta di Soriano, un talento puro rimasto troppo a lungo nascosto, per esclusiva responsabilità dell’Interessato. Mihajlovic lo ha tratto dall’anonimato ritagliandogli più di un ruolo, il più azzeccato secondo me è quello di interno, talché gicando da mezz’ala Soriano ha firmato la doppietta col Verona. Le cose anche nel calcio noin capitano per caso. Il Verona non deve sprecare il bello e il buono messo in vetrina fin qui. Mandorlini a Cagliari dovrà acconciare una squadra da battaglia, un’altra sconfitta sarebbe veleno puro.
Perdendo a Bologna (ineccepibile il rigore fischiato da Gervasoni e trasformato da Christodoulopoulos) il Cagliari si è cacciato nei guai da solo. Inevitabile pagare dazio ai terremoti societari, con Cellino sull’uscio del Leeds e il Cagliari abbandonato al proprio destino. I 29 punti in classifica non equivalgono alla salvezza acquisitaa, anche i sardi dovranno sbattersi nella tonnara nella quale sguazzano, dal basso, il Catania (20 punti), il Sassuolo a 21 (sconfitto a Udine dalla zampata del solito Di Natale, ala presenza 3245 in bianconero, prinatista asoluto), il Livorno e il Chievo a 24 e il Bologna a 26. Impossible pronosticare con certezza le dannate, ma è chiaro che il Catania sta peggio di tutte e il Sassuolo che di riffa o di raffa perde quasi sempre, sono le maggiori indiziate. La terza condannata uscirà dalla terna Livorno, Chievo e Bologna, con lieve preferenza per le prime due. I giochi però sono utt’altro che fatti e dunque animo!
Postillina sugli arbitri. Giornata con qualche asperità (a Catania, dove giravano botte in quantità e a Milano dove c’era un probabile rigore per l’Inter cui non se ne assegnano dalla notte dei tempi. E francamente la circostanza appare strana. Come si fa a decretare un rigore come quello che ha concesso Peruzzo all’Udinese? Tocco di Farias forse, dicesi forse, col braccio, sebbene il giocatore in barriera voltasse le spalle al pallone? Cristianamente Di Natale, ingannato da una zolla, lo ha ffallito ma lo strafalcione arbitrale rimane. Il regolamento, si dirà . Beh se tutti gli arbitri assegnassero calci di rigore ogni volta che il pallone tocca un braccio a una mano (ma non è necessaria la volontarietà ? Mettiamoci d’accordo, per favore), beh allora si dovrebbero fischiare almeno una dozzina di calci di rigore ogni giornata. Che ne dicono i sommi Nicchi e Braschi?
