
ROMA – Uff, il campionato è salvo. Ve l’immaginate se la Juventus avesse battuto la Roma,volando a +12? Messe dette, come si usa chiosare a Genova quando si prende atto che una questione è chiusa. Col pareggio dell’Olimpico invece possiamo credere (o illuderci) che la corsa scudetto non è terminata a tinte bianconere. Resto convinto che solo la Juventus può regalare il titolo e non credo lo farà. Non vedo una squadra spietata come ai tempi di Conte, ma quel che c’è basta e avanza per tenere a bada una concorrenza deboluccia, agitata da tormenti interni, capace di smentire se stessa come è capitato al Napoli sconfitto dal bellissimo Torino di questa fine d’inverno – e ci può anche stare – ma vittima dei propri conclamati limiti. Consoliamoci dunque con il duello per il secondo posto che vede Roma e Napoli separate da quattro punti, la Lazio di ricorsa sotto di sei e la Fiorentina di sette. Lì si che ci sarà da divertirsi.
Lazio e Fiorentina sono in gran spolvero, altrimenti non si vince in trasferta col Sassuolo e, soprattutto, a casa dell’Inter che non è neppure lontanamente lo squadrone che Roberto Mancini ha in testa ma è pur sempre ricca di talenti, magari inespressi. La rinuncia iniziale a Shaqiri ha fatto storcere il naso all’esigentissimo pubblico nerazzurro e anch’io mi unisco ai tifosi perplessi. Mancini ha voluto dare una chance a Kovacic, rimasto fin qui ben al di sotto del proprio talento e delle attese che il tecnico aveva coagulato attorno al suo nome. Il croato è molto giovane e non ricordo un centrocampista altrettanto verde alla guida della Beneamata. Pazienza, dunque. I tifosi si godano Brozovic che ha qualche anno in più e maggiore sostanza tattica di Kovacic. Il rinnovo del contratto di Icardi,, imminente, potrebbe essere la buona notizia della settimana. In attesa di Napoli-Inter e Lazio-Fiorentina che diranno altre importanti novità sulle squadre che ambiscono all’Europa. La Viola benedice la scelta di scambiare Cuadrado con Salah. E’ vero che un calciatore da solo non fa la squadra (salvo che si chiami Maradona) ma è anche vero che può cambiarle faccia e il razzente egiziano non sbaglia un colpo nei sedici metri e dopotutto non è il gol l’essenza del calcio?
La Sampdoria resta agganciata al treno di testa grazie ai tre punti strappati a Bergamo su un’Atalanta destinata a lottare per salvarsi fino all’ultimo giro di cronometro. Primo tempo inguardabile, ripresa in sciarpa e sciabola. Come d’incanto si accendono Eto’o e Muriel e l’agro umore di Mihajlovic si tramuta in un cielo pieno di stelle. Davanti pochissime squadre hanno ricchezze paragonabili ai tesori blucerchiati. Se la difesa la smette di prendere gol evitabili, per l’Europa ci sarà anche la Sampdoria. E il Genoa, costretto a restare a guardare giocare tutti gli altri, causa Parma. La vicenda emiliana sfiora il grottesco e bene ha fatto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a dare l’ultimatum. Qualcuno deve pagare e pagherà per l’ennesimo scandalo del pallone nostrano.
In coda il tosto Cesena di Di Carlo torna in corsa grazie all’1-0 sull’Udinese, costretta in un limbo di classifica che evidentemente ne ha stemperato le ambizioni. Stramaccioni si è molto arrabbiato con i suoi e giustamente. L’Udinese può e deve dare di più. Empoli e Chievo hanno strappato punti preziosi a Palermo e contro il Milan. Povero Milan, Inzaghi denuncia evidenti limiti di esperienza ma non è tutta colpa sua se gli hanno messo in mano una squadra sghimbescia, senza equilibrio, infarcita di esterni offensivi e povera di uomini nella terra di mezzo. “Squadra gioca come gioca suo centrocampo”, insegnava Boskov. Lo rammenti, il giovane Pippo. Berlusconi, deluso, è tornato a pensare a Tassotti come traghettatore versi la prossima stagione. Bisogna battere il Verona, altrimenti addio subito a Pippo. Annaspa il Cagliari, battuto in casa dal risorto Verona. Zola subisce più gol di Zeman e non è affatto un buon viatico per la sua panchina traballante.
