ROMA – Antibiotici mai è purtroppo un’altro dettato della corrente e montane superstizione anti farmaci. E ha fatto un’altra vittima: un bambino di sette che ora è in coma all’ospedale di Ancona. Anzi le vittime della superstizione anti farmaci spacciata come una sorta di religione naturale del corpo sono tre: il bimbo e i suoi genitori.
Mamma e papà che hanno creduto, in buona fede e pessima scienza creduto che mai antibiotici servano e mai debbano essere somministrati. Mamma e papà che hanno creduto fosse nuova e pura scienza e medicina il tornare a quando gli esseri umani implacabilmente morivano di infezioni, a quando le infezioni sterminavano umani perché non c’erano antibiotici. A quel tempo e a quella condizione ci riporta la superstizione anti farmaci cui molti purtroppo strizzano l’occhio e prestano orecchio.
Una mamma e un papà che hanno atteso quindici giorni, quindici giorni di febbre alta del loro bambino, per farsi venire un dubbio. Erano certi la febbre sarebbe andata via, come era successo tante altre volte. Febbre sarebbe sparita più o meno da sola senza “avvelenare” l’organismo del piccolo con farmaci, magari antibiotici, magari prodotti, smerciati e prescritti nella gigantesca catena degli interessi delle case farmaceutiche…D’altra parte chi glieli doveva prescrivere al bambino gli antibiotici? Fin da piccolo, ancora e molto più piccolo dei suoi sette anni, i genitori avevano ritenuto inutile e forse anche dannoso portarlo dal pediatra, o almeno da un pediatra della medicina cosiddetta ufficiale (chi la chiama così mette in quell’ufficiale una nota di evidente sospetto e disistima).
No, il bambino era affidato pare alle cure di un omeopata. Il quale, in quanto omeopata, forse non porta grandi responsabilità nella vicenda. Se vero omeopata, come ogni omeopata serio e responsabile, avrà detti ai genitori, se interrogato, che l’omeopatia non cura le infezioni.
La responsabilità , perché una responsabilità c’è, è della superstizione anti farmaci e della predicazione anti medicina. Di chi la asseconda, di chi non la stronca, di chi la copre, fiancheggia, di chi ci flirta. Nel loro paesino nel pesarese i due genitori del bambino hanno creduto e ceduto a questa “atmosfera” che si respira a pieni polmoni sui social, che soffia nelle tv del pomeriggio, che spira in centinaia di migliaia di gruppi whatsapp, che refola anche in Parlamento e in politica. Hanno creduto e ceduto alla superstizione fino all’ultimo.
E ora che hanno portato il figlio in ospedale, ora che hanno saputo che la superstizione anti farmaci ha dato il tempo e il modo alla banale otite del figlio di diventare ascesso nel cervello del bambino chissà se finalmente hanno capito. E chissà se queste altre vittime, quest’altra famiglia vittima del pensiero magico e ignorante spacciato per naturale e perfino “informato” serviranno a che qualcuno capisca. Capisca che la superbia e presunzione ignorante, quel volersi fare giudici e censori di ciò di cui si è incompetenti (nel caso in specie la medicina) è volere e fare il male di se stessi, del prossimo, dei propri figli.