As Roma Champions, “mai una gioia”: la qualificazione triste

Dzeko alla fine di Roma-Bate Borisov (foto Ansa)

ROMA- La As Roma ha aggiunto un’altra esclusiva alla catena delle sue calcistiche vicende mai banali: la qualificazione triste. “Mai una gioia” è spesso il lamento del tifoso romanista ma mai c’era stata, a Roma e altrove, una qualificazione così senza gioia. E con un senso di smarrimento collettivo: ci si aspettava che nel dopo partita Rudy Garcia allenatore dicesse più o meno: non ce la siamo meritata, ce la meriteremo…Invece ha detto più o meno il contrario e pochissimi sono stati d’accordo con lui.

­ “Smettete di gettare sterco su questa squadra”. “Je fischia tutto lo stadio, due domande se le dovrebbe fa”. “E’ la peggiore Roma di sempre”. Sono, questi virgolettati, il colorito scambio andato in scena ieri dopo Roma­-Bate Borisov tra il presidente giallorosso James Pallotta e la tifoseria romanista. Scambio colorito tanto quanto per certi versi paradossale perché, sul campo, De Rossi & compagni hanno conquistato una tanto storica quanto utile qualificazione agli ottavi della più importante competizione calcistica europea: la Champions League. Ma lo hanno fatto con l’ennesima prestazione non certo brillante e per questo hanno lasciato lo stadio tra i fischi dei loro tifosi, che ad onor del vero non erano accorsi in massa a sostenere gli uomini di Garcia.

Dopo le clamorose sconfitte con goleade degli ultimi anni, la Roma è così riuscita nell’impresa, questa sì più unica che rara, di confezionare la ‘qualificazione triste‘: ha centrato gli ottavi che mancava da 5 anni con un bottino di punti da minimo storico, 6 punti in 6 partite e, peggio, è probabilmente la prima squadra a farlo scontentando i suoi tifosi. Il rapporto tra Pallotta, il presidente a stelle e strisce, e la tifoseria romanista non è mai stato, a dire il vero e facendo un passo indietro, dei più felici.

Già all’indomani dell’acquisto della società, la stretta sulle relazioni tra questa e la tifoseria organizzata aveva creato non poche tensioni tra la Roma e una parte della sua tifoseria. Scelte tecniche poco felici e poco condivise poi, più gli scarsi risultati hanno quindi tenuto i rapporti sul freddino. Infine, quest’anno è arrivata la divisione della Curva Sud, pancia della tifoseria romanista, in due settori a rompere definitivamente sembra il feeling tra tifosi e società. In questo quadro di rapporti idilliaci ci si mettono, si fa per dire, i giocatori e l’allenatore a contribuire all’invelenimento del clima.

La Roma infatti, tanto per dare due dati tecnici, ha una tra le peggiori difese d’Europa, ha perso 6 a 1 a Barcellona, ha conquistato un solo punto nelle ultime due gare di campionato e a Torino si è fatta recuperare al 94°, peraltro non una novità. Gli uomini allenati da Garcia poi non solo non riescono a fare risultato, ma giocano anche oggettivamente male, con poca cattiveria sportiva, cosa che agli occhi dei tifosi suona più o meno come una bestemmia. In questa cornice ieri è andata in scena la partita con il Bate Borisov, squadra con cui la Roma aveva perso all’andata ma che era ed è considerata assolutamente al di sotto come livello calcistico rispetto ai giallorossi.

Partita che la Roma doveva vincere per avere certezza della qualificazione. Si sarebbe altrimenti qualificata, come poi è effettivamente avvenuto, anche con un pareggio ma solo in caso di non vittoria del Bayer Leverkusen impegnato contro il Barcellona. Dopo 90 minuti di noia in cui dagli spalti semivuoti sono saliti più fischi che cori, la squadra di Pallotta ha centrato l’obiettivo, e con questo una bella fetta di milioni (15) arrivati dall’Uefa, ma lo ha fatto praticamente senza mai confezionare occasioni limpide e anzi rischiando più e più volte di andare in svantaggio, salvata in almeno due occasioni da altrettanti miracoli del portiere polacco dal nome impronunciabile.

E al fischio finale, mentre le squadre e i tifosi un po’ smarriti cercavano di capire cosa fosse successo a Leverkusen, e mentre lo speaker dello stadio annunciava la qualificazione, dagli spalti al posto del ‘canonico’ Grazie Roma è partito un decisamente convinto “c’avete rotto er …”. Come a voler aggiungere al danno la beffa, dal punto di vista statistico la qualificazione centrata dalla Roma dopo ben 5 anni di attesa resterà anche negli annali in quanto, a suo modo, storica: è infatti arrivata con 6 punti in 6 partite e appena una vittoria, eguagliando la prestazione dello Zenit nella stagione 2013­14.

Complimenti. A completare poi la ‘qualificazione triste’ dei giallorossi, la classifica del girone, classifica in cui il misero bottino di 6 punti ha garantito il secondo posto ed il passaggio, ma solo in virtù di un vantaggio negli scontri diretti con i tedeschi del Leverkusen, anche loro a 6 punti e nemmeno l’onore del secondo posto ‘vero’. “Alla fine la Roma, in balìa degli eventi, riesce a cavarsela. La vita della stagione romanista e la permanenza in panchina di Garcia possono continuare. Anche se così sembra più accanimento terapeutico che vita vera”, commenta Matteo De Santis su La Stampa.

Published by
Alberto Francavilla