Benzina è l’ora dello sconto fisso: lo “scontone” ha già dato

LaPresse

ROMA – “Viene definita la guerra degli sconti e queste sono le guerre che ci piacciono” commentano soddisfatte Adusbef e Federconsumatori riferendosi alla, anzi alle campagne di sconti che hanno abbattuto il prezzo dei carburanti almeno nei fine settimana. Una guerra a colpi di ribassi che fa la felicità di associazioni dei consumatori e automobilisti, ma una guerra, una campagna promozionale che deve “crescere” e smettere i panni dell’occasionalità per assumere al contrario un carattere strutturale. Ben vengano cioè lo sconto e lo scontone, la promozione del week end e i ribassi per l’estate, ci sono però i margini e sono maturi i tempi perché il prezzo dei carburanti cali non solo grazie a sconti e promozioni, ma è ora che cali e basta.

La battaglia dei prezzi scontatissimi l’ha iniziata l’Eni annunciando, per tutta l’estate, uno sconto di 20 centesimi al litro nei fine settimana nella rete “Iperself”. Risultato, il primo week end dell’iniziativa, verde a 1.6 e diesel a 1.5 e poi, nei due fine settimana successivi, verde ancor più bassa a 1.58 e diesel a 1.48. Prezzi che sino a poche ore prima sembravano destinati a rimanere un ricordo di quando si era giovani: per la serie “ti ricordi quando la benzina costava un euro e mezzo al litro…”, e prezzi che invece sono tornati improvvisamente e inaspettatamente attuali. Con gli automobilisti in caccia del distributore dove trovare lo sconto e lunghe file dai benzinai ‘aderenti’.

L’iniziativa, presumibilmente, non sarà piaciuta molto alle altre compagnie petrolifere che però, a malincuore o meno, si sono viste più o meno costrette a mettere in campo strategie simili: sconto di “solo” 16 centesimi per la Ip esteso però anche al “servito”; 20 centesimi per Q8 che ha sorpreso però i concorrenti sul tempo, anticipando lo sconto a giovedì a Roma in previsione del ponte dei santi Pietro e Paolo. E poi la Shell, che si limita a tagli attorno ai 10 centesimi in gran parte degli impianti, la TotalErg che opta per uno sconto di 15 centesimi nelle zone a più alta competizione, e i distributori no-logo e quelli con il marchio delle catene dei supermercati impegnati anche loro nella “guerra degli sconti”.

Campagna apprezzata da tutti quella avviata da Eni e che ha trascinato dietro di se la maggior parte dei concorrenti, ma campagna che ha dei limiti. La natura limitata nel tempo degli sconti crea, obiettivamente, dei disagi, come le lunghe code che gli automobilisti sono costretti ad affrontare e, cosa peggiore, che spesso si snodano anche fuori delle aree di servizio costituendo un rischio per la circolazione. E poi la difficoltà di trovare l’impianto che offre lo sconto, perché non tutti lo offrono in quanto le grandi compagnie non hanno mai il controllo di tutti i distributori che espongono il loro logo ma che sono, spesso, proprietà di privati gestori.

E, last but not least, il costo del greggio che è ormai calato. Tutti elementi che mettono le compagnie nelle condizioni di passare dallo sconto al ribasso. Di fare agli automobilisti non un regalo per l’estate, di far vedere che cosa è la concorrenza, il lato bello per i consumatori della concorrenza, non solo nelle “guerra degli sconti”, ma nella guerra dei prezzi combattuta tutti i giorni.

L’ad di Eni Paolo Scaroni, presentando la campagna di sconti della sua compagnia, disse che sì, la promozione sarebbe costata diversi milioni di euro al cane a sei zampe, ma che avrebbe comunque fruttato un ritorno in termini di “immagine”. Aveva forse ragione: il ribasso costa alle compagnie, ma i dati di mercato che segnalano una flessione del 10% circa nei consumi di carburanti nell’ultimo anno, dicono che anche alle compagnie un ribasso, fisso e non occasionale, converrebbe.

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