Berlusconi non paga l’affitto, il conte rimpiange quella stretta di mano

ROMA – “Siamo con l’acqua alla gola, le casse sono vuote”. Solo mercoledì Berlusconi aveva lanciato ai suoi e al mondo il drammatico appello: le casse di Forza Italia sono a secco. Così vuote che già da sette mesi il partito dell’ex cavaliere non paga l’affitto dei locali di palazzo Grazioli. Così, occupando di fatto come un figlio dei fiori qualsiasi l’immobile, l’ex premier e il suo partito hanno accumulato un debituccio di circa 90mila euro. Soldi che il proprietario di casa comprensibilmente reclama ma che, da Arcore, non sembrano voler sborsare. E per fortuna che l’accordo per l’affitto dei locali era stato sancito con una stretta di mano fra gentiluomini, senza fideiussioni o garanzie varie, ma solo con un Berlusconi che aveva detto: “Ghe pensi mi”.

E proprio di questo si lamenta e rimpiange il conte Emo Capodilista: di essersi fidato di quello che si è poi rivelato essere l’inquilino sbagliato, Silvio Berlusconi. Il conte concesse anni fa, quando Forza Italia e il suo leader erano, per così dire, sulla cresta dell’onda, i locali al piano terra della residenza romana di Berlusconi. Quei locali che ospitano il famoso “parlamentino”, il sontuoso emiciclo in mogano dove l’ex premier riuniva i suoi. E trovandosi di fronte a cotanto interlocutore, della cui solvibilità nessuno avrebbe dubitato, ed in più anche ammantato degli incarichi istituzionali che ricopriva, il conte decise di fidarsi. Nessuna fideiussione o altra garanzia di sorta per cautelarsi di fronte ad futuri ed eventuali problemi. Ad Emo Capodilista bastò la parola dell’ex premier che, di fronte ad un coppa di champagne con cui brindarono all’accordo, garantì personalmente mettendoci la faccia. Così, caso più unico che raro nella storia degli immobili di pregio e non solo, l’appartamento, anche se è riduttivo definirlo in questi termini, fu concesso senza garanzia alcuna.

Come però saggezza popolare insegna: fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Da novembre dello scorso anno il conte non riceve infatti più il becco di un quattrino. E, peggio, fino a che la morosità di Berlusconi non è diventata di domino pubblico, raccontata da Il Fatto e ripresa da La Stampa, da Forza Italia nessuno si è nemmeno degnato di rispondere alle comprensibili richieste del padrone di casa.

E quando finalmente i legali di Forza Italia, quasi costretti, si sono fatti vivi con Capodilista, il conte deve aver ancor più rimpianto quella improvvida stretta di mano. La proposta presentata dall’avvocato Lodoli era ed è quantomeno al di sotto delle aspettative di un proprietario di casa che aspetta di essere saldato. La proposta arrivata da Forza Italia prevede un rinnovo del contratto con una riduzione del canone d’affitto del 50% e, se non bastasse, uno sconticino del 40% sul debito fin qui accumulato.

Certo, che la “tasca” del povero Berlusconi non fosse più quella di una volta lo si sapeva e lo si immaginava. Tra il mezzo miliardo da pagare a De Benedetti per quella storia dell’acquisto della sentenza su Mondadori, il divorzio multimilionario dall’esosa Veronica Lario e, soprattutto, con le parcelle degli avvocati che dovranno essere alquanto pesanti, anche all’ex cavaliere tocca stringere la cinghia. Ma che arrivasse l’uomo più ricco d’Italia a non pagare l’affitto in pochi lo presagivano ed ora, anche gli altri creditori, tremano.

Pagherà Berlusconi l’affitto, pagherà Forza Italia i fornitori di merci e servizi vari alla sede romana di prima e a quella di adesso a Piazza in Lucina? Denis Verdini ha chiesto al popolo di forza Italia 30 milioni di euro di sottoscrizione. Non si sa cosa faranno i simpatizzanti e gli elettori. Si sa da tempo cosa fanno i parlamentari: si rifiutano in gran maggioranza di pagare una quota del loro stipendio al partito, sono in gran maggioranza e da gran tempo morosi. Un’abitudine facilmente contratta nei tempi comodi, quando pagava tutto Silvio. Ora Silvio non paga più, neanche l’affitto. Sic transit pecunia Silvii…

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Alessandro Avico