Btp people compra 22 mld in 48 ore. C’è un Italia coi cassetti pieni

ROMA – Oltre 22 miliardi di euro raccolti in appena 48 ore, frutto di 300 mila singoli contratti di acquisto. Sono i numeri del BTp Italia, il Buono del Tesoro che ha “sbancato”, quello che meglio e più facilmente si colloca sul mercato. E se il buono piace, l’altra faccia della medaglia sono i “BTp People”, le centinaia di migliaia di italiani in grado di muovere decine di miliardi di euro in poche ore. Risparmi certo, e risparmi investiti, ma pur sempre ricchezza che il nostro Paese custodisce nonostante crisi e tasse. Se la faccia più nota e probabilmente più diffusa dell’Italia è quella di una nazione alle prese con lunghi anni di crisi, con le politiche “lacrime e sangue”, con il fisco che presenta i conti e con una pressione fiscale tra le più alte d’Europa, esiste anche un’altra Italia.

Un’Italia fatta di piccoli e medi risparmiatori, di cittadini che, nonostante crisi e tasse sono in grado di muovere 22.271 miliardi di euro per acquistare buoni del tesoro. C’è quindi un’Italia che i soldi li ha, li ha risparmiati, li custodisce e li investe. Un’Italia capace di muovere oltre 20 miliardi di euro in appena 2 giorni. Altro che Imu, altro che Iva, forse piccola ma un’Italia con i soldi esiste: l’Italia dei “BTp People”. Prima della vendita record di questi giorni, il BTp Italia era già stato collocato in quattro precedenti emissioni. Vendite in cui il Tesoro aveva raccolto 44 miliardi di euro. Secondo quanto comunica Borsa Italiana, i contratti di sottoscrizione del quinto BTp Italia sono stati 299.588.

Ma cos’è il BTp Italia e, soprattutto, perché piace così tanto? Innanzitutto va detto che il titolo in questione è uno di quelli che appieno rientra tra i cosiddetti “titoli da cassettista”. Uno di quei titoli cioè buoni soprattutto per chi non ha intenzione di comprare e rivendere ma per chi, al contrario, ha intenzione di conservare nel proprio portafoglio l’investimento sino alla naturale scadenza. Scadenza che in questo caso è quadriennale, unica di questo tipo nel panorama dei BTp, e quello appena emesso scadrà quindi a novembre 2017, ed è la quinta edizione del titolo emesso per la prima volta nel marzo del 2012. Offre, il BTP Italia, una cedola reale minima di 2,15%, ma il rendimento definitivo sarà indicato al termine del periodo di raccolta ordini e non potrà essere inferiore, appunto, al 2,15%. Le precedenti edizioni avevano offerto minimi garantiti più ricchi: il record appartiene alla seconda edizione, 3,55%, emessa nel novembre 2012 . La discesa dei rendimenti e il miglioramento dello spread hanno diminuito nel tempo la portata del premio, che si è comunque dimostrato in linea con le attese del mercato.

Tecnicamente il titolo in questione offre un tasso di interesse annuo minimo garantito reale. Alla cedola va sempre però aggiunta l’inflazione italiana, in particolare l’indice Foi, senza calcolare la componente tabacchi. Le cedole hanno cadenza semestrale e vengono calcolate sul capitale rivalutato in base al costo della vita italiano. Anche in caso di deflazione, cioè di diminuzione generalizzata e prolungata n dei prezzi, il capitale non subirà erosioni. Una garanzia in più rispetto ai Btp inflation linked classici, collegati al costo della vita di area euro. I privati che lo tengono per tutti e quattro gli anni incasseranno un premio fedeltà pari allo 0,4%. Infine, il collocamento è privo di commissioni, piccolo ma significativo particolare. Tra le ragioni del successo, la natura del BTp, ma anche il paragone con i titoli di Stato più sicuri di pari scadenza (bund tedeschi e bond americani, per esempio) che rendono molto meno. L’Italia paga, come sempre, i rischi collegati alla grandezza del debito e alla non chiara situazione politica e delle riforme necessarie per uscire dal guado. A quanto pare, però, vista la massiccia adesione di operatori istituzionali e privati cittadini, il rischio Italia, per il momento, vale una scommessa. Una scommessa raccolta dai “BTp People”.

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Elisa D'Alto